Piotr Uklański. How They Met Themselves

Piotr Uklański. How They Met Themselves, Massimo De Carlo, Milano

 

Dal 15 Ottobre 2020 al 15 Ottobre 2020

Milano

Luogo: Massimo De Carlo

Indirizzo: piazza Belgioioso 2

Orari: su appuntamento da martedì a sabato 11:00 – 18:30



La galleria Massimo De Carlo è lieta di presentare How They Met Themselves, la prima mostra personale di Piotr Uklański negli spazi espositivi di Palazzo Belgioioso a Milano.

Per How They Met Themselves, Piotr Uklański amplia una nuova serie di opere figurative avviata nei primi mesi del 2020 e presentata questa estate all’interno di un progetto pubblico organizzato dalla Art & Newport Foundation presso la Belmont Chapel, nel cimitero di Rhode Island. L’artista celebra le protagoniste delle opere dei preraffaelliti, confraternita di artisti fondata a Londra nel 1848 che rifiutava il classicismo rinascimentale della cultura accademica del tempo, preferendogli una maniera carica di suggestioni occulte ed erotiche ispirata all’arte italiana quattrocentesca.

Uklański ripensa i ritratti di Elizabeth ‘Lizzie’ Siddall, Jane Morris, Emma Jones, Annie Miller e delle altre muse, modelle e mogli dei preraffaelliti, non come un repertorio di bellezze al femminile, ma in una sorta di misteriosa sorellanza tra queste stunner – termine con cui i confratelli erano soliti riferirsi loro.

Emblematico è il ritratto di Elizabeth ‘Lizzie’ Siddall, modella e moglie di Gabriel Dante Rossetti, il cui acquarello How they met themselves (1851-60) dà il titolo alla mostra. Il richiamo non è casuale: nell’opera il pittore e la modella sono colti nell’attimo in cui incontrano i propri sosia, delineati da una luce evanescente e crepuscolare; nonostante indossino gli stessi abiti e presentino fisionomie analoghe, i sosia spettrali, dietro un’apparente somiglianza, suggeriscono al contrario divergenze profonde. Il tema del doppio è alla base della mostra milanese, i cui undici ritratti, pur trattandosi di rielaborazioni di materiale visivo storico, si presentano con una propria autonomia.

La critica Alissa Bennett, curatrice del catalogo di prossima uscita su questo nuovo corpo di lavori, scrive: “Piotr Uklański sceglie oculatamente i ritratti di Rossetti e dei confratelli preraffaelliti per proseguire la sua indagine sulle mancanze insite nell’atto dello sdoppiamento. Sebbene l’opera di Uklański sia spesso stata descritta come appropriativa, questo termine mi sembra un rimpiazzo in mancanza di uno più adeguato. Uklański rivisita questa corrente storica dalla forte carica simbolica con la creazione di doppelgänger: i suoi ‘doppioni stregati’ negano l’oggettivazione delle stunner dai lunghi capelli rossi, mettendo in scena un ritorno pittorico che sembra una resurrezione infestata. Uklański immagina l'atto del dipingere come una seduta spiritica in cui evocare le somiglianze dei modelli e soprattutto resuscitare le loro complesse storie individuali, salvandole dal destino di ‘muse’ unidimensionali. Le sue rivisitazioni onorano la capacità creativa della Siddall, poetessa e artista, e delle altre modelle preraffaellite. Negli ultimi anni studiosi e curatori hanno smascherato i ruoli di partner, collaboratrici e creative che queste donne ricoprivano a pieno titolo. In linea con queste importanti rivelazioni, le straordinarie opere di Uklański interrompono la visione di queste donne come muse oggettivate ed enfatizzano il loro ruolo di promotrici culturali e di protagoniste attive del movimento preraffaellita e della storia.

Con questa nuova serie di opere, Piotr Uklański va oltre la semplice appropriazione e trasforma le sue fonti visive in nuovi e inquietanti dipinti a olio, come dimostrano i ritratti speculari e dall’aspetto cadaverico Untitled (Mary Emma Jones as Proud Maisie) e Untitled (Gertrude Sandys as Proud Maisie). Se questi dipinti aprono una nuova strada formale nella pratica già poliedrica di Uklański, concettualmente si basano su un’attività longeva di Uklański con cui sfida i tropi della cultura visiva contemporanea, dall’emblematica opera del 1998 The Nazis, che presenta busti di attori nelle vesti di membri del Terzo Reich, alla recente serie di dipinti Ottomania (2017 - in corso), che reinterpreta ritratti di modelli europei in vesti e significanti orientali. Richiamandosi ora alle composizioni preraffaellite, Uklański libera queste figure femminili dall’essere manifestazioni univoche di un pensiero maschile.

Piotr Uklański è nato a Varsavia, Polonia nel 1968. Vive e lavora a New York. Sue mostre personali sono state allestite in importanti istituzioni come: The Metropolitan Museum of Art, New York (2015); Dallas Contemporary, Dallas (2014); Bass Museum, Miami (2013); Secession, Vienna (2007); Whitney Museum of American Art, New York (2007); Kunsthalle Basel, Basilea (2004); The Museum of Modern Art, New York (2000). Mostre collettive con il suo lavoro sono state organizzate, tra gli altri, da: Peggy Guggenheim Collection, Venezia (2014); Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2013); PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano (2010); Whitney Biennial, Whitney Museum, New York (2010); Tate Modern, Londra (2009); the Solomon R. Guggenheim Museum, New York (2007); MART Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto (2006); Centre Georges Pompidou, Parigi (2000). Uklański ha partecipato a: 26ma Biennale di San Paolo, San Paolo (2004); 50ma Biennale di Venezia, Venezia (2003); 8th Biennale di Lione, Lione (2005); 63ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, Venezia (2006); 5th Berlin Biennale, Berlino (2008); 75th Whitney Biennial, Whitney Museum, New York (2010); documenta 14, Kassel e Athens (2017); 16th Istanbul Biennial, Istanbul (2019). Le opere di Piotr Uklański sono incluse in importanti collezioni pubbliche e private, come: Metropolitan Museum of Art, New York; Museum of Modern Art, New York; Solomon R. Guggenheim, New York; Tate Modern, Londra; Walker Art Center, Minneapolis; Museum of Contemporary Art, Chicago; Museum of Modern Art, Varsavia; Migros Museum of Contemporary Art, Zurigo; Rubell Family Collection, Miami; Francois Pinault Foundation, Parigi; e Muzeum Susch, Susch.

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