Manuel Fois. Between 99HFD3L and P023ESB
Dal 21 Ottobre 2021 al 16 Dicembre 2021
Milano
Luogo: Galleria 10 A.M. ART
Indirizzo: Corso San Gottardo 5
Orari: dal martedì al venerdì, dalle 10:00 alle 12:30 e dalle 14:30 alle 18:00. Tutti gli altri giorni, solo su appuntamento
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02.92889164
E-Mail info: info@10amart.it
Sito ufficiale: http://www.10amart.it
Il titolo si riferisce a due opere in mostra – la prima e l’ultima del percorso espositivo – alludendo a tutte le altre come punti intermedi di un percorso di ricerca continuo e costante.
Gli specchi di Manuel Fois catturano lo sguardo, sono oggetti tecnologici, duri e precisi; corpi autonomi sotto tensione elettrica, in breve, reset mentali. Appesi al muro, piatti, non lasciano spazio alle emozioni, ma sono i codici digitali di alcuni luoghi scelti e dei loro suoni peculiari. Contengono nei loro glitch l'intero processo di creazione: la scelta del luogo specifico, gli specifici suoni registrati per ore, la traduzione del materiale in file audio digitali, l'analisi e la ricerca di un momento interessante che viene isolato e trasformato in un pezzo unico mediante il processo della serigrafia. Le immagini, prodotte utilizzando una variante della tecnica serigrafica tradizionale, contrastano volutamente con il loro contenuto, elaborato in digitale.
Manuel Fois crea le sue serigrafie esclusivamente in bianco, grigio e nero, non-colori neutri e minimalisti che ne sottolineano la freddezza tecnica. Le loro superfici, che oscillano tra la struttura e il monocromo, si muovono sul filo tra bidimensionalità e tridimensionalità, tra chiaro e scuro. Il contrasto tra le onde sonore applicate al piano dell'immagine e lo specchio riflettente influenzato dalla luce crea l’illusione della profondità, scava spazi profondi nella superficie, intrecciando i glitch in un arazzo visivo di suoni. A seconda dell'angolo di osservazione diventa più o meno visibile il modo in cui i riflessi sul piano dell'immagine creano un raddoppiamento spaziale, dove le singole linee si allontanano e poi si sovrappongono come in una cassa di risonanza.
Ogni specchio deriva da un file audio con una propria identità acustica, ascoltabile tramite smartphone con un codice QR. La fusione delle due componenti in un'unica immagine o paesaggio sonoro ne amplifica l'effetto sensoriale, rendendo il vedere e l'udire parte integrante della percezione dell’opera. L'esperienza è ancora più intensa grazie all’assenza di informazioni sul luogo di registrazione. I confini così sfocati e l'accentuazione del ruolo del destinatario amplificano la semplicità della percezione e i diversi modi in cui la si può esplorare.
Per la sua prima mostra alla Galleria 10 A.M. ART, Manuel Fois ha creato nuove opere in realtà aumentata (AR), che idealmente implementano la simultaneità tra reale e digitale/virtuale. Con l'aiuto di un hardware tecnologico come lo smartphone, la realtà aumentata aggiunge contenuti virtuali all'ambiente. I glitch, trasformati da un software in oggetti virtualmente tridimensionali, fluttuano liberamente nei diversi luoghi in cui l’utente si muove. La realtà aumentata permette quindi di collegare il mondo reale e l'oggetto virtuale in modo che coesistano simultaneamente all’interno della medesima struttura spazio-temporale.
L’opera di Manuel Fois si nutre dell'esperienza del suono ambientale rappresentandolo in forma di serigrafia, e questo è il motivo per cui non manipola gli audio: impiegando come materiale il suono naturale autentico, rende il suo lavoro parte integrante della realtà, evitando qualsiasi pretesa artistica. Il suono immateriale, quello che non conosce confini né forme fisse, proietta le sue opere oltre il quadro e lo spazio espositivo, nel mondo, ed è il mezzo perfetto per farlo. In quest’ottica è del tutto logico che Fois non incornici i suoi quadri.
L’artista crea nelle sue opere "spazi acustici di esperienza" a livello visivo: il suono diventa fonte primaria della descrizione e l'udito funzione essenziale dell'esperienza. Attraverso il processo della percezione, Fois cerca di coinvolgere attivamente l’utente nelle sue indagini, e ciò conferisce alla sua produzione una portata concettuale-processuale. La simultaneità di assenza e presenza, di passato e presente, e il legame tra opera d'arte e pubblico producono un'esperienza che si rinnova continuamente.
Manuel Fois (*1995) ha iniziato a studiare architettura alla Central St. Martins School di Londra nel 2015. Nello stesso anno ha cominciato a lavorare in ambiti al confine tra arte, natura e tecnologia. Attraverso una sorta di traduzione tecnologica, Fois permette al suono di attraversare vari stati fisici, dall'immateriale al digitale, per concretizzarlo infine come immagine, installazione o realtà aumentata. Così facendo persegue un suo percorso innovativo, nato anche dall’intenso coinvolgimento con la musica elettronica e la New Aesthetics, che oltrepassa il confine tra sentire e vedere.
Nota biografica
Il lavoro di Manuel Fois, attraverso la pittura e l'installazione multimediale, indaga il concetto di trasmigrazione del linguaggio e il rapporto tra immagine virtuale e fisica.
Nel presente in cui gli eventi quotidiani sono fortemente influenzati dalla tecnologia, la sua ricerca si sviluppa a partire da lunghe registrazioni audio che vengono realizzate tramite dispositivi di uso comune come microfoni, smartphones e assistenti vocali.
Da queste sessioni vengono selezionate tracce audio più brevi che, introdotte in un software di conversione, vengono tradotte in spettri grafici i quali sono alla base del suo lavoro bidimensionale.
Le immagini che ne derivano, infatti, come ultimo passaggio, sono riprodotte manualmente su superfici specchianti e lastre di vetro nero con procedimento serigrafico.
Riflettendo sull'idea di trasposizione da un linguaggio ad un altro, ogni lavoro si presenta come una traduzione visiva che mantiene un corrispettivo diretto con il file audio d'origine.
Gli specchi di Manuel Fois catturano lo sguardo, sono oggetti tecnologici, duri e precisi; corpi autonomi sotto tensione elettrica, in breve, reset mentali. Appesi al muro, piatti, non lasciano spazio alle emozioni, ma sono i codici digitali di alcuni luoghi scelti e dei loro suoni peculiari. Contengono nei loro glitch l'intero processo di creazione: la scelta del luogo specifico, gli specifici suoni registrati per ore, la traduzione del materiale in file audio digitali, l'analisi e la ricerca di un momento interessante che viene isolato e trasformato in un pezzo unico mediante il processo della serigrafia. Le immagini, prodotte utilizzando una variante della tecnica serigrafica tradizionale, contrastano volutamente con il loro contenuto, elaborato in digitale.
Manuel Fois crea le sue serigrafie esclusivamente in bianco, grigio e nero, non-colori neutri e minimalisti che ne sottolineano la freddezza tecnica. Le loro superfici, che oscillano tra la struttura e il monocromo, si muovono sul filo tra bidimensionalità e tridimensionalità, tra chiaro e scuro. Il contrasto tra le onde sonore applicate al piano dell'immagine e lo specchio riflettente influenzato dalla luce crea l’illusione della profondità, scava spazi profondi nella superficie, intrecciando i glitch in un arazzo visivo di suoni. A seconda dell'angolo di osservazione diventa più o meno visibile il modo in cui i riflessi sul piano dell'immagine creano un raddoppiamento spaziale, dove le singole linee si allontanano e poi si sovrappongono come in una cassa di risonanza.
Ogni specchio deriva da un file audio con una propria identità acustica, ascoltabile tramite smartphone con un codice QR. La fusione delle due componenti in un'unica immagine o paesaggio sonoro ne amplifica l'effetto sensoriale, rendendo il vedere e l'udire parte integrante della percezione dell’opera. L'esperienza è ancora più intensa grazie all’assenza di informazioni sul luogo di registrazione. I confini così sfocati e l'accentuazione del ruolo del destinatario amplificano la semplicità della percezione e i diversi modi in cui la si può esplorare.
Per la sua prima mostra alla Galleria 10 A.M. ART, Manuel Fois ha creato nuove opere in realtà aumentata (AR), che idealmente implementano la simultaneità tra reale e digitale/virtuale. Con l'aiuto di un hardware tecnologico come lo smartphone, la realtà aumentata aggiunge contenuti virtuali all'ambiente. I glitch, trasformati da un software in oggetti virtualmente tridimensionali, fluttuano liberamente nei diversi luoghi in cui l’utente si muove. La realtà aumentata permette quindi di collegare il mondo reale e l'oggetto virtuale in modo che coesistano simultaneamente all’interno della medesima struttura spazio-temporale.
L’opera di Manuel Fois si nutre dell'esperienza del suono ambientale rappresentandolo in forma di serigrafia, e questo è il motivo per cui non manipola gli audio: impiegando come materiale il suono naturale autentico, rende il suo lavoro parte integrante della realtà, evitando qualsiasi pretesa artistica. Il suono immateriale, quello che non conosce confini né forme fisse, proietta le sue opere oltre il quadro e lo spazio espositivo, nel mondo, ed è il mezzo perfetto per farlo. In quest’ottica è del tutto logico che Fois non incornici i suoi quadri.
L’artista crea nelle sue opere "spazi acustici di esperienza" a livello visivo: il suono diventa fonte primaria della descrizione e l'udito funzione essenziale dell'esperienza. Attraverso il processo della percezione, Fois cerca di coinvolgere attivamente l’utente nelle sue indagini, e ciò conferisce alla sua produzione una portata concettuale-processuale. La simultaneità di assenza e presenza, di passato e presente, e il legame tra opera d'arte e pubblico producono un'esperienza che si rinnova continuamente.
Manuel Fois (*1995) ha iniziato a studiare architettura alla Central St. Martins School di Londra nel 2015. Nello stesso anno ha cominciato a lavorare in ambiti al confine tra arte, natura e tecnologia. Attraverso una sorta di traduzione tecnologica, Fois permette al suono di attraversare vari stati fisici, dall'immateriale al digitale, per concretizzarlo infine come immagine, installazione o realtà aumentata. Così facendo persegue un suo percorso innovativo, nato anche dall’intenso coinvolgimento con la musica elettronica e la New Aesthetics, che oltrepassa il confine tra sentire e vedere.
Nota biografica
Il lavoro di Manuel Fois, attraverso la pittura e l'installazione multimediale, indaga il concetto di trasmigrazione del linguaggio e il rapporto tra immagine virtuale e fisica.
Nel presente in cui gli eventi quotidiani sono fortemente influenzati dalla tecnologia, la sua ricerca si sviluppa a partire da lunghe registrazioni audio che vengono realizzate tramite dispositivi di uso comune come microfoni, smartphones e assistenti vocali.
Da queste sessioni vengono selezionate tracce audio più brevi che, introdotte in un software di conversione, vengono tradotte in spettri grafici i quali sono alla base del suo lavoro bidimensionale.
Le immagini che ne derivano, infatti, come ultimo passaggio, sono riprodotte manualmente su superfici specchianti e lastre di vetro nero con procedimento serigrafico.
Riflettendo sull'idea di trasposizione da un linguaggio ad un altro, ogni lavoro si presenta come una traduzione visiva che mantiene un corrispettivo diretto con il file audio d'origine.
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