Nanda Vigo. Mix Light
Dal 05 Febbraio 2015 al 27 Marzo 2015
Milano
Luogo: Galleria Ca' di Fra'
Indirizzo: via Carlo Farini 2
Orari: da lunedì a venerdì 10-13 / 15-19
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 29002108
E-Mail info: gcomposti@gmail.com
All’epoca “ lo Spirito del Tempo”, ma stavano firmando la Storia dell’Arte.
Il Gruppo Zero (1957 - 1966) teorizzava il superamento di ogni esperienza plastica artistica passata. Carica di significato e di conseguenze intellettuali – filosofiche era l’idea di “arte allargata”. L’arte si appropriava dell’ambiente ed affiancava al colore, con pari dignità e potenzialità espressive, la luce e lo spazio percepito attraverso il movimento.
Nanda Vigo, architetto – designer – artista, proprio rivendicando un’assoluta libertà da ogni corrente e filosofia creativa, incarna perfettamente l’artista che opera nella “Zero - Zone”, insieme a Otto Piene, Heinz Mack, Guenther Uecker, Piero Manzoni, Lucio Fontana, Jean Tinguely, Yves Klein.
Luce e movimento i due fari da seguire; la luce come struttura portante del progetto, il movimento come scintilla per presentire, cogliere lo spazio; luogo fisico dove la percezione assume un’importanza maggiore della forma. Cronotopi, Light Project, Light Tree, Totem sono generatori di energia e di armonia.
La smaterializzazione dell’oggetto, soprattutto nei Light Project, invece, una sottile operazione concettuale. Il progetto sostituisce la realizzazione diventando materializzazione dell’oggetto stesso.
I Cronotopi, generatori di “vibrazioni” psicologiche, procedono alla smaterializzazione dell’immagine, quindi, dell’ Io.
La personale di Nanda Vigo scompone e ricompone l’ambiente tra Passato e Presente.
Cronotopi, Light Tree, Light Project, ma anche Genesis, Totem “reinventano” lo spazio della galleria.
(Manuela Composti)
Nanda Vigo è nata a Milano nel 1936. Vive e lavora tra Milano e l’Africa orientale.
Dimostra interesse per l’arte fin dalla tenera età, quando ha occasione di trascorrere del tempo in compagnia di Filippo de Pisis, amico di famiglia, e di osservare le architetture di Giuseppe Terragni da cui – si può azzardare a dire – ha imparato l’attenzione alla luce.
Dopo essersi laureata all’Institut Polytechnique di Lausanne e un importante stage a San Francisco, nel 1959 Vigo apre il proprio studio a Milano. Da quel momento il tema essenziale della sua arte diventa il conflitto/armonia tra luce e spazio, che l’artista utilizza nel proprio lavoro, anche come architetto o designer. Dal 1959 frequenta lo studio di Lucio Fontana prima, e poi si avvicina agli artisti che avevano fondato la galleria Azimut a Milano, Piero Manzoni ed Enrico Castellani. In quel periodo tra i diversi viaggi per le mostre in tutta l’Europa (più di 400 mostre collettive e personali), Vigo conosce gli artisti e i luoghi del movimento ZERO in Germania, Olanda e Francia.
Nel 1959 inizia la progettazione della ZERO house a Milano, terminata solo nel 1962. Tra il 1964 e il 1966 ha partecipato ad almeno tredici mostre ZERO, compresa NUL 65 allo Stedelijk Museum di Amsterdam e ZERO: An Exhibition of European Experimental Art alla Gallery of Modern Art di Washington D.C. Nel 1965 l’artista ha curato la leggendaria mostra ZERO avantgarde nello studio di Lucio Fontana a Milano, con la partecipazione di ben 28 artisti.
Tra il 1965 e il 1968 ha progettato e creato con Gio Ponti la Casa sotto la foglia, a Malo (Vi). Nel 1971 Vigo viene premiata con il New York Award for Industrial Design per il suo sviluppo delle lampade (Lampada Golden Gate) e nello stesso anno progetta e realizza uno dei suoi progetti più spettacolari per la Casa-Museo già di Remo Brindisi a Lido di Spina (Fe).
Nel 1976 ha vinto il 1° Premio St. Gobain per il design del vetro.
Nel 1982 l’artista ha partecipato alla 40a Biennale di Venezia.
Nel 2007 ha curato l’allestimento della mostra “Piero Manzoni – Milano et Mitologia” a Palazzo Reale a Milano. Nella sua attività Vigo opera con un rapporto interdisciplianare tra arte, design, architettura, ambiente, è impegnata in molteplici progetti sia nella sua veste di architetto che di designer che di artista. Quello che contraddistingue la sua vivace carriera è l’attenzione e la ricerca dell’Arte, che la spinge ad aprire collaborazioni con i personaggi più significativi del nostro tempo ed a intraprendere sempre progetti volti alla valorizzazione dell’Arte come la mostra ITALIAN ZERO & avantgarde 60’s al MAMM Museum di Mosca.
Dal mese di aprile 2013 alcune opere di Vigo sono presenti nella collezione del Ministero degli Affari Esteri. Nel 2014 espone nella mostra: Coundown to Tomorrow, 1950s-60s al Guggenheim Museum di New York.
Il Gruppo Zero (1957 - 1966) teorizzava il superamento di ogni esperienza plastica artistica passata. Carica di significato e di conseguenze intellettuali – filosofiche era l’idea di “arte allargata”. L’arte si appropriava dell’ambiente ed affiancava al colore, con pari dignità e potenzialità espressive, la luce e lo spazio percepito attraverso il movimento.
Nanda Vigo, architetto – designer – artista, proprio rivendicando un’assoluta libertà da ogni corrente e filosofia creativa, incarna perfettamente l’artista che opera nella “Zero - Zone”, insieme a Otto Piene, Heinz Mack, Guenther Uecker, Piero Manzoni, Lucio Fontana, Jean Tinguely, Yves Klein.
Luce e movimento i due fari da seguire; la luce come struttura portante del progetto, il movimento come scintilla per presentire, cogliere lo spazio; luogo fisico dove la percezione assume un’importanza maggiore della forma. Cronotopi, Light Project, Light Tree, Totem sono generatori di energia e di armonia.
La smaterializzazione dell’oggetto, soprattutto nei Light Project, invece, una sottile operazione concettuale. Il progetto sostituisce la realizzazione diventando materializzazione dell’oggetto stesso.
I Cronotopi, generatori di “vibrazioni” psicologiche, procedono alla smaterializzazione dell’immagine, quindi, dell’ Io.
La personale di Nanda Vigo scompone e ricompone l’ambiente tra Passato e Presente.
Cronotopi, Light Tree, Light Project, ma anche Genesis, Totem “reinventano” lo spazio della galleria.
(Manuela Composti)
Nanda Vigo è nata a Milano nel 1936. Vive e lavora tra Milano e l’Africa orientale.
Dimostra interesse per l’arte fin dalla tenera età, quando ha occasione di trascorrere del tempo in compagnia di Filippo de Pisis, amico di famiglia, e di osservare le architetture di Giuseppe Terragni da cui – si può azzardare a dire – ha imparato l’attenzione alla luce.
Dopo essersi laureata all’Institut Polytechnique di Lausanne e un importante stage a San Francisco, nel 1959 Vigo apre il proprio studio a Milano. Da quel momento il tema essenziale della sua arte diventa il conflitto/armonia tra luce e spazio, che l’artista utilizza nel proprio lavoro, anche come architetto o designer. Dal 1959 frequenta lo studio di Lucio Fontana prima, e poi si avvicina agli artisti che avevano fondato la galleria Azimut a Milano, Piero Manzoni ed Enrico Castellani. In quel periodo tra i diversi viaggi per le mostre in tutta l’Europa (più di 400 mostre collettive e personali), Vigo conosce gli artisti e i luoghi del movimento ZERO in Germania, Olanda e Francia.
Nel 1959 inizia la progettazione della ZERO house a Milano, terminata solo nel 1962. Tra il 1964 e il 1966 ha partecipato ad almeno tredici mostre ZERO, compresa NUL 65 allo Stedelijk Museum di Amsterdam e ZERO: An Exhibition of European Experimental Art alla Gallery of Modern Art di Washington D.C. Nel 1965 l’artista ha curato la leggendaria mostra ZERO avantgarde nello studio di Lucio Fontana a Milano, con la partecipazione di ben 28 artisti.
Tra il 1965 e il 1968 ha progettato e creato con Gio Ponti la Casa sotto la foglia, a Malo (Vi). Nel 1971 Vigo viene premiata con il New York Award for Industrial Design per il suo sviluppo delle lampade (Lampada Golden Gate) e nello stesso anno progetta e realizza uno dei suoi progetti più spettacolari per la Casa-Museo già di Remo Brindisi a Lido di Spina (Fe).
Nel 1976 ha vinto il 1° Premio St. Gobain per il design del vetro.
Nel 1982 l’artista ha partecipato alla 40a Biennale di Venezia.
Nel 2007 ha curato l’allestimento della mostra “Piero Manzoni – Milano et Mitologia” a Palazzo Reale a Milano. Nella sua attività Vigo opera con un rapporto interdisciplianare tra arte, design, architettura, ambiente, è impegnata in molteplici progetti sia nella sua veste di architetto che di designer che di artista. Quello che contraddistingue la sua vivace carriera è l’attenzione e la ricerca dell’Arte, che la spinge ad aprire collaborazioni con i personaggi più significativi del nostro tempo ed a intraprendere sempre progetti volti alla valorizzazione dell’Arte come la mostra ITALIAN ZERO & avantgarde 60’s al MAMM Museum di Mosca.
Dal mese di aprile 2013 alcune opere di Vigo sono presenti nella collezione del Ministero degli Affari Esteri. Nel 2014 espone nella mostra: Coundown to Tomorrow, 1950s-60s al Guggenheim Museum di New York.
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