Pierre-Etienne Morelle. Tenseness
Dal 18 Novembre 2016 al 31 Gennaio 2017
Milano
Luogo: Loom Gallery
Indirizzo: via Marsala 7
Orari: da martedì a sabato ore 12-19
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 87064323
E-Mail info: ask@loomgallery.com
Sito ufficiale: http://www.loomgallery.com/
Loom Gallery è lieta di presentare la prima mostra perso- nale in italia di Pierre Etienne Morelle.
Le opere di Pierre-Etienne Morelle affrontano le caratteri- stiche fisiche e meccaniche delle materie prime, analizzano le sfide delle forze elementari attraverso risultati sperimentali; coinvolgendo il pubblico nella realizzazione del processo di creazione, esplorandone il fallimento previsto, attraverso installazioni, video e performance. Il risultato è una disamina dei rapporti derivanti tra lo spazio circostante e il visitatore: dove oggetti e materiali presenti creano situa- zioni estreme, che non possono essere facilmente mantenute e contenute, poiché in bilico e rischiose.
Il punto di partenza della mostra, è la decostruzione del concetto classico di galleria, intesa come un santuario, e il modo di presentare al pubblico le opere d’arte. Il cubo bianco (l’archetipo di luogo espositivo modernista) da uno spazio sereno dove incontriamo le opere d’arte, è diventato il centro di dichiarazioni in materia di arte, quindi, un punto di intersezione dei conflitti.
Prima sostenuto, messo in dubbio, offeso, ferito e poi distrutto, lo spazio espositivo è diventato il veicolo primario dei messaggi dell’artista. Analogamente, la presentazione delle opere assumono un’importanza indipendente, completa di contenuti; segnando i confini all’interno dei quali viene confermata l’impossibilità di evaderne. La cornice e il vetro proteggono l’opera d’arte e ne garantiscono il ruolo; mettono in evidenza e circondano quella zona dove operano le regole peculiari; regole indipendenti e diverse dalla real- tà di tutti i giorni.
La mostra alla Loom Gallery tenta di riflettere su questi due elementi cruciali dello stato dell’opera d’arte, e lo fa attraverso la sua scomposizione e decostruzione. Annullando il rapporto tradizionalmente unito tra il telaio e il vetro, tra lo spettatore e lo spazio espositivo, si cerca di soppiantare i ruoli e il modo di presentare le opere d’arte. Il telaio e il vetro non cessano di sfidare i propri ruoli, e allo stesso tempo diventano opere d’arte essi stessi. In una lotta impari, la galleria-spazio (o il cubo bianco), soddisfa le aspettative e trasforma i gesti critici in opere d’arte.
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