Traveling to Post History. Braco Dimitrijević
Dal 10 Giugno 2019 al 28 Settembre 2019
Milano
Luogo: M77 Gallery
Indirizzo: via Mecenate 77
Curatori: Danilo Eccher
E-Mail info: info@m77gallery.com
Sito ufficiale: http://m77gallery.com
"Non ci sono errori nella storia. L'intera storia è un errore"
Braco Dimitrijević
M77 Gallery presenta un nuovo progetto espositivo che dal 10 giugno animerà gli spazi della galleria: Traveling to Post History, personale dell’artista bosniaco Braco Dimitrijević (Sarajevo, 1948). La mostra, curata da Danilo Eccher, si iscrive nel segno delle ultime mostre proposte da M77, dove gli artisti vengono invitati a interagire e dialogare liberamente con gli spazi della galleria, per dar vita ogni volta a veri progetti site specific.
La mostra segna un grande ritorno a Milano dell’artista, già presentato nel 2015 nell’ambito dell’importante collettiva “Arts & Foods” di Germano Celant in Triennale in occasione dell’Expo, con un percorso che senza perdere la forte dimensione installativa attraversa i temi principali della ricerca artistica di Dimitrijević.
Ispirandosi alla sua produzione degli anni ’70, l’artista affronta il rapporto tra casualità e creatività con due grandi opere inedite realizzate appositamente per il progetto espositivo che mettono in discussione, quasi dissacrando, l’idea stessa di opera d’arte e il concetto di artista. Già da quegli anni Dimitrijević, in anticipo sulla teorizzazione di un’estetica relazionale, si riferisce al ruolo dell’artista come a quello di un “arrangiatore”, che dispone una situazione iniziale di cui il pubblico è co-autore e il cui risultato finale è imprevedibile.
Il visitatore è accolto da un’imponente installazione che vede protagoniste due barche, le cui vele ritraggono i volti di artisti e intellettuali quali Tesla, Modigliani Malevic e Gončarova, accomunati da vicende critiche alternanti e che hanno visto la propria fama essere riconosciuta solo molti anni dopo aver prodotto le opere per cui sono considerati dei maestri. Oltre alla casualità della fama, in queste opere Dimitrijević, in cui il ritratto è accostato all’elemento organico - cocchi, in questo caso - pone l’accento anche sulla natura, con la sua capacità di riequilibrare le forze in campo. Una presenza ricorrente in tutta la produzione dell’artista.
Il percorso prosegue con due serie di lavori dell’artista bosniaco, articolate intorno alla grande installazione Heralds of Post History, l’opera già presentata in Arts and Foods. Si tratta delle fotografie appartenenti alla serie Balkan Walzer: ritratti di famosi compositori “sfregiati” dai picconi i quali rompono la superficie del vetro e rimangono incastonati nell’opera, dove un peperoncino rosso rievoca un rivolo di sangue. Questa serie introduce altri temi cari all’artista, la continua commistione tra natura e artificio (frutta, oggetti di uso comune), il ricorrere a personaggi della Storia per lui particolarmente significativi, da onorare, o stigmatizzare, esprimendo in questo modo giudizi etici ed estetici sulla Cultura, sull’Arte e il ruolo dell’artista.
La seconda selezione di lavori è dedicata invece a un altro importante corpus nella produzione dell’artista che consiste in installazioni che creano incontri stranianti tra animali selvatici e opere d’arte. Dialoghi silenziosi in cui la natura e la cultura si fronteggiano in una dimensione sospesa.
Come suggerisce il titolo dell’esposizione, la ricerca di Braco Dimitrijević parte da una posizione critica nei confronti della Storia: l’artista ha sviluppato il concetto di “Post Storia” all’interno del trattato Tractatus Post Historicus del 1976, qualche anno prima della coniazione del Postmodernismo, definendola come coesistenza di concetti e modelli differenti, pluralismo della verità e tempo di una visione multi-angolare.
“La causalità in realtà è il determinismo nascosto perché non c'è nulla di casuale, tutto va visto in una prospettiva cosmica” - spiega l'artista. “Lo dimostrano i tanti errori della storia che mette ai margini persone come se fossero 'passanti' e poi li ripropone come eroi. Basti pensare a Kafka, El Greco dimenticato per 300 anni, Van Gogh e tanti altri. Io racconto questa storia”.
La mostra rimarrà aperta al pubblico fino a 28 settembre 2019 e sarà accompagnata da un catalogo in cui il curatore Danilo Eccher dialoga con l’artista.
BRACO DIMITRIJEVIC è nato a Sarajevo nel 1948 e vive e lavora a Parigi.
Ha tenuto la sua prima esposizione nel 1958 all’età di 10 anni.
Diplomato all’Accademia di Zagabria nel 1971, ha proseguito gli studi alla Saint Martin’s School of Art a Londra.
Ha partecipato tre volte a Documenta (1972, 1976 e 1993) e cinque volte alla Biennale di Venezia (1976, 1982, 1990, 1993 e 2009).
Le sue mostre personali sono apparse in tutto il mondo: a Torino nel 1974, l’anno successivo a New York, al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles e all’ICA di Londra, nel 1985 alla Tate Gallery di Londra, nel 1993 a Gerusalemme, al Russian State Museum di San Pietroburgo nel 2005, nel 2016 alla GAM di Torino e nel 2017 a Berlino.
Sue opere sono conservate tra gli altri nelle collezioni della Tate Gallery, del Centre Pompidou e nella collezione "Terrae Motus" alla Reggia di Caserta.
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