Schermata
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Dal 05 Aprile 2016 al 05 Aprile 2016
Napoli
Luogo: Complesso dell’ex Lanificio Militare
Indirizzo: piazza Enrico De Nicola
La Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee ha varato nel 2013 un programma di patrocinio, denominato MATRONATO, volto al riconoscimento e alla promozione di progetti (aventi sede in una delle seguenti regioni italiane: Campania, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna), che, per il loro valore e qualità culturale, stimolino la coesione sociale, la ricerca scientifica e umanistica, il dialogo fra diverse discipline, il supporto alla produzione e alla mediazione artistica quali fonte e stimolo di progresso collettivo.
Il MATRONATO è stato concesso al ciclo di incontri “Schermata”, realizzato dal laboratorio di ricerca artistica Giusto il tempo di un tèin collaborazione con LAN-Laboratorio Architettura Nomade per raccontare ciò che si compone intorno all’immagine in movimento, individuando modalità immersive di fruizione concreta dello spazio e attivando processi di ibridazione tra i campi semantici del vedere e dell’attraversare. “Schermata” proporrà frammenti di filmati, documentari e cortometraggi riferiti all’ambito percettivo dello spazio.
Il primo appuntamento è in programma martedì 5 aprile (dalle ore 19:00 alle 21:00) presso il Complesso dell’ex Lanificio Militare (Scala A, ultimo piano, Piazza Enrico De Nicola, Napoli) in occasione del compleanno di Giusto il tempo di un tè: lo spazio dell’ex Lanificio sarà ibridato con alcuni passaggi di The Cave of Forgotten Dreams, il documentario del regista tedesco Werner Herzog che, sovrapponendo archeologia urbana e preistoria, racconta la storia della Grotta di Chauvet, nella regione dell’Ardèche, in Francia. Nella caverna, rimasta inaccessibile per millenni e riscoperta, nel 1994, dallo speleologo Jean-Marie Chauvet, sono raffigurati circa cinquecento dipinti rupestri risalenti a 32mila anni fa, gli esempi più antichi di arte preistorica. La grotta rappresenta uno spazio di conoscenza e sperimentazione del linguaggio visivo, una sorta di laboratorio millenario del quale l’essenza rimane solo intuibile.
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