Alla scoperta dei tesori conservati nei depositi - La collezione Spinelli
Dal 23 Gennaio 2021 al 24 Gennaio 2021
Napoli
Luogo: Canali social MANN
Indirizzo: online
Il sabato e la domenica sono i giorni di chiusura settimanale dei Musei nelle regioni gialle italiane, secondo le disposizioni governative per contrastare la diffusione del Coronavirus: nel prossimo fine settimana (23 e 24 gennaio), dopo la gioia della prima settimana di apertura, il MANN regalerà ai visitatori virtuali un viaggio emozionante alla scoperta di un particolare settore dei depositi del nostro Istituto.
Sulla pagina Facebook istituzionale ed, a seguire, sul canale Instagram, saranno postate alcune immagini dei reperti conservati nella Collezione Spinelli: gli scavi ottocenteschi di Marcello Spinelli permisero il recupero di oltre cinquemila opere (circa 3000 maufatti in metallo e 2300 vasi), provenienti da un numero imprecisato di corredi funerari, che sono stati rinvenuti nella necropoli dell’antica Suessula (Acerra). La collezione ebbe una fortuna altalenante: i reperti furono raccolti e organizzati su base tipologica nella Casina vanvitelliana di campagna del Marchese, trasformata in museo e da allora meta immancabile dei più noti studiosi dell’epoca.
Nel 1945, fu Amedeo Maiuri a scongiurare la dispersione di questo ricchissimo patrimonio, trasferendolo dalla residenza Spinelli, occupata da truppe militari prima tedesche e poi anglo-americane, al Museo Nazionale di Napoli: quattro anni dopo, l'erede Elena Spinelli donò la collezione al Museo.
Le celle che racchiudono i tesori posseduti da Spinelli si trovano nei sottotetti del MANN, nel segmento nuovo del deposito Sing-Sing, ribattezzato così per un parallelismo con il carcere americano di massima sicurezza: in ordinati spazi, dove si svolgono le pazienti attività di archeologi e restauratori che stanno catalogando e riordinando i manufatti non esposti nelle sale, è possibile incontrare tasselli imperdibili della cultura iconografica della Campania antica.
Sui social, così, saranno condivise le immagini di suggestivi reperti: situle (vasi a secchio) di produzione campana (V sec. a. C.); oinochoai (brocche per il vino), sempre realizzate nel territorio regionale e di età classica-ellenistica; un'anfora attica a figure nere della seconda metà del VI sec. a. C. con scena di combattimento tra Eracle e il centauro Nesso; diversi esemplari di vasi (anfore, hydriai) di ceramica attica a figure nere; oggetti di ornamento in bronzo come armille (bracciali) e fermatrecce della prima età del ferro.
Focus anche su alcuni scatti di repertorio con immagini storiche di allestimento dei reperti dall'antica Suessola.
Il percorso di approfondimento digitale dei tesori della collezione Spinelli si pone in sintonia con le principali linee guida delle iniziative museali: se, dal punto di vista simbolico, quando il MANN è chiuso è possibile entrare nei luoghi più "segreti" del Museo grazie alle nuove tecnologie, d'altro canto si intensificano i progetti per rendere fruibili i depositi al pubblico.
Dal virtuale al reale, per un itinerario di ricerca che avvicinerà il pubblico a vere e proprie meraviglie, spesso inedite.
Sulla pagina Facebook istituzionale ed, a seguire, sul canale Instagram, saranno postate alcune immagini dei reperti conservati nella Collezione Spinelli: gli scavi ottocenteschi di Marcello Spinelli permisero il recupero di oltre cinquemila opere (circa 3000 maufatti in metallo e 2300 vasi), provenienti da un numero imprecisato di corredi funerari, che sono stati rinvenuti nella necropoli dell’antica Suessula (Acerra). La collezione ebbe una fortuna altalenante: i reperti furono raccolti e organizzati su base tipologica nella Casina vanvitelliana di campagna del Marchese, trasformata in museo e da allora meta immancabile dei più noti studiosi dell’epoca.
Nel 1945, fu Amedeo Maiuri a scongiurare la dispersione di questo ricchissimo patrimonio, trasferendolo dalla residenza Spinelli, occupata da truppe militari prima tedesche e poi anglo-americane, al Museo Nazionale di Napoli: quattro anni dopo, l'erede Elena Spinelli donò la collezione al Museo.
Le celle che racchiudono i tesori posseduti da Spinelli si trovano nei sottotetti del MANN, nel segmento nuovo del deposito Sing-Sing, ribattezzato così per un parallelismo con il carcere americano di massima sicurezza: in ordinati spazi, dove si svolgono le pazienti attività di archeologi e restauratori che stanno catalogando e riordinando i manufatti non esposti nelle sale, è possibile incontrare tasselli imperdibili della cultura iconografica della Campania antica.
Sui social, così, saranno condivise le immagini di suggestivi reperti: situle (vasi a secchio) di produzione campana (V sec. a. C.); oinochoai (brocche per il vino), sempre realizzate nel territorio regionale e di età classica-ellenistica; un'anfora attica a figure nere della seconda metà del VI sec. a. C. con scena di combattimento tra Eracle e il centauro Nesso; diversi esemplari di vasi (anfore, hydriai) di ceramica attica a figure nere; oggetti di ornamento in bronzo come armille (bracciali) e fermatrecce della prima età del ferro.
Focus anche su alcuni scatti di repertorio con immagini storiche di allestimento dei reperti dall'antica Suessola.
Il percorso di approfondimento digitale dei tesori della collezione Spinelli si pone in sintonia con le principali linee guida delle iniziative museali: se, dal punto di vista simbolico, quando il MANN è chiuso è possibile entrare nei luoghi più "segreti" del Museo grazie alle nuove tecnologie, d'altro canto si intensificano i progetti per rendere fruibili i depositi al pubblico.
Dal virtuale al reale, per un itinerario di ricerca che avvicinerà il pubblico a vere e proprie meraviglie, spesso inedite.
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