Wim Delvoye
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Installation view at Museum Tinguely, 2017 © 2017 ProLitteris, Zurich / Wim Delvoye. Photo: Museum Tinguely, Basel / Stefan Schmidlin
Dal 14 Giugno 2017 al 01 Gennaio 2018
Basilea | Mondo
Luogo: Museum Tinguely
Indirizzo: Paul Sacher-Anlage 1
Orari: Da martedì a domenica: dalle 11 alle 18. Lunedì chiuso
Curatori: Andres Pardey
Sito ufficiale: http://https://www.tinguely.ch
Il Museo Tinguely ospita nel 2017 la prima grande retrospettiva svizzera dell'artista belga Wim Delvoye. Fin dalla fine degli anni '80, Delvoye è conosciuto per opere che in maniera intelligente e spiritosa mescolano il profano al sublime e nelle quali la tradizione si scontra con l'utopia, l'artigianato con l'alta tecnologia.
Probabilmente le sue opere più conosciute sono le sue Cloacas, che ricostruiscono meccanicamente i processi fisiologici che si verificano all'interno del corpo umano tra l'ingestione e l'escrezione visualizzando una delle costanti di base della nostra esistenza. Le più recenti riproduzioni di macchine edili e camion che utilizzano ornamenti in stile gotico attestano il desiderio dell'artista di sperimentare a livello estetico cimentandosi con opere monumentali costruite su lastre di acciaio tagliate a laser.
La mostra a Basilea, realizzata in collaborazione con il MUDAM del Lussemburgo, si svolgerà dal 14 giugno 2017 al 1 gennaio 2018 e mostrerà tutta la gamma del lavoro di Delvoye dai primi giorni fino ad oggi.
L'attività di Delvoye è cominciata con i disegni che ha realizzato con un tratto infantile che può essere letto come il fondamento di ciò che sarebbe seguito. Qui troviamo già l'apertura, la curiosità, la voglia di monumentalità e l'emozione verso tutte le cose nuove e strane che hanno costantemente caratterizzato sia l'uomo che il suo lavoro.
L'arte di Delvoye è radicata nel suo patrimonio fiammingo con il suo amore per la tradizione, l'artigianato e l'ingegneria combinati con un'apertura al mondo, un'immaginazione viva e un forte utopismo - come testimoniano le opere di altri artisti fiamminghi come James Ensor, Paul Van Hoeydonck e Panamarenko. Allo stesso tempo, Delvoye è uno per il quale i confini nazionali non hanno alcun significato, per questo lavora con artigiani in Indonesia, Cina o Iran. Le sue tavole da stiro (1990) recano lo stemma del suo paese di origine, mentre i suoi 18 canoni olandesi a gas (1987 - 1988) sono decorati con la pittura della porcellana di Delft. I tubi in acciaio inox Chantier V (1995) sono supportati da piedini in porcellana appositamente realizzati, mentre alcuni dei miscelatori e barriere in Chantier I (1990-1992) sono in legno scolpito. I mezzi si mescolano; i materiali sono sospesi in una tensione creativa. Il banale è abbellito per renderlo arte; l'arte popolare diventa un pezzo da museo.
Delvoye ha creato la sua prima Cloaca nel 2001 e nel 2010 ne aveva realizzate nove. Queste macchine complesse usano enzimi e altre sostanze per ricostruire il processo di digestione umana in condizioni di laboratorio. L'intero tratto digestivo umano dalla bocca all'ano è ricostruito in isolamento dal resto e reso così visibile. Ciò che conta non è la forma dei singoli organi ma solo la loro funzione. I primi Cloacas, come il Cloaca-New and Improved (2001) mostrato nel Museo Tinguely, sono stati progettati come macchine di laboratorio puramente scientifiche.
Delvoye apprezza e utilizza ampiamente l'ironia. Dopo tutto, la costernazione dei suoi spettatori fa parte del suo repertorio artistico. Le considerazioni artistiche inevitabilmente sono intrise di quelle morali, specie quando le sue esibizioni includono Tim (2006 - 2008), l'uomo svizzero che ha venduto la sua pelle per i tatuaggi in primo luogo all'artista e poi a un collezionista - come durante la settimana di apertura dello spettacolo e ART Basel. Le domande sono semplicemente troppo urgenti per essere ignorate e chiedono di essere risolte in un modo o nell'altro.
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