La grafica artistica della Ditta Baj
Dal 17 Dicembre 2023 al 08 Gennaio 2024
Chiasso | Mondo
Luogo: m.a.x. museo
Indirizzo: Via Dante Alighieri 6
Orari: martedì – domenica 10.00 – 12.00 / 14.00 – 18.00
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +41 58 122.42.52
E-Mail info: info@maxmuseo.ch
Sito ufficiale: http://www.centroculturalechiasso.ch
Dal 15 dicembre 2023 all’8 gennaio 2024, il m.a.x. museo di Chiasso (Svizzera) ospita una mostra dossier che documenta la grafica artistica della Ditta Baj, una impresa dolciaria e di panettoni, largamente conosciuta sia in Italia, sia in Svizzera.
L’esposizione, allestita nell’atrio dell’edificio raccoglie una serie di grafiche originali vintage di etichette, vetrofanie, il packaging storico delle scatole di latta e di cartone, oltre a esempi della réclame artistica della Ditta Baj.
“Nei primi decenni del Novecento - afferma Cesare Baj, pronipote del fondatore, nonché divulgatore scientifico e aviatore - connotati dal grande progresso della scienza e della tecnica, dal forte spirito cosmopolita e dal prorompere delle prime avanguardie letterarie e artistiche è affascinante mettere in evidenza il sottile legame del panettone Baj con l’aeropoeta Filippo Tommaso Marinetti, al quale mi sento legato anche come aviatore, e con il Futurismo in particolare. Da ricordare che proprio nei primi anni del Novecento i cieli “si popolarono di macchine volanti”, che sono presenti anche nelle grafiche d'epoca dei panettoni Baj”.
Questa connessione specifica di innovazione della grafica è maggiormente evidente alla luce della mostra in corso, fino al 7 aprile 2024 al m.a.x. museo Fortunato Depero e Gilbert Clavel. Futurismo = SperimentazionE. ARTOPOLI. Nella prima sala del museo sono infatti esposte anche opere di Marinetti.
L'impresa fu fondata nella seconda metà dell’Ottocento da Giuseppe Baj (nato nel 1839), che lavorò fin da giovanissimo nella pasticceria di famiglia, dove si produceva panettone da tempo immemorabile; documenti risalenti alla fine dell'Ottocento attestano l’inizio dell’attività al 1768. Giuseppe Baj partecipò ventenne, come volontario garibaldino, nei Cacciatori delle Alpi, alle gloriose campagne per l’Unità d’Italia del 1859 e 1860.
Nel 1872 la Confetteria Baj si spostò in Piazza del Duomo, avviando contestualmente un’intensa attività di produzione e commercio di panettoni, cioccolato e altri prodotti dolciari, in uno “stabilimento a forza idraulica ed a vapore”. Giuseppe Baj fu premiato nel 1887 come il migliore produttore di panettoni di Milano e fu uno dei primissimi a elevare il panettone dal livello di produzione artigianale e diffusione locale alla realizzazione di elevati quantitativi, con una consistente diffusione nazionale e internazionale e un’estesa pubblicizzazione del prodotto “panettone” in generale. Il tutto mantenendo un altissimo livello di qualità. Così facendo Giuseppe Baj, con gli altri produttori milanesi di alto livello dell’epoca, pose le basi per lo sviluppo che avrà l’intero comparto nella seconda metà del Novecento.
La notorietà dell’attività di Giuseppe Baj si deduce anche dallo slogan che risuonava nella testa di tutti i milanesi tra Ottocento e Novecento: “Quando a Milano non vi era ancora il tramvaj già si gustava il Panettone Baj ”.
Il Panettone Baj continuò a essere protagonista anche negli anni trenta da alcuni dei figli di Giuseppe, tra cui Alfredo, nonno di Cesare Baj, ma a un livello ben lontano dai fasti del passato, fino a estinguersi verso la fine del decennio, allo scoppio della seconda guerra mondiale. Dal dopoguerra il dolce milanese poté tornare a offrire momenti di felicità gustativa nelle case di tutto il mondo, ma per rivedere il Panettone Baj si è dovuti giungere al 2023.
Le sedi della Ditta Baj
La casa madre fu a Milano in Via Santa Radegonda con sedi a Chiasso e Genova (fino alla Prima guerra mondiale)
La Confetteria Baj era frequentata da artisti, musicisti e letterati, che la citarono o descrissero in molte delle loro opere. Aveva per esempio come cliente fisso il fondatore del Futurismo, Filippo Tommaso Marinetti, che a Natale spediva ad amici e collaboratori un Panettone Baj con copie della sua rivista Poesia, ai giorni nostri oggetti di culto quasi introvabili. Marinetti, nelle sue memorie, parla della volontà di costruire un “panettone gigante della bontà e della veloce digestione, destinato a fugare la preistorica pastasciutta, di sei metri di diametro e due di altezza”. I pomeriggi in Confetteria Baj erano allietati dalle musiche suonate al pianoforte da Teresa, moglie di Giuseppe. La Confetteria Baj, con pochi edifici circostanti, tra cui anche il Caffè Cova, ebbe un curioso primato: l’illuminazione elettrica. Infatti nel 1883, proprio in Via Santa Radegonda, entrò in funzione la prima centrale elettrotermica in Europa, la seconda nel mondo dopo quella di Chicago, costruita dall’ingegner Colombo su progetto Edison. Fu così che da allora la clientela di Giuseppe Baj venne accolta alla luce delle lampadine elettriche. Per la cronaca, sempre nel 1883, il 26 dicembre, a pochi passi dalla Confetteria Baj, si svolse l’inaugurazione della stagione lirica della Scala, con La Gioconda di Amilcare Ponchielli, fra lo stupore e la meraviglia del pubblico presente. Fu infatti il primo teatro del continente illuminato grazie all’elettricità, per la precisione da 2880 lampade a incandescenza.
A oltre un secolo dall’epoca di massimo fulgore del Panettone Baj e dopo svariati decenni di oblio, due diretti pronipoti di Giuseppe Baj, Cesare, con un passato di editore, progettista di giocattoli scientifici e aviatore, e Tomaso, suo figlio, designer della comunicazione, hanno sentito un’ancestrale, irresistibile attrazione. Riguardando i cimeli della produzione dolciaria del loro antenato, le belle réclames risalenti a quasi un secolo e mezzo prima, le robuste confezioni per la spedizione postale dell’epoca, le idilliache fotografie che mostrano i figli di Giuseppe e Teresa in mezzo ai panettoni, in pose destinate a reclamizzare i prodotti di famiglia, i due pronipoti hanno sentito una sorta di “richiamo” verso questo settore dell’imprenditoria tradizionale. È così nata l’idea di riavviare una produzione del Panettone Baj in versione “XXI secolo”, che unisse i pregi di una ricetta vecchia di due secoli e mezzo alle più moderne tecniche di produzione. Per curare tutti gli aspetti produttivi sono stati coinvolti alcuni dei massimi esperti del settore dolciario, persone con decenni di attività alle spalle proprio nel settore del prodotto da forno, in grado di gestire ai massimi livelli la scelta degli ingredienti e il controllo di qualità, ovviamente nel rispetto della ricetta originale.
L’esposizione, allestita nell’atrio dell’edificio raccoglie una serie di grafiche originali vintage di etichette, vetrofanie, il packaging storico delle scatole di latta e di cartone, oltre a esempi della réclame artistica della Ditta Baj.
“Nei primi decenni del Novecento - afferma Cesare Baj, pronipote del fondatore, nonché divulgatore scientifico e aviatore - connotati dal grande progresso della scienza e della tecnica, dal forte spirito cosmopolita e dal prorompere delle prime avanguardie letterarie e artistiche è affascinante mettere in evidenza il sottile legame del panettone Baj con l’aeropoeta Filippo Tommaso Marinetti, al quale mi sento legato anche come aviatore, e con il Futurismo in particolare. Da ricordare che proprio nei primi anni del Novecento i cieli “si popolarono di macchine volanti”, che sono presenti anche nelle grafiche d'epoca dei panettoni Baj”.
Questa connessione specifica di innovazione della grafica è maggiormente evidente alla luce della mostra in corso, fino al 7 aprile 2024 al m.a.x. museo Fortunato Depero e Gilbert Clavel. Futurismo = SperimentazionE. ARTOPOLI. Nella prima sala del museo sono infatti esposte anche opere di Marinetti.
L'impresa fu fondata nella seconda metà dell’Ottocento da Giuseppe Baj (nato nel 1839), che lavorò fin da giovanissimo nella pasticceria di famiglia, dove si produceva panettone da tempo immemorabile; documenti risalenti alla fine dell'Ottocento attestano l’inizio dell’attività al 1768. Giuseppe Baj partecipò ventenne, come volontario garibaldino, nei Cacciatori delle Alpi, alle gloriose campagne per l’Unità d’Italia del 1859 e 1860.
Nel 1872 la Confetteria Baj si spostò in Piazza del Duomo, avviando contestualmente un’intensa attività di produzione e commercio di panettoni, cioccolato e altri prodotti dolciari, in uno “stabilimento a forza idraulica ed a vapore”. Giuseppe Baj fu premiato nel 1887 come il migliore produttore di panettoni di Milano e fu uno dei primissimi a elevare il panettone dal livello di produzione artigianale e diffusione locale alla realizzazione di elevati quantitativi, con una consistente diffusione nazionale e internazionale e un’estesa pubblicizzazione del prodotto “panettone” in generale. Il tutto mantenendo un altissimo livello di qualità. Così facendo Giuseppe Baj, con gli altri produttori milanesi di alto livello dell’epoca, pose le basi per lo sviluppo che avrà l’intero comparto nella seconda metà del Novecento.
La notorietà dell’attività di Giuseppe Baj si deduce anche dallo slogan che risuonava nella testa di tutti i milanesi tra Ottocento e Novecento: “Quando a Milano non vi era ancora il tramvaj già si gustava il Panettone Baj ”.
Il Panettone Baj continuò a essere protagonista anche negli anni trenta da alcuni dei figli di Giuseppe, tra cui Alfredo, nonno di Cesare Baj, ma a un livello ben lontano dai fasti del passato, fino a estinguersi verso la fine del decennio, allo scoppio della seconda guerra mondiale. Dal dopoguerra il dolce milanese poté tornare a offrire momenti di felicità gustativa nelle case di tutto il mondo, ma per rivedere il Panettone Baj si è dovuti giungere al 2023.
Le sedi della Ditta Baj
La casa madre fu a Milano in Via Santa Radegonda con sedi a Chiasso e Genova (fino alla Prima guerra mondiale)
La Confetteria Baj era frequentata da artisti, musicisti e letterati, che la citarono o descrissero in molte delle loro opere. Aveva per esempio come cliente fisso il fondatore del Futurismo, Filippo Tommaso Marinetti, che a Natale spediva ad amici e collaboratori un Panettone Baj con copie della sua rivista Poesia, ai giorni nostri oggetti di culto quasi introvabili. Marinetti, nelle sue memorie, parla della volontà di costruire un “panettone gigante della bontà e della veloce digestione, destinato a fugare la preistorica pastasciutta, di sei metri di diametro e due di altezza”. I pomeriggi in Confetteria Baj erano allietati dalle musiche suonate al pianoforte da Teresa, moglie di Giuseppe. La Confetteria Baj, con pochi edifici circostanti, tra cui anche il Caffè Cova, ebbe un curioso primato: l’illuminazione elettrica. Infatti nel 1883, proprio in Via Santa Radegonda, entrò in funzione la prima centrale elettrotermica in Europa, la seconda nel mondo dopo quella di Chicago, costruita dall’ingegner Colombo su progetto Edison. Fu così che da allora la clientela di Giuseppe Baj venne accolta alla luce delle lampadine elettriche. Per la cronaca, sempre nel 1883, il 26 dicembre, a pochi passi dalla Confetteria Baj, si svolse l’inaugurazione della stagione lirica della Scala, con La Gioconda di Amilcare Ponchielli, fra lo stupore e la meraviglia del pubblico presente. Fu infatti il primo teatro del continente illuminato grazie all’elettricità, per la precisione da 2880 lampade a incandescenza.
A oltre un secolo dall’epoca di massimo fulgore del Panettone Baj e dopo svariati decenni di oblio, due diretti pronipoti di Giuseppe Baj, Cesare, con un passato di editore, progettista di giocattoli scientifici e aviatore, e Tomaso, suo figlio, designer della comunicazione, hanno sentito un’ancestrale, irresistibile attrazione. Riguardando i cimeli della produzione dolciaria del loro antenato, le belle réclames risalenti a quasi un secolo e mezzo prima, le robuste confezioni per la spedizione postale dell’epoca, le idilliache fotografie che mostrano i figli di Giuseppe e Teresa in mezzo ai panettoni, in pose destinate a reclamizzare i prodotti di famiglia, i due pronipoti hanno sentito una sorta di “richiamo” verso questo settore dell’imprenditoria tradizionale. È così nata l’idea di riavviare una produzione del Panettone Baj in versione “XXI secolo”, che unisse i pregi di una ricetta vecchia di due secoli e mezzo alle più moderne tecniche di produzione. Per curare tutti gli aspetti produttivi sono stati coinvolti alcuni dei massimi esperti del settore dolciario, persone con decenni di attività alle spalle proprio nel settore del prodotto da forno, in grado di gestire ai massimi livelli la scelta degli ingredienti e il controllo di qualità, ovviamente nel rispetto della ricetta originale.
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