Sergio Breviario. Avrei Brio
Dal 17 Giugno 2021 al 11 Luglio 2021
Milano
Luogo: Casa degli Artisti
Indirizzo: Via Tommaso da Cazzaniga - Corso Garibaldi
Sito ufficiale: http://www.casadegliartisti.net
Casa degli Artisti presenta da giovedì 17 giugno a domenica 11 luglio 2021 Avrei Brio, mostra personale di Sergio Breviario che propone una serie di lavori realizzati durante la sua residenza, pensati per dialogare con lo spazio espositivo del piano terra ma anche con la città intera.
Qualche giorno prima dell'inaugurazione, alcune delle opere che saranno poi presentate in mostra nella Casa, gireranno per le piazze della città, realizzando di fatto un'anteprima itinerante ma anche una forma inattesa di condivisione e di giocosa propaganda.
Questa anticipazione fuori dal contesto espositivo non vuole essere una performance ma si pone come parte integrante della mostra stessa, come un inizio allo scoperto e una ricerca del pubblico sul campo. Un'azione non priva di rischi, se si considera la natura di questi oggetti itineranti: delicatissimi disegni a grafite dura montati su specchi e protetti all’interno di cornici che esorbitano il loro consueto spessore fino a diventare parallelepipedi lunghi 127 centimetri. Cornici apparentemente eccessive, ironicamente calcolate al centimetro, che alludono a una profondità di immagini che faticano a contenere.
Le opere nomadi, dopo aver percorso la città, approdano infine alla Casa, dove la mostra è articolata in tre zone. Nella prima qualcosa del modo esterno, un bosco, accoglie i visitatori, ponendosi come una sorta di area di decompressione e, nelle intenzioni di Breviario, una zona di conforto per lo spettatore, dove prendere fiato sulla soglia tra il dentro e il fuori, prima di immergersi nelle acque cui guardano e da cui provengono le creature fantastiche protagoniste dei suoi disegni. Questi si trovano a fluttuare nello spazio della seconda zona, dove sono collocati diagonalmente in modo da non poter mai essere visti due per volta ma solo singolarmente e da uno spettatore alla volta. La mostra è pensata per essere vista in solitudine o da piccoli gruppi, in coerenza con i tempi che stiamo vivendo, ma per una ragione diversa da questa.
Nella terza zona una grande tela stesa sul pavimento invita a perdere la verticalità e a galleggiare sulla sua superficie per conquistare l'unica posizione da cui è possibile vedere l'ultimo disegno.
Sono come sabbie mobili i disegni di Breviario, e sono proprio le cornici che ci avvertono della loro profondità. Apparentemente duri come laghi ghiacciati, si rompono sotto il peso dello sguardo e la nostra visione si allaga. Quando guardiamo l'ultimo disegno siamo sott'acqua, sdraiati sul fondo della nostra visione.
La mostra sarà accompagnata da un testo critico del curatore e critico Milovan Farronato.
Sergio Breviario nasce a Bergamo nel 1974. Nel 1992 si trasferisce a Milano per frequentare l’Accademia di Brera. L’ambiente artistico di quegli anni contribuisce a formarne il bagaglio culturale. Nel 1998, tramite il Progetto Erasmus, studia presso la Kingston University di Londra. Nel 2002 partecipa al Corso Superiore di Arti Visive presso la Fondazione Ratti di Como, dove il confronto con altri artisti provenienti da diverse parti del mondo si è poi rivelato fondamentale. Nel 2006 frequenta Wherever We Go, workshop tenuto da Adrian Paci, che gli permette di confrontarsi con giovani artisti internazionali. La sua ricerca si basa sul verificare sistemi espositivi che risultino essi stessi processi artistici. Oscillando fra l’utopia modernista e la coscienza post-moderna, mette in scena meccanismi espositivi privi di certezze assolute, sperimentando un approccio partecipativo. Dal 2003 partecipa ad esposizioni in Italia e all’estero, tra cui si segnalano: 2020. Italian imaginary, MLF | Marie-Laure Fleisch Gallery, Brussels, Belgio; 2020. Bodies on stage, performances from home in the time of quarantine, a cura di Andrea Contin, in collaborazione con Teatro LinguaggiCreativi, Museum of Modern and Contemporary Art, Rijeka, Croazia; 2020. Tic!Tic!Toc!, Spazio C.o.s.mo. Milano; 2019. Ottomilanovecentodiciannove, Riss(e), Varese; 2019. Nimbo o aureola quadrata e il disegno di Watteaux, a cura di Gianluca Brogna, Ex Elettrofonica, Roma; 2016. Fotoromanzo, a cura di Ilaria Mariotti, Palazzo delle Esposizioni Villa Pacchiani di Santa Croce sull’Arno; 2014. Artist Run Space International Show, a cura di Chung Sae Yong, Space BAR, Gallery TOMA, Art Space Bangchun, Project 9-21, TAEGU Corea del Sud; 2014. Drawing for Lightnings, Kunstraum t27, Berlino; 2013. 21 quadrati, Galleria Marie-Laure Fleisch, Roma; 2013. Moroso award for contemporary art, a cura di Andrea Bruciati, testo critico di Adriana Polveroni, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia; 2013. Arimortis, a cura di Milovan Farronato e Roberto Cuoghi, Museo del 900, Milano; 012. C’est la nuit qu’il est beau de croire à la lumière, a cura di Jean-Marie Reynier e Ermanno Cristini, Fort militaire de Chillon, Montreux, Svizzera; 2012. Prototipo di macchina per la conquista del mondo, a cura di Ludovico Pratesi, Fondazione Pescheria Centro Arti Visive, Pesaro; 2011. A ruota libera, a cura di Milovan Farronato e Chiara Agnello, MAXXI Museo delle Arti del XXI secolo, Roma.
“Inatteso. Qui, con modalità che ora non saprei spiegare, mi è stato detto cosa può essere arte e cosa non può esserlo. Jole in questo è stata encomiabile. Per noi avere a che fare con lei e la Casa degli Artisti è stata una specie di detonazione. Della Casa ricordo le eterne ed infinite discussioni attorno le “cose”; così erano definite le questioni che riguardavano l’arte. Oggi ho all’incirca l’età che aveva Jole quando la conobbi. La riapertura della Casa potrebbe essere un’occasione in più per riprendere in mano le sue considerazioni e i suoi scritti.”
Contributi
Un accompagnamento sonoro, con musiche originali di Taketo Gohara e Yae Gohara per Avrei Brio, sarà riprodotto tre volte ogni ora per tutta la durata della mostra.
Taketo Gohara è un produttore discografico, tecnico del suono e sound designer giapponese. Nasce a Milano nel 1975 da una famiglia di artisti. Nel corso della sua carriera ha lavorato come produttore, arrangiatore e tecnico del suono con vari gruppi e artisti italiani tra cui Vinicio Capossela, Brunori Sas, Elisa, Biagio Antonacci, Motta, Vasco Brondi, Ministri e i Negramaro. Insegna Sound Design all’Istituto Europeo di Design e al Centro Professione Musica di Milano. Nell’ambito cinematografico è specializzato come sound designer e ha all’attivo più di 30 film come mixatore di colonne sonore in Surround.
Si ringrazia Bose Professional per il supporto tecnico.
Il bosco interno a cura di Green Wise
Per il progetto Avrei Brio di Sergio Breviario, Green Wise allestisce la prima zona della mostra, ricreando al suo interno un ritaglio di bosco.
Una porzione di paesaggio naturale verrà trasportata nella prima sala dell’esposizione: una combinazione di freschi alberi, arbusti ed erbe che faranno dimenticare al visitatore gli spazi freddi e asettici della città, fonte inconsapevole di stress, creando un senso di quiete e immersione.
L’insolito ambiente di un bosco situato all’interno di un edificio e il conforto, la leggerezza che il contatto con la natura porta, guideranno gli ospiti all’inizio di questo viaggio nel fluttuante e suggestivo mondo dell’artista.
In linea con la filosofia di Green Wise, studio di green design impegnato nella sostenibilità, la bellezza della natura sarà celebrata non solo con la riproduzione estetica della sua forma ma anche attraverso l’utilizzo di materiali rispettosi dell’ambiente.
Opening: 17 giugno ore 16.30-21.00
Qualche giorno prima dell'inaugurazione, alcune delle opere che saranno poi presentate in mostra nella Casa, gireranno per le piazze della città, realizzando di fatto un'anteprima itinerante ma anche una forma inattesa di condivisione e di giocosa propaganda.
Questa anticipazione fuori dal contesto espositivo non vuole essere una performance ma si pone come parte integrante della mostra stessa, come un inizio allo scoperto e una ricerca del pubblico sul campo. Un'azione non priva di rischi, se si considera la natura di questi oggetti itineranti: delicatissimi disegni a grafite dura montati su specchi e protetti all’interno di cornici che esorbitano il loro consueto spessore fino a diventare parallelepipedi lunghi 127 centimetri. Cornici apparentemente eccessive, ironicamente calcolate al centimetro, che alludono a una profondità di immagini che faticano a contenere.
Le opere nomadi, dopo aver percorso la città, approdano infine alla Casa, dove la mostra è articolata in tre zone. Nella prima qualcosa del modo esterno, un bosco, accoglie i visitatori, ponendosi come una sorta di area di decompressione e, nelle intenzioni di Breviario, una zona di conforto per lo spettatore, dove prendere fiato sulla soglia tra il dentro e il fuori, prima di immergersi nelle acque cui guardano e da cui provengono le creature fantastiche protagoniste dei suoi disegni. Questi si trovano a fluttuare nello spazio della seconda zona, dove sono collocati diagonalmente in modo da non poter mai essere visti due per volta ma solo singolarmente e da uno spettatore alla volta. La mostra è pensata per essere vista in solitudine o da piccoli gruppi, in coerenza con i tempi che stiamo vivendo, ma per una ragione diversa da questa.
Nella terza zona una grande tela stesa sul pavimento invita a perdere la verticalità e a galleggiare sulla sua superficie per conquistare l'unica posizione da cui è possibile vedere l'ultimo disegno.
Sono come sabbie mobili i disegni di Breviario, e sono proprio le cornici che ci avvertono della loro profondità. Apparentemente duri come laghi ghiacciati, si rompono sotto il peso dello sguardo e la nostra visione si allaga. Quando guardiamo l'ultimo disegno siamo sott'acqua, sdraiati sul fondo della nostra visione.
La mostra sarà accompagnata da un testo critico del curatore e critico Milovan Farronato.
Sergio Breviario nasce a Bergamo nel 1974. Nel 1992 si trasferisce a Milano per frequentare l’Accademia di Brera. L’ambiente artistico di quegli anni contribuisce a formarne il bagaglio culturale. Nel 1998, tramite il Progetto Erasmus, studia presso la Kingston University di Londra. Nel 2002 partecipa al Corso Superiore di Arti Visive presso la Fondazione Ratti di Como, dove il confronto con altri artisti provenienti da diverse parti del mondo si è poi rivelato fondamentale. Nel 2006 frequenta Wherever We Go, workshop tenuto da Adrian Paci, che gli permette di confrontarsi con giovani artisti internazionali. La sua ricerca si basa sul verificare sistemi espositivi che risultino essi stessi processi artistici. Oscillando fra l’utopia modernista e la coscienza post-moderna, mette in scena meccanismi espositivi privi di certezze assolute, sperimentando un approccio partecipativo. Dal 2003 partecipa ad esposizioni in Italia e all’estero, tra cui si segnalano: 2020. Italian imaginary, MLF | Marie-Laure Fleisch Gallery, Brussels, Belgio; 2020. Bodies on stage, performances from home in the time of quarantine, a cura di Andrea Contin, in collaborazione con Teatro LinguaggiCreativi, Museum of Modern and Contemporary Art, Rijeka, Croazia; 2020. Tic!Tic!Toc!, Spazio C.o.s.mo. Milano; 2019. Ottomilanovecentodiciannove, Riss(e), Varese; 2019. Nimbo o aureola quadrata e il disegno di Watteaux, a cura di Gianluca Brogna, Ex Elettrofonica, Roma; 2016. Fotoromanzo, a cura di Ilaria Mariotti, Palazzo delle Esposizioni Villa Pacchiani di Santa Croce sull’Arno; 2014. Artist Run Space International Show, a cura di Chung Sae Yong, Space BAR, Gallery TOMA, Art Space Bangchun, Project 9-21, TAEGU Corea del Sud; 2014. Drawing for Lightnings, Kunstraum t27, Berlino; 2013. 21 quadrati, Galleria Marie-Laure Fleisch, Roma; 2013. Moroso award for contemporary art, a cura di Andrea Bruciati, testo critico di Adriana Polveroni, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia; 2013. Arimortis, a cura di Milovan Farronato e Roberto Cuoghi, Museo del 900, Milano; 012. C’est la nuit qu’il est beau de croire à la lumière, a cura di Jean-Marie Reynier e Ermanno Cristini, Fort militaire de Chillon, Montreux, Svizzera; 2012. Prototipo di macchina per la conquista del mondo, a cura di Ludovico Pratesi, Fondazione Pescheria Centro Arti Visive, Pesaro; 2011. A ruota libera, a cura di Milovan Farronato e Chiara Agnello, MAXXI Museo delle Arti del XXI secolo, Roma.
“Inatteso. Qui, con modalità che ora non saprei spiegare, mi è stato detto cosa può essere arte e cosa non può esserlo. Jole in questo è stata encomiabile. Per noi avere a che fare con lei e la Casa degli Artisti è stata una specie di detonazione. Della Casa ricordo le eterne ed infinite discussioni attorno le “cose”; così erano definite le questioni che riguardavano l’arte. Oggi ho all’incirca l’età che aveva Jole quando la conobbi. La riapertura della Casa potrebbe essere un’occasione in più per riprendere in mano le sue considerazioni e i suoi scritti.”
Contributi
Un accompagnamento sonoro, con musiche originali di Taketo Gohara e Yae Gohara per Avrei Brio, sarà riprodotto tre volte ogni ora per tutta la durata della mostra.
Taketo Gohara è un produttore discografico, tecnico del suono e sound designer giapponese. Nasce a Milano nel 1975 da una famiglia di artisti. Nel corso della sua carriera ha lavorato come produttore, arrangiatore e tecnico del suono con vari gruppi e artisti italiani tra cui Vinicio Capossela, Brunori Sas, Elisa, Biagio Antonacci, Motta, Vasco Brondi, Ministri e i Negramaro. Insegna Sound Design all’Istituto Europeo di Design e al Centro Professione Musica di Milano. Nell’ambito cinematografico è specializzato come sound designer e ha all’attivo più di 30 film come mixatore di colonne sonore in Surround.
Si ringrazia Bose Professional per il supporto tecnico.
Il bosco interno a cura di Green Wise
Per il progetto Avrei Brio di Sergio Breviario, Green Wise allestisce la prima zona della mostra, ricreando al suo interno un ritaglio di bosco.
Una porzione di paesaggio naturale verrà trasportata nella prima sala dell’esposizione: una combinazione di freschi alberi, arbusti ed erbe che faranno dimenticare al visitatore gli spazi freddi e asettici della città, fonte inconsapevole di stress, creando un senso di quiete e immersione.
L’insolito ambiente di un bosco situato all’interno di un edificio e il conforto, la leggerezza che il contatto con la natura porta, guideranno gli ospiti all’inizio di questo viaggio nel fluttuante e suggestivo mondo dell’artista.
In linea con la filosofia di Green Wise, studio di green design impegnato nella sostenibilità, la bellezza della natura sarà celebrata non solo con la riproduzione estetica della sua forma ma anche attraverso l’utilizzo di materiali rispettosi dell’ambiente.
Opening: 17 giugno ore 16.30-21.00
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