Waiting for the Sibyl
Dal 14 Novembre 2021 al 13 Febbraio 2022
Napoli
Luogo: Certosa e Museo di San Martino
Indirizzo: Largo San Martino 5
Orari: 8.30-17.00. Ultimo ingresso ore 16.00. Mercoledì chiuso
Costo del biglietto: intero € 6; riduzioni e gratuità secondo la normativa vigente
Telefono per informazioni: +39 081 2294501-538-544-454
E-Mail info: drm-cam.sanmartino@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://musei.campania.beniculturali.it
Dalla felice collaborazione tra la Direzione regionale Musei Campania e la Galleria Lia Rumma nasce Waiting for the Sibyl, progetto artistico che propone il film Sibyl di William Kentridge in dialogo con le Sibille della Cona dei Lani, che sarà inaugurato domenica 14 novembre alle ore 11.30 allaCertosa e Museo di San Martino.
Come in un nuovo racconto che si dispiega sulle pareti della Spezieria, le magnifiche Sibille della Cona dei Lani dialogheranno con la video installazione dell’artista sudafricano, presentata nel maggio 2020 nella sede di Milano della Galleria Lia Rumma all’interno della mostra personale William Kentridge and other histories, dopo l’anteprima mondiale del lavoro teatrale Waiting for the Sibyl al Teatro dell’Opera di Roma.
Ispirato dal movimento e dalla rotazione delle opere di Calder, Kentridge, protagonista sulla scena internazionale dell’arte contemporanea con una produzione che combina film, disegno, musica, teatro, letteratura, rievoca in questo lavoro la figura della Sibilla, la sacerdotessa citata anche da Dante che, interrogata, trascriveva gli oracoli su foglie di quercia: “Così la neve al sol si disigilla; così al vento ne le foglie levi, si perdea la sentenza di Sibilla” (Paradiso, XXXIII). I vaticini, disperdendosi e ruotando, sospinti dalle folate, all’interno dell’antro di Cuma confondevano i destini, diventando simbolo di incertezza e del tempo che fluisce, muta, e ritorna.
Nel video Sibyl, una sequenza di disegni a inchiostro o carboncino che si animano nelle pagine sfogliate di un flipbook, la Sibilla contemporanea è immaginata come una danzatrice africana che si muove, accompagnata dalle composizioni vocali del musicista e coreografo Nhlanhla Mhalangu. Sullo sfondo di pagine di vecchi libri, tra cui antiche edizioni della Divina Commedia, l’inchiostro tratteggia alberi con rami e foglie nere che si scompaginano, si rimescolano proprio come i vaticini, riportando profezie in cui un algoritmo implacabile indica l’esito del nostro destino, come una nuova Sibilla. A contrastare l’automatismo che sembra guidare la nostra sorte, le immagini disegnate sulle pagine di quei consumati, bellissimi libri, mostrano alberi, foglie, oggetti animati, forme geometriche colorate e figure in trasformazione che restituiscono vita e umanità al tentativo di scoprire il proprio futuro e ai sentimenti di paura e incertezza che ne derivano.
Il ruolo delle Sibille ha subito nei secoli una notevole evoluzione: da figure leggendarie, mediatrici tra il dio Apollo e l’uomo, in grado di preannunciare eventi e calamità naturali, come erano intese nell’antichità classica, non persero comunque la loro funzione con l’avvento del cristianesimo. Al pari dei profeti divennero infatti annunciatrici della venuta di Cristo. Esempio di tale conversione è proprio la nuova sezione espositiva del Museo di San Martino dedicata alla Cona dei Lani, posta frontalmente alla Spezieria, recentemente inaugurata dopo un lungo e articolato intervento di restauro e musealizzazione, che, pur non tentando la ricomposizione integrale della Cona che decorava la distrutta Cappella dei Lani nella chiesa di Sant’Eligio al Mercato, presenta le Sibille quali eloquenti figure profetiche all’interno di un complesso monumentale sacro.
L’installazione, allestita all’interno della Spezieria, sarà inserita nel percorso di visita della Certosa e Museo di San Martino fino al prossimo 13 febbraio.
Come in un nuovo racconto che si dispiega sulle pareti della Spezieria, le magnifiche Sibille della Cona dei Lani dialogheranno con la video installazione dell’artista sudafricano, presentata nel maggio 2020 nella sede di Milano della Galleria Lia Rumma all’interno della mostra personale William Kentridge and other histories, dopo l’anteprima mondiale del lavoro teatrale Waiting for the Sibyl al Teatro dell’Opera di Roma.
Ispirato dal movimento e dalla rotazione delle opere di Calder, Kentridge, protagonista sulla scena internazionale dell’arte contemporanea con una produzione che combina film, disegno, musica, teatro, letteratura, rievoca in questo lavoro la figura della Sibilla, la sacerdotessa citata anche da Dante che, interrogata, trascriveva gli oracoli su foglie di quercia: “Così la neve al sol si disigilla; così al vento ne le foglie levi, si perdea la sentenza di Sibilla” (Paradiso, XXXIII). I vaticini, disperdendosi e ruotando, sospinti dalle folate, all’interno dell’antro di Cuma confondevano i destini, diventando simbolo di incertezza e del tempo che fluisce, muta, e ritorna.
Nel video Sibyl, una sequenza di disegni a inchiostro o carboncino che si animano nelle pagine sfogliate di un flipbook, la Sibilla contemporanea è immaginata come una danzatrice africana che si muove, accompagnata dalle composizioni vocali del musicista e coreografo Nhlanhla Mhalangu. Sullo sfondo di pagine di vecchi libri, tra cui antiche edizioni della Divina Commedia, l’inchiostro tratteggia alberi con rami e foglie nere che si scompaginano, si rimescolano proprio come i vaticini, riportando profezie in cui un algoritmo implacabile indica l’esito del nostro destino, come una nuova Sibilla. A contrastare l’automatismo che sembra guidare la nostra sorte, le immagini disegnate sulle pagine di quei consumati, bellissimi libri, mostrano alberi, foglie, oggetti animati, forme geometriche colorate e figure in trasformazione che restituiscono vita e umanità al tentativo di scoprire il proprio futuro e ai sentimenti di paura e incertezza che ne derivano.
Il ruolo delle Sibille ha subito nei secoli una notevole evoluzione: da figure leggendarie, mediatrici tra il dio Apollo e l’uomo, in grado di preannunciare eventi e calamità naturali, come erano intese nell’antichità classica, non persero comunque la loro funzione con l’avvento del cristianesimo. Al pari dei profeti divennero infatti annunciatrici della venuta di Cristo. Esempio di tale conversione è proprio la nuova sezione espositiva del Museo di San Martino dedicata alla Cona dei Lani, posta frontalmente alla Spezieria, recentemente inaugurata dopo un lungo e articolato intervento di restauro e musealizzazione, che, pur non tentando la ricomposizione integrale della Cona che decorava la distrutta Cappella dei Lani nella chiesa di Sant’Eligio al Mercato, presenta le Sibille quali eloquenti figure profetiche all’interno di un complesso monumentale sacro.
L’installazione, allestita all’interno della Spezieria, sarà inserita nel percorso di visita della Certosa e Museo di San Martino fino al prossimo 13 febbraio.
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