Franco Pinna. Sardegna a colori. Fotografie recuperate 1953–67
© Archivio Franco Pinna, Roma/Bologna tutti i diritti riservati | Franco Pinna, Manifestazione dei pastori, 1967
Dal 5 December 2025 al 1 March 2026
Nuoro
Luogo: MAN Museo d’arte Provincia di Nuoro
Indirizzo: Via Sebastiano Satta 27
Orari: 10:00 – 19:00 (Lunedì chiuso)
Telefono per informazioni: +39.0784.252110
E-Mail info: info@museoman.it
Sito ufficiale: http://www.museoman.it
Con Franco Pinna. Sardegna a colori. Fotografie recuperate 1953–67, il MAN prosegue la riflessione sul linguaggio fotografico e il suo rapporto con la Sardegna, territorio di ispirazione e sperimentazione per generazioni di artisti. La mostra, che celebra il centenario della nascita del fotografo maddalenino (La Maddalena 1925 – Roma 1978), maestro della fotografia italiana del Novecento, riporta alla luce un corpus a lungo dimenticato, restituendo una dimensione nuova e sorprendente del suo sguardo: quella del colore. In dialogo con le recenti ricerche del museo su autori e visioni del paesaggio sardo, l’esposizione amplia la nostra percezione di un fotografo che molti hanno conosciuto solo attraverso il bianco e nero.
Il percorso della mostra, composto da circa ottanta opere tra stampe fotografiche a colori — in larga parte raramente esposte – e materiali d’archivio, propone un viaggio nella storia visiva e professionale di Pinna, offrendo nuovi elementi di valutazione critica della sua opera. Le immagini scelte, frutto di un lungo lavoro di recupero e restauro digitale delle cromie originali, sono accompagnate da fotografie di raffronto dello stesso soggetto in bianco e nero, oltre a diapositive, strumenti di lavoro provenienti dall’Archivio Franco Pinna, a testimonianza della complessità del suo approccio documentario. Una selezione di pubblicazioni d’epoca, fra cui “Vie Nuove”, “Noi Donne”, “L’Espresso” e “Panorama”, spiega la ragione del suo impegno con il colore, destinato alle riviste del tempo e alle loro pagine patinate, che richiedevano un senso di attualità e non la storicizzazione tipica del classico bianco e nero.
La mostra prende avvio da Orgosolo 1953, prima campagna fotografica a colori realizzata da Pinna in Sardegna, per poi attraversare le tappe più significative della sua produzione isolana: Canne al vento (1958), Argia a Tonara (1960) immagini per il celebre volume Sardegna. Una civiltà di pietra (1961), fino alle cronache sul banditismo e le proteste dei pastori del 1967. Le sequenze, disposte come un racconto di lunga durata, restituiscono l’evoluzione di un linguaggio che trova nel colore una dimensione autonoma e poetica, capace di cogliere la materia viva della Sardegna arcaica e modernissima insieme.
A emergere è la tensione tra documento e rito, che percorre tutta la sua opera: un modo di attraversare la realtà che, come scriveva Federico Fellini nel 1976, rivela in Pinna “una lentezza da ierofante”, sospesa tra lo sguardo dello scienziato e quello del sacerdote.
È proprio in questa dimensione sospesa tra documento e rito che la mostra del MAN invita a rileggere la sua opera: come un attraversamento della realtà che diventa rivelazione.
Franco Pinna
(La Maddalena 1925 – Roma 1978)
Reporter tra i più noti del suo tempo, Pinna è stato una figura centrale del Neorealismo fotografico italiano. Dopo la militanza nella Resistenza romana e una breve esperienza come operatore di documentari, esordisce nel 1952 nella cooperativa “Fotografi Associati” e segue Ernesto De Martino nelle spedizioni etnografiche in Lucania e Salento. Nel 1961 pubblica Sardegna. Una civiltà di pietra, il suo volume più importante, e a partire dal 1964 diventa fotografo di fiducia di Federico Fellini. Autore di oltre 300.000 scatti, Pinna ha saputo unire impegno civile e rigore estetico, documentando l’Italia in trasformazione e restituendo, con sguardo lucido e poetico, il volto più umano del Novecento.
Dal 1997 l’Archivio Franco Pinna (Roma/Bologna) custodisce e valorizza il suo patrimonio, promuovendo ricerche e mostre che ne mantengono viva la memoria.
Ideazione e direzione scientifica Archivio Franco Pinna.
Curatore: Paolo Pisanelli, OfficinaVisioni
in collaborazione con Cinema del reale, Erratacorrige, Big Sur
Coordinamento MAN Alessandro Moni
Digitalizzazione, restauro digitale, editing delle fotografie: Gloria Fulgeri, Claudio Domini
Regia e montaggio video-installazione: Matteo Gherardini, Paolo Pisanelli
Coordinamento Officina Visioni Federica Facioni
Catalogo Nomos edizioni, ita/en
Progetto Grafico Sabina Era
Il percorso della mostra, composto da circa ottanta opere tra stampe fotografiche a colori — in larga parte raramente esposte – e materiali d’archivio, propone un viaggio nella storia visiva e professionale di Pinna, offrendo nuovi elementi di valutazione critica della sua opera. Le immagini scelte, frutto di un lungo lavoro di recupero e restauro digitale delle cromie originali, sono accompagnate da fotografie di raffronto dello stesso soggetto in bianco e nero, oltre a diapositive, strumenti di lavoro provenienti dall’Archivio Franco Pinna, a testimonianza della complessità del suo approccio documentario. Una selezione di pubblicazioni d’epoca, fra cui “Vie Nuove”, “Noi Donne”, “L’Espresso” e “Panorama”, spiega la ragione del suo impegno con il colore, destinato alle riviste del tempo e alle loro pagine patinate, che richiedevano un senso di attualità e non la storicizzazione tipica del classico bianco e nero.
La mostra prende avvio da Orgosolo 1953, prima campagna fotografica a colori realizzata da Pinna in Sardegna, per poi attraversare le tappe più significative della sua produzione isolana: Canne al vento (1958), Argia a Tonara (1960) immagini per il celebre volume Sardegna. Una civiltà di pietra (1961), fino alle cronache sul banditismo e le proteste dei pastori del 1967. Le sequenze, disposte come un racconto di lunga durata, restituiscono l’evoluzione di un linguaggio che trova nel colore una dimensione autonoma e poetica, capace di cogliere la materia viva della Sardegna arcaica e modernissima insieme.
A emergere è la tensione tra documento e rito, che percorre tutta la sua opera: un modo di attraversare la realtà che, come scriveva Federico Fellini nel 1976, rivela in Pinna “una lentezza da ierofante”, sospesa tra lo sguardo dello scienziato e quello del sacerdote.
È proprio in questa dimensione sospesa tra documento e rito che la mostra del MAN invita a rileggere la sua opera: come un attraversamento della realtà che diventa rivelazione.
Franco Pinna
(La Maddalena 1925 – Roma 1978)
Reporter tra i più noti del suo tempo, Pinna è stato una figura centrale del Neorealismo fotografico italiano. Dopo la militanza nella Resistenza romana e una breve esperienza come operatore di documentari, esordisce nel 1952 nella cooperativa “Fotografi Associati” e segue Ernesto De Martino nelle spedizioni etnografiche in Lucania e Salento. Nel 1961 pubblica Sardegna. Una civiltà di pietra, il suo volume più importante, e a partire dal 1964 diventa fotografo di fiducia di Federico Fellini. Autore di oltre 300.000 scatti, Pinna ha saputo unire impegno civile e rigore estetico, documentando l’Italia in trasformazione e restituendo, con sguardo lucido e poetico, il volto più umano del Novecento.
Dal 1997 l’Archivio Franco Pinna (Roma/Bologna) custodisce e valorizza il suo patrimonio, promuovendo ricerche e mostre che ne mantengono viva la memoria.
Ideazione e direzione scientifica Archivio Franco Pinna.
Curatore: Paolo Pisanelli, OfficinaVisioni
in collaborazione con Cinema del reale, Erratacorrige, Big Sur
Coordinamento MAN Alessandro Moni
Digitalizzazione, restauro digitale, editing delle fotografie: Gloria Fulgeri, Claudio Domini
Regia e montaggio video-installazione: Matteo Gherardini, Paolo Pisanelli
Coordinamento Officina Visioni Federica Facioni
Catalogo Nomos edizioni, ita/en
Progetto Grafico Sabina Era
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