Sebastiano Benegiamo. Glow in the mist
Dal 23 Ottobre 2014 al 28 Novembre 2014
Milano
Luogo: The Format - Contemporary Culture Gallery
Indirizzo: Via G.E. Pestalozzi 10
Orari: da martedi a venerdì 15-20 o su appuntamento
Curatori: Guido Cabib
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 43128242
E-Mail info: theformatculturegallery@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.theformatgallery.com
L'artista presenta una serie dipinti inediti e realizzati appositamente per lo spazio The Format Balcony.
Il ritratto non è solo un genere pittorico, ma una rappresentazione della percezione che gli artisti di ogni epoca ebbero di sé e dell’uomo più in generale, ciascuno secondo il proprio tempo, la propria cultura e la propria storia
Fra i più noti filosofi contemporanei del pensiero post-decostruzionista, Jean-Luc Nancy è autore di un fondamentale libro sul ritratto (Il ritratto e il suo sguardo, 2000). Al centro del suo esame la reciprocità dello sguardo fra soggetto e spettatore. La tesi, centrale nello studio e nella critica dell’arte, parte dalla constatazione base che la produzione di ogni opera, nel presupporre l’esistenza di uno spettatore, trovi la propria giustificazione intrinseca. Nel caso del ritratto, la complessità relazionale aumenta esponenzialmente fino a comprendere, oltre al rapporto spettatore-opera, la relazione tra artista e modello.
Il filosofo francese finisce per attribuire al ritratto uno statuto ontologico: non un genere come gli altri, ma un riferimento essenziale e concreto per misurare l’esercizio della rappresentazione. Nancy individua nel ritratto un medium in grado di interpretare la complessità propria della realtà. L’atto dell’osservare e le aspettative di produrre una fedele immagine del soggetto hanno conferito al ritratto il potere di manifestare il nodo inesauribile tra identità soggettiva e immagine pubblica.
I 13 splendidi ritratti di Sebastiano Benegiamo sono la rappresentazione dell'uomo di oggi , in piena rivoluzione ed evoluzione post-industrale.
Che oggi in Occidente sia in atto una crisi di valori come raramente si è dato nella nostra storia, è un fatto che nessun osservatore, di qualsiasi estrazione culturale e politica, osa negare. C’è un senso di perdita, una rottura, l’abbandono del grembo materno con l’ingresso in un mondo non necessariamente ostile ma sconosciuto, che non ci appartiene. E in un’epoca che vede in crisi le fondamenta della nostra comunità - la famiglia e la scuola non più capaci di educare ma solo di istruire - questa società ci prende con sé, vuole allattarci e custodirci per rispondere al nostro desiderio di abbandono. I ritratti di Sebastiano sono alessitimici, così come l’alessitimia ci rende incapaci di nominare e di esprimere le nostre emozioni.così le figure ritratte (il bambino, il santo, il papa, l'artista, il gallerista, il generale, la maestra, la fidanzata, il demiurgo, etc) sono prive quasi totalmente di identificazione, sono contorni sbiaditi, erosi, senza alcuna narrazione, perdono definitivamente la possibilità di essere protagonisti della loro vita.Il nostro cuore a volte è solo un lento battito, un muscolo ottuso che non sa svelarsi alla magia del mondo e al futuro che penetra l’ignoto.
Il ritratto non è solo un genere pittorico, ma una rappresentazione della percezione che gli artisti di ogni epoca ebbero di sé e dell’uomo più in generale, ciascuno secondo il proprio tempo, la propria cultura e la propria storia
Fra i più noti filosofi contemporanei del pensiero post-decostruzionista, Jean-Luc Nancy è autore di un fondamentale libro sul ritratto (Il ritratto e il suo sguardo, 2000). Al centro del suo esame la reciprocità dello sguardo fra soggetto e spettatore. La tesi, centrale nello studio e nella critica dell’arte, parte dalla constatazione base che la produzione di ogni opera, nel presupporre l’esistenza di uno spettatore, trovi la propria giustificazione intrinseca. Nel caso del ritratto, la complessità relazionale aumenta esponenzialmente fino a comprendere, oltre al rapporto spettatore-opera, la relazione tra artista e modello.
Il filosofo francese finisce per attribuire al ritratto uno statuto ontologico: non un genere come gli altri, ma un riferimento essenziale e concreto per misurare l’esercizio della rappresentazione. Nancy individua nel ritratto un medium in grado di interpretare la complessità propria della realtà. L’atto dell’osservare e le aspettative di produrre una fedele immagine del soggetto hanno conferito al ritratto il potere di manifestare il nodo inesauribile tra identità soggettiva e immagine pubblica.
I 13 splendidi ritratti di Sebastiano Benegiamo sono la rappresentazione dell'uomo di oggi , in piena rivoluzione ed evoluzione post-industrale.
Che oggi in Occidente sia in atto una crisi di valori come raramente si è dato nella nostra storia, è un fatto che nessun osservatore, di qualsiasi estrazione culturale e politica, osa negare. C’è un senso di perdita, una rottura, l’abbandono del grembo materno con l’ingresso in un mondo non necessariamente ostile ma sconosciuto, che non ci appartiene. E in un’epoca che vede in crisi le fondamenta della nostra comunità - la famiglia e la scuola non più capaci di educare ma solo di istruire - questa società ci prende con sé, vuole allattarci e custodirci per rispondere al nostro desiderio di abbandono. I ritratti di Sebastiano sono alessitimici, così come l’alessitimia ci rende incapaci di nominare e di esprimere le nostre emozioni.così le figure ritratte (il bambino, il santo, il papa, l'artista, il gallerista, il generale, la maestra, la fidanzata, il demiurgo, etc) sono prive quasi totalmente di identificazione, sono contorni sbiaditi, erosi, senza alcuna narrazione, perdono definitivamente la possibilità di essere protagonisti della loro vita.Il nostro cuore a volte è solo un lento battito, un muscolo ottuso che non sa svelarsi alla magia del mondo e al futuro che penetra l’ignoto.
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