Philip Colbert. House of the Lobster
Dal 26 Gennaio 2024 al 01 Aprile 2024
Napoli
Luogo: MANN - Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Indirizzo: Piazza Museo 19
Orari: 9.00 – 19.30, chiuso martedì
Costo del biglietto: Intero nominativo valido per due giorni consecutivi di apertura del Museo € 22, Ridotto € 2 per i cittadini tra i 18 e i 25 anni. Gratuito Cittadini sotto i 18 anni della Comunità Europea ed extracomunitari, Personale docente italiano della scuola di ruolo o con contratto a termine dietro esibizione di idonea attestazione rilasciata dalle istituzioni scolastiche, Portatori di handicap
Sito ufficiale: http://mann-napoli.it
Philip Colbert è uno degli artisti più innovatori dello scenario contemporaneo, un pioniere del metaverso. Congiuntamente ai suoi dipinti storici dal carattere hyper pop, egli ha creato un seguito globale per il suo personaggio, nonché alter ego, con l’aspetto di un’aragosta che sembra un cartone animato. Colbert attraversa con disinvoltura la pittura dei maestri della storia dell’arte, il digitale, la Pop art, con un gusto satirico e provocatorio che gli è valso la consacrazione nel firmamento dell’arte internazionale come “figlioccio di Andy Warhol”.
Al MANN, i visitatori saranno immersi nella serie di sculture in marmo e bronzo di Colbert, oltre che in dipinti a olio di grandi dimensioni, ispirati dalla sua prima visita al Museo. L’artista ha tratto profonda ispirazione soprattutto dai mosaici del museo, ed è rimasto colpito dall'influenza che questi gioielli dell’arte antica questo hanno avuto su artisti come Rubens.
Con HOUSE OF THE LOBSTER, Colbert rende omaggio alle radici della mitologia dell'aragosta attraverso un'affascinante serie di opere ispirate alla collezione di mosaici del museo provenienti dalla Casa del Fauno di Pompei, rinvenuti tra il 1830 e il 1832. La mostra non si limita a illustrare il significato dell'aragosta attraverso la storia dell'arte, ma contempla anche i temi più ampi della mortalità, del conflitto e della natura ciclica dell'esistenza.
Al centro della mostra c'è un mosaico marino, proveniente da Pompei VIII, 2 16, con al centro una battaglia tra un'aragosta, una murena e un polpo. Per Colbert, il significato profondo di questo conflitto intrappolato ha portato l’artista a produrre le scene di battaglia sottomarina nelle ‘Pompeii Series’ (2023 – presente) qui esposte. Colbert esplora la lotta senza tempo simboleggiata nel mosaico dall'aragosta, dall'anguilla e dal polpo, tessendo una narrazione di conflitto perpetuo.
Man mano che la mia passione per le aragoste si sviluppava, tracciando il loro simbolismo attraverso la cultura pop e oltre, mi riportava inevitabilmente ai mosaici di Pompei, dove erano tra le prime raffigurazioni. Per me, la collocazione dell'aragosta al centro dell'immagine, intrappolata in questo triangolo della morte, come lo interpreto io, accanto al polpo e all'anguilla, è una potente metafora visiva che ho voluto sviluppare nel mio lavoro, infondendola con una narrazione che trascende il tempo e si connette con lo spettatore a livello viscerale. Il motivo della battaglia non è semplicemente una rappresentazione del conflitto ma un riflesso delle nostre lotte interne, dei conflitti sociali e della danza perpetua tra forze opposte nella vita. Afferma l’artista.
Il lavoro di Colbert si confronta con la mitologia classica e funge anche da tela per un ricco simbolismo, riflettendo il suo dialogo continuo con la storia dell’arte e l’esperienza umana più ampia. Colbert, ispirandosi alla mitologia dell'antica Grecia e di Roma, fa riferimento a molte figure come il Ponto, spesso raffigurato con corna a forma di chela di granchio che gli spuntano dalla testa, il Minotauro, una creatura mitologica con corpo umano e testa di toro, così come altri figure duali come l'ippocampo, con la parte superiore del corpo di un cavallo e la parte inferiore del corpo di un pesce.
Colbert fa risalire ulteriormente il significato simbolico dell'aragosta alle antiche anfore e alla pittura su vasi rossi dell'Attica, facendo riferimento in particolare a "La Classe delle Sette Chele di Aragosta" di Beazley. La raffigurazione delle aragoste nella fabbricazione di vasi antichi allude al culto delle aragoste e alla sua potenziale associazione con un potere superiore. In mostra sono due anfore progettate in un'estetica neo-pop. Prove di aragoste si possono trovare anche in monete antiche e affreschi nel corso dei secoli.
L'importanza di questa antica scena di battaglia, realizzata migliaia di anni fa, gioca un ruolo fondamentale nella pratica di Colbert. Nel suo lavoro intitolato "After Battle of Issus Mosaic", Colbert prende la composizione e la trapianta nel paesaggio surreale e apocalittico del suo mondo retro-futuristico delle aragoste. In tal modo, Colbert invita gli spettatori a riconsiderare l’impatto duraturo dell’arte storica nel contesto del nostro panorama culturale in rapida evoluzione.
Durante la mia prima visita al MANN rimasi stupefatto dal mosaico. Dopo aver studiato per molti anni dipinti storici con scene di battaglia, sono rimasto improvvisamente colpito dalla profonda influenza che mosaici come questo hanno avuto su artisti come Rubens. La sua scala epica ha ripristinato la mia comprensione del grande dipinto di battaglia. La sfida era rappresentata da un lavoro di grandi dimensioni, complesso nella composizione e squisito nei dettagli. L’assenza di alcuni elementi, perduti con il passare del tempo, ha permeato l’opera d’arte di un senso di mistero, lasciando spazio all’immaginazione per colmare le lacune.
PHILIP COLBERT è nato in Scozia nel 1979, vive e lavora a Londra e si è laureato con un master in filosofia presso l’Università di St. Andrews. La sua ricerca artistica è stata sostenuta da figure del mondo dell'arte come Charles Saatchi e Simon De Pury. Le sue opere sono state esposte nei principali musei internazionali, tra cui: Hunan Province Museum (Hunan, Cina; 2022), Times Art Museum (Chongqing; 2021), Sejong Art Center (Seoul; 2021), Modern Art Museum (Shanghai; 2020), Saatchi Gallery (Londra; 2020), Multimedia Art Museum (Mosca; 2020), Tate Modern (London, 2015), The Van Gogh Museum (Amsterdam, 2015). Recentemente il suo lavoro è orientato verso le grandi installazioni di sculture all’aperto, tra le quali si ricordano: The floating Lobster sul Canal Grande, evento collaterale alla Biennale d’Arte di Venezia (Venezia; 2022) e The Lobster Empire, Via Veneto (Roma; 2022 - 2023).
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