Veronica Gaido. Dedalo e altre storie
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Veronica Gaido, San Lorenzo, 2021. Tre Oci, Venezia
Dal 06 Giugno 2022 al 15 Luglio 2022
Milano
Luogo: STILL Fotografia
Indirizzo: Via Zamenhof 11
Orari: martedì-venerdì 10-13 / 14-18; giovedì 10-13 / 14-19
Curatori: Denis Curti
Telefono per informazioni: +39 02.36744528
E-Mail info: info@stillfotografia.it
Sito ufficiale: http://www.stillfotografia.it
Dal 7 giugno al 15 luglio 2022, STILL Fotografia a Milano ospita la mostra di Veronica Gaido, Dedalo e altre storie, dedicate ai cantieri navali Sanlorenzo, oltre a una selezione speciale di progetti personali dell’artista.
Il nucleo dell’esposizione, curata da Denis Curti, ruota attorno a quaranta immagini che raccontano la storia dei Cantieri Sanlorenzo, poste in dialogo con la città di Venezia e alla sua millenaria tradizione di regina dei mari.
In queste sue opere, Veronica Gaido mette in archivio la complessa e spesso conflittuale relazione tra figura e sfondo. “Le fotografie – afferma Denis Curti - si dimostrano essere la materializzazione di quello sviluppo armonico che consente di non percepire più alcuna differenza fra i diversi piani. Tutto è democraticamente proposto con la stessa forza e la stessa misura. Lo sfondo non è più solo accoglienza: finalmente può giocare un ruolo da protagonista. La figura è certamente accolta nel contesto, ma non è più la sola a definire il perimetro di senso dell’intera immagine. E allora è come stare dentro un sogno”.
Quelle che l’artista viareggina cattura, sono forme in costante mutazione, grazie a una ripresa in movimento, che attraggono l’occhio del visitatore e contemporaneamente lo ingannano. L’iniziale certezza, indotta dalla rassicurante emozione del riconoscimento, svanisce e lascia spazio alla nostra immaginazione.
Veronica Gaido offre quindi la possibilità di trovare quella dimensione esperienziale che raramente appartiene alle fotografie, perché troppo descrittive e spesso destinate a recitare le sintesi frammentate della realtà.
“È per questo motivo – prosegue Denis Curti - che mi piace definire le immagini di Veronica come dei pensieri visivi. Dentro queste astrazioni ci sono tante storie, c’è soprattutto quantità umana, perché riconosco quella capacità di ascoltare e percepire il silenzio. E questa abilità affascina chiunque si accosti a queste fotografie”.
Veronica Gaido nasce a Viareggio nel 1974 e muove i primi passi nel mondo fotografico ancora adolescente, trasferendosi prima a Milano, dove studia all’Istituto Italiano di Fotografia e poi nelle grandi metropoli per ampliare le sue esperienze frequentando workshop formativi. Nel 2001 collabora con la Biennale di Venezia di Harald Szeemann per il bunker poetico di Marco Nereo Rotelli. Nell’agosto del 2002 tiene la sua prima mostra Sabbie Mobili nello spazio di Massimo Rebecchi a Forte dei Marmi, curata da Maurizio Vanni. Oltre al lavoro professionistico di fotografo, la Gaido ha esplorato nuove prospettive utilizzando un drone per riprese aeree dedicandosi alla creazione di un video per la Fondazione Henraux, presentato alla Triennale di Milano nel 2012. Nello stesso anno la fotografa fa parte della giuria “Premio Fondazione Henraux”, presieduta da Philippe Daverio, creando il progetto Awareness of Matter. Nel 2013 realizza un tour tra India e Bangladesh che porta al progetto Atman curato da Enrico Mattei e Roberto Mutti. Espone a Pietrasanta, Milano, Londra e Parigi. Dal 2014 si dedica al progetto Mogador interamente realizzato nel porto di Essaouira in Marocco. Al termine delle lavorazioni, la Gaido espone nel 2017 il suo lavoro con Vito Tongiani a Rabat, Essaouira e Siviglia. Le serie Aphrodite, 2017, e Invisible Cities, 2013-2018, sono state esposte nel 2019, a Roma al museo S.Salvatore in Lauro. Il progetto Dedalo è stato presentato alla Casa dei Tre Oci a Venezia, in contemporanea con la Biennale del 2021.
OPENING: lunedì 6 giugno ore 18.00
Il nucleo dell’esposizione, curata da Denis Curti, ruota attorno a quaranta immagini che raccontano la storia dei Cantieri Sanlorenzo, poste in dialogo con la città di Venezia e alla sua millenaria tradizione di regina dei mari.
In queste sue opere, Veronica Gaido mette in archivio la complessa e spesso conflittuale relazione tra figura e sfondo. “Le fotografie – afferma Denis Curti - si dimostrano essere la materializzazione di quello sviluppo armonico che consente di non percepire più alcuna differenza fra i diversi piani. Tutto è democraticamente proposto con la stessa forza e la stessa misura. Lo sfondo non è più solo accoglienza: finalmente può giocare un ruolo da protagonista. La figura è certamente accolta nel contesto, ma non è più la sola a definire il perimetro di senso dell’intera immagine. E allora è come stare dentro un sogno”.
Quelle che l’artista viareggina cattura, sono forme in costante mutazione, grazie a una ripresa in movimento, che attraggono l’occhio del visitatore e contemporaneamente lo ingannano. L’iniziale certezza, indotta dalla rassicurante emozione del riconoscimento, svanisce e lascia spazio alla nostra immaginazione.
Veronica Gaido offre quindi la possibilità di trovare quella dimensione esperienziale che raramente appartiene alle fotografie, perché troppo descrittive e spesso destinate a recitare le sintesi frammentate della realtà.
“È per questo motivo – prosegue Denis Curti - che mi piace definire le immagini di Veronica come dei pensieri visivi. Dentro queste astrazioni ci sono tante storie, c’è soprattutto quantità umana, perché riconosco quella capacità di ascoltare e percepire il silenzio. E questa abilità affascina chiunque si accosti a queste fotografie”.
Veronica Gaido nasce a Viareggio nel 1974 e muove i primi passi nel mondo fotografico ancora adolescente, trasferendosi prima a Milano, dove studia all’Istituto Italiano di Fotografia e poi nelle grandi metropoli per ampliare le sue esperienze frequentando workshop formativi. Nel 2001 collabora con la Biennale di Venezia di Harald Szeemann per il bunker poetico di Marco Nereo Rotelli. Nell’agosto del 2002 tiene la sua prima mostra Sabbie Mobili nello spazio di Massimo Rebecchi a Forte dei Marmi, curata da Maurizio Vanni. Oltre al lavoro professionistico di fotografo, la Gaido ha esplorato nuove prospettive utilizzando un drone per riprese aeree dedicandosi alla creazione di un video per la Fondazione Henraux, presentato alla Triennale di Milano nel 2012. Nello stesso anno la fotografa fa parte della giuria “Premio Fondazione Henraux”, presieduta da Philippe Daverio, creando il progetto Awareness of Matter. Nel 2013 realizza un tour tra India e Bangladesh che porta al progetto Atman curato da Enrico Mattei e Roberto Mutti. Espone a Pietrasanta, Milano, Londra e Parigi. Dal 2014 si dedica al progetto Mogador interamente realizzato nel porto di Essaouira in Marocco. Al termine delle lavorazioni, la Gaido espone nel 2017 il suo lavoro con Vito Tongiani a Rabat, Essaouira e Siviglia. Le serie Aphrodite, 2017, e Invisible Cities, 2013-2018, sono state esposte nel 2019, a Roma al museo S.Salvatore in Lauro. Il progetto Dedalo è stato presentato alla Casa dei Tre Oci a Venezia, in contemporanea con la Biennale del 2021.
OPENING: lunedì 6 giugno ore 18.00
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