Pulci più di prima, ora. Valerio Eliogabalo Torrisi dialoga con gli archivi resistenti

Valerio Eliogabalo Torrisi, Ultimi Canti | Casa della Memoria (Milano). Installation view I Ph. Carlotta Tornaghi

 

Dal 5 July 2025 al 21 September 2025

Milano

Luogo: Casa della Memoria

Indirizzo: Via Federico Confalonieri 14

Orari: lunedì: chiuso | Da martedì a domenica: 10:30 - 18:00

Curatori: Salvatore Cristofaro

Enti promotori:

  • Comune di Milano

Costo del biglietto: Ingresso gratuito


In occasione dell’ottantesimo Anniversario della Liberazione, la Casa della Memoria di Milano presenta Pulci più di prima, ora, mostra in cui l’artista Valerio Eliogabalo Torrisi dialoga con gli archivi resistenti, a cura di Salvatore Cristofaro. Parte del palinsesto ufficiale del Comune di Milano Tempo di pace e di libertà. Ottant’anni di Liberazione, l’esposizione propone una riflessione poetica e civile sul valore della memoria attraverso il linguaggio dell’arte contemporanea.

Lontano da ogni celebrazione retorica, Pulci più di prima, ora si radica nei materiali d’archivio custoditi all’interno della Casa della Memoria — in particolare quelli dell’ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi Nazisti) e dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri — per dare voce a storie sommerse, corpi dimenticati, lettere e diari che raccontano vite spezzate ma ostinate nella loro dignità.

«Sento le pulci ovunque: sui nostri corpi, sulle parole che usano, sulle geografie polimorfe che abitiamo e vorremmo chiamare casa. […] Vedo pulci in ogni dove, più di prima, ora», trascrive nel testo introduttivo il curatore Salvatore Cristofaro. È da questa immagine — tratta da un diario anonimo di un internato militare — che prende forma la mostra: una condizione di infestazione che si fa metafora del presente, in cui «gli estremismi diventano nuclei centrali del potere» e i principi della resistenza sembrano sempre più offuscati da «riti nostalgici, riemersi dai battiti del tempo».

Le opere esposte sono tutte inedite, frutto di mesi di studio e confronto dell’artista con i documenti d’archivio. Torrisi ha lavorato a stretto contatto con lettere di condannati a morte, testimonianze di deportati, racconti di confino e vite clandestine. «Storie di sorelle guerriere, racconti d’amore spezzati che viaggiavano su lettere cucite sulla schiena di sconosciuti» — scrive Cristofaro — si intrecciano in un percorso espositivo che restituisce dignità al gesto più fragile e radicale: scrivere, anche quando le dita sono spezzate, per lasciare una traccia, un addio, una promessa.

«Cosa significa davvero essere un artista politico?» si chiede Torrisi. «Esistere, camminare per strada, portare in giro la propria persona, occupare uno spazio è già di per sé politico. Parlare, usare le parole, è politico. E politiche sono le opere di qualunque artista che vive il contemporaneo.» Una consapevolezza maturata nel tempo, che si è rafforzata quando, invitato a confrontarsi con gli archivi della Resistenza, ha scelto di concentrarsi sulle «piccole storie della “gente qualunque”, essendo questi la vera resistenza, quella fatta di bigliettini nascosti, scritti di fretta, di strategie da concordare nei retro di una chiesa».
 
Tre sono le opere principali in mostra:
Canti da cortile: un’installazione fotografica ispirata a un disegno realizzato da Lodovico Barbiano di Belgiojoso durante la prigionia. L’opera reimmagina il ritrovo serale dei “romani” — compagni di prigionia uniti dal canto — «non più abbozzato a matita, ma documentato da uno di loro, per portare nel tempo il momento di spensieratezza, non la prigione», spiega Torrisi. Un gesto di resistenza emotiva, che celebra la forza della comunità anche nei luoghi del dolore.

Ultimi canti
: un’installazione partecipativa costruita attorno alle ultime lettere conservate presso l’Istituto Parri. Scatoloni d’archivio si trasformano in elementi monumentali su cui si adagiano centinaia di fogli con frasi scritte in rosso che riportano alcuni passaggi provenienti dalle lettere d’addio, dai messaggi alla madre, dai pensieri ai figli: parole semplici, potenti, attraversate da dignità, rassegnazione, ostinazione. Il pubblico è invitato a prenderle in carico, ad accompagnarle simbolicamente nel loro viaggio interrotto, verso chi avrebbe dovuto riceverle.

Altre frasi saranno visibili su schermi a LED distribuiti per la città di Milano
, per arrivare a tutte e a tutti, per far cantare anche lo spazio urbano, trasformando la memoria in presenza viva e collettiva.

Canto nuovo
: una video-installazione corale realizzata con la collaborazione del coro LGBTQIA+ milanese Checcoro, ispirata a un sogno custodito tra le celle di un carcere politico: un nuovo inno alla libertà, «con din don dan e con idee di un mondo libero», come raccontato da Dario Venegoni, presidente nazionale di ANED.

Pulci più di prima, ora
non è solo una mostra, ma un gesto collettivo, una festa della memoria che affida all’arte il compito di custodire e rilanciare i valori della Resistenza. Come afferma Cristofaro: «È una mostra che parla di cori, cori improvvisati in nome della libertà, della resistenza, della lotta di ieri per oggi, per un mondo libero, comunitario e resistente. Una mostra d’archivio: un archivio di vite che si ritrovano a lottare ancora, scrivendo e cantando per difendere quella libertà che ottant’anni fa fu duramente conquistata.».

Pulci più di prima, ora è dunque un canto: fragile e politico, individuale e corale. Un’opera plurale che affida all’arte il compito di raccontare la Storia attraverso le storie, senza eroismi, senza retorica. Come conclude Torrisi: «Non sono più singole storie importanti, nel senso giornalistico, ma tante piccole storie che creano la Storia. Tante parti che creano una grande narrazione

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