Domenico Borrelli. RI – CONTENERSI
![Domenico Borrelli, Autobroccante 22 e Frammenti, installation view Domenico Borrelli, Autobroccante 22 e Frammenti, installation view](http://www.arte.it/foto/600x450/6a/133179-Domenico_Borrelli_Autobroccante_22_e_Frammenti_installation_view-min.jpg)
Domenico Borrelli, Autobroccante 22 e Frammenti, installation view
Dal 01 Ottobre 2022 al 19 Novembre 2022
Napoli
Luogo: Shazar Gallery
Indirizzo: Via Pasquale Scura 8
Orari: dal martedì al sabato dalle 14.30 alle 19.30 e su appuntamento
Telefono per informazioni: +39 081 1812 6773
E-Mail info: info@shazargallery.com
Sito ufficiale: http://www.shazargallery.com
Sabato 1 ottobre la Shazar Gallery presenta RI – CONTENERSI di Domenico Borrelli, la prima personale dell’artista torinese a Napoli.
Nel nuovo progetto realizzato in esclusiva per la galleria di via Pasquale Scura, tre figure antropomorfe dalle dimensioni imponenti affiancano elementi anch’essi ibridi, combinazione di oggetto e umano, che parlano di storie e di identità. Le sculture in resina pigmentata, Caraffante 22, Bottiglia 22, e Boccale 22, sono la rielaborazione di un progetto del 2004, in cui Domenico Borrelli espleta la sua attuale ricerca sul corpo, su una umanità mostrata parzialmente e contenuta da recipienti, gli esseri portatori e contenitori del carburante vitale dell’uomo, energia che viene a mancare o da proteggere, da conservare. La fusione dell’immagine classica e dell’oggetto creato dallo stesso uomo pone una domanda esistenziale - è l’uomo che diventa bottiglia oppure è la bottiglia a diventare uomo? Le incisioni che appaiono sulla superficie degli esseri mutanti contribuiscono ad una nuova lettura delle opere, come tatuaggi su pelle, sono timbri, segni labirintici che scavano e citano la città di Napoli con il suo passato, il mito e l’archeologia. Le tre sculture tendono a rappresentare la trasformazione imminente dell’essere, emblemi di una società che si trova di fronte a un cambiamento epocale, che ci conduce a riconsiderare la forma, la bellezza, lo spazio.
“La sua ricerca celebra da sempre il corpo come filo conduttore (Nietszche), il corpo quale luogo totemico (per l’arte è la scultura) come si costruisce sulla metrica e sull’ordine, strappandosi, in un continuo movimento, a togliere, dal potere e dal caos.” (Collisioni, Marisa Vescovo, 2011)
Domenico Borrelli, scultore torinese del 68’, docente di scultura all’Accademia di Belle Arti di Foggia. In 30 anni di attività artistica partecipa a numerose mostre in Italia e all’estero tra cui Nature and Metamorphosis a Beijing e Shanghai e Levia gravia da Umberto Benappi Arte Contemporanea, Torino. Alcune mostre personali sono Branco 1998 Studio Arte Recalcati – Torino, No Entry 2006 Studio Vigato di Alessandria, Memore 2017 Zaion Gallery, Biella. Fa parte di collezioni permanenti, compresi il museo Hakone Open-Air Museum di Tokyo, il Museo di Milevsko (Rep. Ceca), Igav Fondazione Garuzzo (Saluzzo), Loft Project ETAGI, San Pietroburgo (Russia), Parco d’Arte Quarelli (Roccaverano).
Nel nuovo progetto realizzato in esclusiva per la galleria di via Pasquale Scura, tre figure antropomorfe dalle dimensioni imponenti affiancano elementi anch’essi ibridi, combinazione di oggetto e umano, che parlano di storie e di identità. Le sculture in resina pigmentata, Caraffante 22, Bottiglia 22, e Boccale 22, sono la rielaborazione di un progetto del 2004, in cui Domenico Borrelli espleta la sua attuale ricerca sul corpo, su una umanità mostrata parzialmente e contenuta da recipienti, gli esseri portatori e contenitori del carburante vitale dell’uomo, energia che viene a mancare o da proteggere, da conservare. La fusione dell’immagine classica e dell’oggetto creato dallo stesso uomo pone una domanda esistenziale - è l’uomo che diventa bottiglia oppure è la bottiglia a diventare uomo? Le incisioni che appaiono sulla superficie degli esseri mutanti contribuiscono ad una nuova lettura delle opere, come tatuaggi su pelle, sono timbri, segni labirintici che scavano e citano la città di Napoli con il suo passato, il mito e l’archeologia. Le tre sculture tendono a rappresentare la trasformazione imminente dell’essere, emblemi di una società che si trova di fronte a un cambiamento epocale, che ci conduce a riconsiderare la forma, la bellezza, lo spazio.
“La sua ricerca celebra da sempre il corpo come filo conduttore (Nietszche), il corpo quale luogo totemico (per l’arte è la scultura) come si costruisce sulla metrica e sull’ordine, strappandosi, in un continuo movimento, a togliere, dal potere e dal caos.” (Collisioni, Marisa Vescovo, 2011)
Domenico Borrelli, scultore torinese del 68’, docente di scultura all’Accademia di Belle Arti di Foggia. In 30 anni di attività artistica partecipa a numerose mostre in Italia e all’estero tra cui Nature and Metamorphosis a Beijing e Shanghai e Levia gravia da Umberto Benappi Arte Contemporanea, Torino. Alcune mostre personali sono Branco 1998 Studio Arte Recalcati – Torino, No Entry 2006 Studio Vigato di Alessandria, Memore 2017 Zaion Gallery, Biella. Fa parte di collezioni permanenti, compresi il museo Hakone Open-Air Museum di Tokyo, il Museo di Milevsko (Rep. Ceca), Igav Fondazione Garuzzo (Saluzzo), Loft Project ETAGI, San Pietroburgo (Russia), Parco d’Arte Quarelli (Roccaverano).
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