Louisa Clement. Counterpain
Dal 28 Ottobre 2021 al 15 Gennaio 2022
Milano
Luogo: Cassina Projects
Indirizzo: Via Mecenate 76/45
Orari: Martedì - Sabato 11-19
Telefono per informazioni: +39 02 3928 4131
E-Mail info: info@cassinaprojects.com
Sito ufficiale: http://www.cassinaprojects.com
Cassina Projects è lieta di annunciare Counterpain, la prima mostra personale di Louisa Clement presso la galleria. Per l'occasione, l'universo visionario dell'artista, che comprende fotografia, video, installazione e interventi site-specific, trasforma l'intera estensione dello spazio in uno scenario inquietante e distopico al confine tra mondo virtuale e reale.
Rafforzando la sua continua indagine artistica sull'ibridazione e la standardizzazione del corpo umano, l'esposizione delle opere dà voce all'eterogeneità della pratica di Clement fornendo una cornice concettuale per la presentazione del suo ultimo progetto: Representative. Il suo avatar, un clone artificiale che è quanto di più vicino alla natura umana si possa avere oggi dal progresso tecnologico, modellato sulla sua figura e la sua personalità, è capace di interagire con il pubblico ma anche programmato per sviluppare un proprio linguaggio e assorbire input esterni, quindi confrontarsi con fattori casuali e crescere come un essere 'unico'.
I dati biologici sono stati generati usando microfotografia, studi di movimento filmico e la più recente tecnologia di scansione del corpo in 3D. In collaborazione con un produttore specializzato in sex-doll, Clement ha convertito i dati in una bambola TPE a grandezza naturale ultra-realistica, sostenuta da uno scheletro di alluminio cablato che permette i movimenti. Inoltre, una simulazione algoritmica della personalità dell'artista è stata codificata da un team dell'Università di Saarland (Germania) guidato dalla dottoressa Vera Demberg e implementata negli avatar creando un backlog di cognizione esperienziale basato sul profilo dell'artista.
Gli interrogativi esistenziali riguardanti la nozione binaria di sé e dell'altro risuonano mentre Clement esplora la dicotomia dell'era digitale - assenza e presenza, online e offline, integrazione e isolamento - che mortifica la nostra esistenza e rimodella criticamente i paradigmi dell'individualità e della coscienza. Affrontando le implicazioni etiche, filosofiche, sociali e legali inerenti al riconoscimento del sé in un momento in cui la tecnologia e i social media attuano estensioni valide della nostra persona, il suo doppelganger dotato di AI e sessualmente funzionante mette a nudo anche le questioni di controllo e autorità nella sfera di interdipendenza tra l'esperienza umana e l'apprendimento automatico.
Accanto a Representative, Louisa Clement espone una selezione di opere che si sviluppano anch'essi sulla divisione sempre più sottile tra reale e artificiale. Raffigurando dettagli del busto di un corpo nudo di bambola, quasi indistinguibile da quello di una persona vivente, la serie fotografica Body Fallacy riflette sulla creazione di una memoria visiva collettiva indotta dai media dove artificialità e realtà si sovrappongono. Anche i manichini presenti nella serie Gliedermensch esposta al piano superiore e nella serie Disruption esposta al piano terra sono simboli inquietanti della disumanizzazione dei corpi. Le figure di Clement qui incarnano l'assenza di vita, ma mantengono una fisicità palpabile. La loro natura artificiale è controbilanciata da un fascino intimo.
Che genere di opere sono? Una sensazione generale di impotenza pervade la mostra, come se una realtà irreversibile avesse preso il sopravvento. Le Figure Poses si estendono attraverso gli elementi di vetro dello spazio che fanno da porta d'accesso a scenari liminari. Human Error, una nuovissima animazione sull'interruzione della comunicazione e la ricerca di una connessione originale e autentica, enfatizza l'idea di fallimento e lotta.
Flirtando con il transumanesimo e attingendo a un vasto spettro di riferimenti letterari, Counterpain è per Louisa Clement il palcoscenico dove speculare sulla mercificazione e l'omologazione dell'identità e del pensiero umano, mentre mette in atto un tentativo radicale di dare riconoscimento al sé, entità vulnerabile destinata a dissolversi nei dati.
Louisa Clement (1987 Bonn, Germania) vive e lavora a Bonn. Si è laureata nel 2014 alla Kunstakademie di Düsseldorf dove è stata studentessa al Master di Andreas Gursky. Attraverso luso di diversi media fra cui fotografia, video, scultura e VR Clement analizza loggettivazione del corpo umano e si interroga sullevoluzione della personalità e delle connessioni tra individui all'interno di una società sempre più urbanizzata e altamente digitalizzata. Clement ha esposto in importanti istituzioni e musei internazionali, tra cui la Kunsthalle Gießen, Germania, il Kunst Raum Riehen, Svizzera, il Wallraf-Richartz-Museum. Colonia Germania, il Museo Sprengel di Hannover. Ha ricevuto il premio della Cité Internationale des Arts di Parigi e il Förderpreis des Landes Nordrhein-Westfalen.
Rafforzando la sua continua indagine artistica sull'ibridazione e la standardizzazione del corpo umano, l'esposizione delle opere dà voce all'eterogeneità della pratica di Clement fornendo una cornice concettuale per la presentazione del suo ultimo progetto: Representative. Il suo avatar, un clone artificiale che è quanto di più vicino alla natura umana si possa avere oggi dal progresso tecnologico, modellato sulla sua figura e la sua personalità, è capace di interagire con il pubblico ma anche programmato per sviluppare un proprio linguaggio e assorbire input esterni, quindi confrontarsi con fattori casuali e crescere come un essere 'unico'.
I dati biologici sono stati generati usando microfotografia, studi di movimento filmico e la più recente tecnologia di scansione del corpo in 3D. In collaborazione con un produttore specializzato in sex-doll, Clement ha convertito i dati in una bambola TPE a grandezza naturale ultra-realistica, sostenuta da uno scheletro di alluminio cablato che permette i movimenti. Inoltre, una simulazione algoritmica della personalità dell'artista è stata codificata da un team dell'Università di Saarland (Germania) guidato dalla dottoressa Vera Demberg e implementata negli avatar creando un backlog di cognizione esperienziale basato sul profilo dell'artista.
Gli interrogativi esistenziali riguardanti la nozione binaria di sé e dell'altro risuonano mentre Clement esplora la dicotomia dell'era digitale - assenza e presenza, online e offline, integrazione e isolamento - che mortifica la nostra esistenza e rimodella criticamente i paradigmi dell'individualità e della coscienza. Affrontando le implicazioni etiche, filosofiche, sociali e legali inerenti al riconoscimento del sé in un momento in cui la tecnologia e i social media attuano estensioni valide della nostra persona, il suo doppelganger dotato di AI e sessualmente funzionante mette a nudo anche le questioni di controllo e autorità nella sfera di interdipendenza tra l'esperienza umana e l'apprendimento automatico.
Accanto a Representative, Louisa Clement espone una selezione di opere che si sviluppano anch'essi sulla divisione sempre più sottile tra reale e artificiale. Raffigurando dettagli del busto di un corpo nudo di bambola, quasi indistinguibile da quello di una persona vivente, la serie fotografica Body Fallacy riflette sulla creazione di una memoria visiva collettiva indotta dai media dove artificialità e realtà si sovrappongono. Anche i manichini presenti nella serie Gliedermensch esposta al piano superiore e nella serie Disruption esposta al piano terra sono simboli inquietanti della disumanizzazione dei corpi. Le figure di Clement qui incarnano l'assenza di vita, ma mantengono una fisicità palpabile. La loro natura artificiale è controbilanciata da un fascino intimo.
Che genere di opere sono? Una sensazione generale di impotenza pervade la mostra, come se una realtà irreversibile avesse preso il sopravvento. Le Figure Poses si estendono attraverso gli elementi di vetro dello spazio che fanno da porta d'accesso a scenari liminari. Human Error, una nuovissima animazione sull'interruzione della comunicazione e la ricerca di una connessione originale e autentica, enfatizza l'idea di fallimento e lotta.
Flirtando con il transumanesimo e attingendo a un vasto spettro di riferimenti letterari, Counterpain è per Louisa Clement il palcoscenico dove speculare sulla mercificazione e l'omologazione dell'identità e del pensiero umano, mentre mette in atto un tentativo radicale di dare riconoscimento al sé, entità vulnerabile destinata a dissolversi nei dati.
Louisa Clement (1987 Bonn, Germania) vive e lavora a Bonn. Si è laureata nel 2014 alla Kunstakademie di Düsseldorf dove è stata studentessa al Master di Andreas Gursky. Attraverso luso di diversi media fra cui fotografia, video, scultura e VR Clement analizza loggettivazione del corpo umano e si interroga sullevoluzione della personalità e delle connessioni tra individui all'interno di una società sempre più urbanizzata e altamente digitalizzata. Clement ha esposto in importanti istituzioni e musei internazionali, tra cui la Kunsthalle Gießen, Germania, il Kunst Raum Riehen, Svizzera, il Wallraf-Richartz-Museum. Colonia Germania, il Museo Sprengel di Hannover. Ha ricevuto il premio della Cité Internationale des Arts di Parigi e il Förderpreis des Landes Nordrhein-Westfalen.
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