Tiziano Soro. Happiness Pop Up

Tiziano Soro, Last Dinner, 2009, acrilico su tela, 120x120 cm.

 

Dal 14 Dicembre 2017 al 16 Gennaio 2018

Milano

Luogo: Galleria Area/B

Indirizzo: via Marco D’Oggiono 10

Orari: dal martedì al sabato, h. 10-13 / 15-18. Chiuso domenica e lunedì

Curatori: Nian-Shan Chan, Thomas Marsan, Silvia Meschino e Giulia Morichi Python, studenti del master in Curatorial Practice dello IED di Venezia

Enti promotori:

  • In collaborazione con IED Venezia - Master in Curatorial Practice

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 02 89059535

E-Mail info: info@areab.it



Da sempre impegnata sul fronte della ricerca al fianco di giovani artisti, la galleria Area/B di Milano presenta dal 15 dicembre al 16 gennaio la personale “Tiziano Soro. Happines Pop Up”, un progetto espositivo pensato da Nian-Shan Chan, Thomas Marsan, Silvia Meschino e Giulia Morichi Python, giovani curatori provenienti dal master in Curatorial Practice dello IED di Venezia.
Gli studenti, in accordo con la galleria, hanno selezionato l’artista, le opere – circa venticinque, tra tele, sculture in resina e litografie, pezzi unici e multipli –, definito l’allestimento, redatto il testo critico, mettendosi alla prova “sul campo” e seguendo tutte le fasi di organizzazione e preparazione dell’esposizione. 

Il lavoro di Tiziano Soro si presta molto bene ad essere sottoposto al vaglio critico di occhi giovani e sguardi freschi: la sua arte, tanto spensierata quanto cinica, in cui le tinte piatte e i colori pastello richiamano il mondo dell’infanzia, si rifà all’universo della fiaba, del mito, della leggenda metropolitana trasformandole in materia viva e malleabile, da plasmare a piacimento producendo capovolgimenti e inversioni del significato originario.
Le fonti iconografiche usate da Soro vanno dall’advertising americana degli anni Cinquanta e Sessanta, serbatoio iconografico inesauribile in cui convivono i miti dell’amore romantico con quelli dell’invasione aliena, al cinema e alla televisione, dai tatuaggi fino ai giocattoli per bambini, molti dei quali sono usati dall’artista come basi per le sue sculture. 
L’utilizzo di tali fonti extra-pittoriche, perlopiù dal sapore vintage, crea una pittura ibrida in cui si amalgamano immagini realistiche e simboli segnaletici, pattern ornamentali e colori zuccherini che sapientemente miscelati celano contenuti e significati poco rassicuranti.  

“A priori, – scrivono i curatori nel loro testo – la produzione artistica di Tiziano Soro sembra volta a rendere il pubblico sereno e spensierato, quasi fosse in uno stato di felicità. Soltanto in un secondo momento è possibile realizzare come ci sia un messaggio nascosto dietro a questa serena rappresentazione della realtà. […] Sweetbox-sb (2017), per esempio, è una scultura che trasforma una fragola in un essere grottesco dotato di canini; in Divine gardens (2010), un animale mitico quale l’unicorno viene rappresentato utilizzando il corpo di un asino; in The fishmonger's adventures (2010) l’innocua presenza di sottomarini gialli viene minacciata dall’arrivo di alcuni squali; in Domenica delle palme (2012), la quotidianità dell’uomo comune viene commentata con la presenza di farfalle nere”. 

L’immaginario di Tiziano Soro è quindi solo apparentemente ingenuo e colorato e nasconde un ulteriore livello di significato, meno edificante, percepito dall’osservatore come una sorta di disagio, come quando – spiega efficacemente l’artista – “da bambini ci viene insegnata la differenza tra quando si gioca e quando no e tu ti senti un po' spaesato. Ad esempio quando ho finito il modello della lumaca-cupcake più grande, mi sono accorto che le antenne le avevo fatte inclinate verso il basso: questo, in qualche maniera, nonostante la leggerezza dell'immagine, mi provoca un leggero senso di dolce sofferenza, senza la pretesa di soffrire realmente”. 

Completa la mostra un catalogo edito da Area/B e realizzato da Xxystudio con una presentazione di Nian-Shan Chan e Thomas Marsan e un’intervista all’artista di Silvia Meschino e Giulia Morichi Python. 

Il master in Curatorial Practice dello IED – Istituto Europeo di Design (Venezia)
Il corso, che affronta in maniera pragmatica il mondo della progettazione, della curatela e della gestione di mostre di matrice artistica e non solo, si pone l’obiettivo di fornire conoscenze e strumenti utili per intraprendere un percorso professionale come curatore all’interno di musei, gallerie, fiere di settore e case d’asta, e ne completa il profilo con approfondimenti specifici dedicati ad aree affini quali quelle della critica, dell’editoria, dell’educational, della consulenza e della gestione di studi e progetti d’arte. Suoi punti di forza sono il prestigio e l’unicità di Venezia, palcoscenico e luogo di incontro dell’arte contemporanea, una faculty di docenti di livello internazionale, coordinata da Jonathan Watkins, direttore della Ikon Gallery di Birmingham e curatore lui stesso di importanti mostre e padiglioni nazionali, ma anche l’apertura a iniziative ed attività che possono nascere spontaneamente dall’incontro fra professionisti e chi aspira ad esserlo.

Inaugurazione giovedì 14 dicembre ore 18.30

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