Il mosaico ri-trovato
Dal 16 Dicembre 2012 al 12 Maggio 2013
Modena
Luogo: Lapidario Romano dei Musei Civici - Palazzo dei Musei
Indirizzo: largo Porta Sant'Agostino
Orari: da lunedì a venerdì 8-19; sabato e domenica 9.30-19; 25 dicembre e 1 gennaio 15-19
Enti promotori:
- Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena
- Provincia di Modena
- Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 059 2033125
Sito ufficiale: http://www.archeobologna.beniculturali.it/mostre/modena_mosaico_savignano.htm
Scoperto nel 1897 da Arsenio Crespellani (allora Ispettore delle Antichità e direttore del Museo Civico Archeologico di Modena), misurato, documentato, disegnato e poi sepolto di nuovo a pochi mesi dal ritrovamento, riscoperto due anni fa durante i lavori per realizzare una rotatoria e restaurato grazie al sostegno della Provincia di Modena, sarà finalmente sotto gli occhi di tutti a partire dal 16 dicembre 2012.
A volte ritornano. Il mosaico di Savignano sul Panaro è il protagonista della mostra "IL MOSAICO RI-TROVATO" allestita a Modena fino al 12 maggio 2013
A 115 anni esatti di distanza dal suo primo ritrovamento, il mosaico tardoromano di Savignano -riscoperto e restaurato- torna a vedere la luce nel Lapidario Romano dei Musei Civici a partire dal 16 dicembre.
Con la mostra “Il mosaico ri-trovato”, promossa dal Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena in collaborazione con la Provincia di Modena e la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, viene restituita alla città un’importante testimonianza dell’illustre passato del nostro territorio.
I resti di una grande struttura di tarda età romana erano venuti in luce per la prima volta a Savignano sul Panaro, nei pressi dell’antica via Claudia, nel 1897. Erano emersi mosaici pavimentali eccezionali che avevano destato l’attenzione dell’allora direttore del Museo Civico di Modena, Arsenio Crespellani, tanto da spingerlo a intraprendere un vero e proprio scavo archeologico durante il quale i tappeti musivi vennero documentati con splendidi acquerelli policromi.
L’importanza del ritrovamento risultò subito palese: si trattava evidentemente di un edificio di pregio che testimoniava la presenza nel territorio di Savignano di una residenza legata all’élite della società tardoantica.
Al termine delle indagini ottocentesche i mosaici vennero ricoperti nel luogo stesso del ritrovamento e per più di un secolo non se ne parlò più anche se certamente non se ne perse la memoria, oltretutto testimoniata dai pregevoli disegni che ne documentavano l’esistenza.
L'occasione per il recupero si è presentata tra il 2010 e il 2011, durante i lavori per la realizzazione di una rotatoria. Sapendo che in quel luogo era stato rinvenuto il mosaico, la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna ha disposto il controllo archeologico che ha individuato di nuovo i resti del complesso architettonico; si sono così potute completare le indagini archeologiche, consentendo al contempo il distacco del mosaico di uno degli ambienti.
Il tappeto musivo misurava originariamente circa 7 x 4,50 metri; è decorato con elementi a treccia, geometrici e vegetali stilizzati alternati al nodo di Salomone, con un tondo centrale incorniciato da una corona di lauro che delimita una decorazione figurata forse di natura simbolica. L’accostamento di tessere policrome in pietra e cotto a tessere vitree di colore verde smeraldo e rosso rubino denota l’importanza dell’ambiente e la ricchezza del committente.
Il distacco del mosaico, effettuato dalla Società di scavo Tecne, e l’attento restauro eseguito da Ugo Capriani e Susanna Marabini di Wunderkammer, lavori finanziati dalla Provincia di Modena, hanno permesso di valorizzare un reperto davvero unico.
In occasione della mostra sarà pubblicata l’edizione scientifica dello scavo a cura di Luca Mercuri con contributi di Donato Labate, Silvia Pellegrini, Ilaria Pulini, Carla Corti, Maria Grazia Maioli, Stefano Lugli, Giorgia Della Casa e Ugo Capriani.
La mostra “Il mosaico ri-trovato” aprirà i battenti domenica 16 dicembre, a partire dalle ore 11, nel Lapidario Romano del Palazzo dei Musei dove rimarrà allestita fino al 12 maggio 2013.
Il giorno dell’inaugurazione fornirà il pretesto per il consueto brindisi natalizio, accompagnato dall’ormai tradizionale omaggio del calendario 2013, dedicato quest’anno al riscoperto mosaico.
A volte ritornano. Il mosaico di Savignano sul Panaro è il protagonista della mostra "IL MOSAICO RI-TROVATO" allestita a Modena fino al 12 maggio 2013
A 115 anni esatti di distanza dal suo primo ritrovamento, il mosaico tardoromano di Savignano -riscoperto e restaurato- torna a vedere la luce nel Lapidario Romano dei Musei Civici a partire dal 16 dicembre.
Con la mostra “Il mosaico ri-trovato”, promossa dal Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena in collaborazione con la Provincia di Modena e la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, viene restituita alla città un’importante testimonianza dell’illustre passato del nostro territorio.
I resti di una grande struttura di tarda età romana erano venuti in luce per la prima volta a Savignano sul Panaro, nei pressi dell’antica via Claudia, nel 1897. Erano emersi mosaici pavimentali eccezionali che avevano destato l’attenzione dell’allora direttore del Museo Civico di Modena, Arsenio Crespellani, tanto da spingerlo a intraprendere un vero e proprio scavo archeologico durante il quale i tappeti musivi vennero documentati con splendidi acquerelli policromi.
L’importanza del ritrovamento risultò subito palese: si trattava evidentemente di un edificio di pregio che testimoniava la presenza nel territorio di Savignano di una residenza legata all’élite della società tardoantica.
Al termine delle indagini ottocentesche i mosaici vennero ricoperti nel luogo stesso del ritrovamento e per più di un secolo non se ne parlò più anche se certamente non se ne perse la memoria, oltretutto testimoniata dai pregevoli disegni che ne documentavano l’esistenza.
L'occasione per il recupero si è presentata tra il 2010 e il 2011, durante i lavori per la realizzazione di una rotatoria. Sapendo che in quel luogo era stato rinvenuto il mosaico, la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna ha disposto il controllo archeologico che ha individuato di nuovo i resti del complesso architettonico; si sono così potute completare le indagini archeologiche, consentendo al contempo il distacco del mosaico di uno degli ambienti.
Il tappeto musivo misurava originariamente circa 7 x 4,50 metri; è decorato con elementi a treccia, geometrici e vegetali stilizzati alternati al nodo di Salomone, con un tondo centrale incorniciato da una corona di lauro che delimita una decorazione figurata forse di natura simbolica. L’accostamento di tessere policrome in pietra e cotto a tessere vitree di colore verde smeraldo e rosso rubino denota l’importanza dell’ambiente e la ricchezza del committente.
Il distacco del mosaico, effettuato dalla Società di scavo Tecne, e l’attento restauro eseguito da Ugo Capriani e Susanna Marabini di Wunderkammer, lavori finanziati dalla Provincia di Modena, hanno permesso di valorizzare un reperto davvero unico.
In occasione della mostra sarà pubblicata l’edizione scientifica dello scavo a cura di Luca Mercuri con contributi di Donato Labate, Silvia Pellegrini, Ilaria Pulini, Carla Corti, Maria Grazia Maioli, Stefano Lugli, Giorgia Della Casa e Ugo Capriani.
La mostra “Il mosaico ri-trovato” aprirà i battenti domenica 16 dicembre, a partire dalle ore 11, nel Lapidario Romano del Palazzo dei Musei dove rimarrà allestita fino al 12 maggio 2013.
Il giorno dell’inaugurazione fornirà il pretesto per il consueto brindisi natalizio, accompagnato dall’ormai tradizionale omaggio del calendario 2013, dedicato quest’anno al riscoperto mosaico.
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