Pasqualina Caiazzo. Il Dono. La Via della Bellezza

© Pasqualina Caiazzo
Dal 03 Dicembre 2015 al 09 Gennaio 2016
Napoli
Luogo: Complesso Museale di Santa Chiara
Indirizzo: via S. Chiara 49/c
Orari: dal lunedì al sabato 9.30-17.30; domenica e festivi 10-14.30
Costo del biglietto: intero € 5, ridotto € 3,50
Telefono per informazioni: +39 081 5521597 / 081 5523298
E-Mail info: museale@oltreilchiostro.org
Sito ufficiale: http://www.santachiara.info/ver_it/index.htm
La mostra riunisce circa 14 opere pittoriche, un video ed un'installazione ambientale intorno al tema della maternità: tele, tavole, fogli di carta e ritagli fotografici, i rami di un albero, raccontano il legame indissolubile che tiene uniti mamma e figlio.
Ogni lavoro pittorico ha il titolo di “Pance”, un sottotitolo, che identifica un momento nel percorso che conduce ogni madre a riscoprire la propria identità, ed un cordone ombelicale che nasconde, al suo interno, un tesoro prezioso e simbolico, differente da dipinto a dipinto.
Il video trasporta lo spettatore nel ventre materno, dove tutto è attutito e allo stesso tempo più acuto: il battito del cuore, la voce di una donna, i pensieri della madre, tutto si ricongiunge in un'esperienza riconducibile al proprio subconscio, mentre scorrono gli scatti del corpo che custodisce una nuova vita.
L'installazione, intitolata l'Albero delle Possibilità, sarà “svelata” il 19 dicembre nel corso di un incontro con l'artista ed utilizza l'elemento - albero per coinvolgere i visitatori in uno scambio simbolico: nel corso della serata, i presenti potranno prendere una delle opere sospese sull'albero e lasciare al loro posto un pensiero scritto su uno dei bigliettini messi a disposizione dall'artista stessa.
Il leitmotiv della mostra è autobiografico, dato che Pasqualina Caiazzo ha attraversato – subito dopo la gravidanza - un periodo di crisi e di riflessione sul proprio vissuto di neo-mamma, di donna e di figlia. Ne è nata una ricerca sull'importanza e sul significato del dono, identificato non solo in quello primario della vita, ma anche nella somma di tutte le risorse che una donna dedica al proprio figlio: tempo, energia, attenzione, cura, presenza, guida.
Tali risorse rappresentano per la mamma – riprendendo le parole della scrittrice Clarissa Pinkola Estès - il “furto della pelle - anima”, che la induce a seguire la voce del dovere invece che quella del desiderio.
Un dovere accolto con gioia, ma che porta con sé molteplici sensazioni e stati d'animo, evidenziati dalle opere in mostra: la solitudine e la separazione dopo il parto, lo smarrimento della nuova condizione, la difficoltà di riconoscersi come donna oltre che come mamma, l'analisi del proprio ruolo di figlia e quindi dei permessi, dei divieti e degli insegnamenti ricevuti.
Un dovere che trova il suo senso nella capacità di “essere sempreverdi”, che – per dirla con l'artista - «oggi per me significa rispettare il proprio tempo, rispettare il ciclo vita-morte-vita, prerogativa indispensabile per lasciar "morire" ciò che deve morire per poter tornare in altra veste. Permettere a se stessi di rinnovarsi, di trasformarsi donando e, donando, imparare a ricevere».
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