Isole che Parlano 16
Dal 29 Agosto 2016 al 11 Settembre 2016
Palau | Olbia-Tempio
Luogo: Faro di Punta Palau
Indirizzo: Punta Palau
Enti promotori:
- Comune di Palau
- Fondazione di Sardegna
- Regione Autonoma della Sardegna
- Ambasciata di Norvegia
- Parco Nazionale Arcipelago della Maddalena
- Rai Radio 3
- UNESCO
Sito ufficiale: http://www.isolecheparlano.eu
...Per 20 anni abbiamo camminato contromano, un po’ in salita, a piedi scalzi, con coerenza e poesia tra le linee...tratteggiate. Per 20 anni abbiamo vestito dei colori sgargianti della nostra terra per ospitare, nel migliore deimodi, artisti da tutto il mondo con grande rispetto e curiosità. Quest’immagine è la sintesi dei nostri 20 anni...
In un momento contrassegnato da insicurezza e instabilità per chi produce cultura, Paolo e Nanni Angeli - ideatori fin dal 1996 del festival Isole che Parlano (organizzato a Palau dall'associazione Sarditudine) - vanno contro tendenza e festeggiano il ventennale della manifestazione rinnovando la sfida con una proposta di taglio internazionale farcita di prime assolute, in cui laboratori per bambini e adolescenti, fotografia di reportage, lezioni-incontri e concerti convivono uniti da un unico respiro. Isole che Parlano, caratterizzato dal binomio tradizione/innovazione, articola la sua programmazione tra aree archeologiche (pozzi sacri e tombe dei giganti), aree cultuali e paesaggistiche (chiese campestri, Il faro di Punta Palau), monumenti naturali (Roccia dell’Orso), le spiagge (cala martinella), le piazze del paese, con un imperdibile concerto di chiusura nell'Isola di Spargi (cala corsara). L’obiettivo è costruire un’eterofonia in cui tutte le voci convivano per generare un arcobaleno in cui convivano i diversi livelli di intervento culturale, tra sistema paese, l’entroterra e il mare.
La manifestazione prenderà il via con l'anteprima del 29 agosto, al faro di Punta Palau, con Paolo Fresu che, in Solo, proporrà una sonorizzazione di quello che è considerato uno dei simboli del centro gallurese, illuminato dal light designer Francesco Carta.
Dal 5 al 7 settembre si proseguirà con le attività laboratoriali e gli spettacoli a misura dei piccoli ideati e coordinati da Alessandra Angeli. I laboratori - che tratteranno di scultura colare e musicale, tecniche di stampa e sviluppo fotografico, letture condivise e sperimentazione con smartphone e tablet per realizzare un’opera collettiva - saranno condotti da Vincenzo Beschi e Irene Tedeschi (della Fondazione PInAC di Rezzato), Massimo Golfieri (Studio Golfieri Nasone), Jacopo Tartari (Associazione culturale ART-TOO) con le letture di Monica Viglioli (Libreria Per Filo e per Segno) in collaborazione con Nati per Leggere Sardegna. Tante le attività serali a misura di bambino, tra cui la proiezione del film la vita negli Oceani e la lettura presentazione in anteprima nazionale dei tre volumi di Bohem Press Italia, Il volo della famiglia Knitter, Amici e Il cappello di Topolina (a cura di Monica Vignoli).
Per la sezione fotografia verrà ospitato l'importante reportage Lesvos di Alessandro Penso - uno dei fotografi italiani più importanti in ambito internazionale, tra i vincitori del word press photos 2014 e della Photo Story del Times 2016 - che racconta “dall’avamposto” greco il dramma della migrazione verso i paesi europei.
Il fotografo Alessandro Penso, considerato uno dei più importanti fotoreporter italiani contemporanei e vincitore del World Press Photo 2014 nella categoria ‘General News’, è il protagonista a Palau (Sardegna) della sezione fotografica del Festival internazionale Isole che Parlano, manifestazione che ha ospitato, tra gli altri, Mario Dondero, Cristina Garcia Rodero, Letizia Battaglia, Romano Cagnoni, Francesco Cito, Mattia Insolera. Nello spazio espositivo del Centro di Documentazione del Territorio, verrà esposta la mostra fotografica Lesvos, reportage di 40 immagini che documenta il dramma dei rifugiati nell'avanposto greco.
La mostra, organizzata in collaborazione tra l'associazione Sarditudine e Ogros Fotografi Associati, verrà inaugurata l'8 settembre alle 21.30 con un incontro con l'autore intitolato 'Riflessioni sull'etica di un mestiere' e sarà aperta fino al 30 settembre.
Lesvos è un'isola fino a poco tempo fa a noi pressoché sconosciuta, arrivata alla ribalta della cronaca della vita europea per l'immane tragedia in cui è stata coinvolta. Secondo l'UNHCR, nel 2015 sono arrivati in Grecia via mare circa 850.000 rifugiati. Di questi compresi i bambini, circa 500.000 sono sbarcati sull'isola di Lesvos, avamposto a otto miglia nautiche dalla costa della Turchia. Pur rappresentando il cuore nevralgico dei flussi migratori, Lesvos non è preparata a supportare una pressione antropica di questo tipo e non ha nulla da offrire ai rifugiati, principalmente siriani, afghani e iracheni, richiedenti asilo e ai migranti arrivati lì. Una volta raggiunte le spiagge d'Europa, i profughi proseguono il loro lungo viaggio attraverso l'interno montuoso dell'isola, odissea seguita da giorni e notti trascorse nei campi profughi affollati, dove mancano le condizioni di prima accoglienza. Non è assicurato un posto in una tenda e vengono meno le condizioni di base per la ricezione come i servizi igienici e le docce. È in questi inadeguati e mal gestiti campi di accoglienza che i rifugiati devono aspettare per periodi relativamente lunghi, al fine di ottenere la registrazione necessaria per proseguire legalmente il loro viaggio attraverso la Grecia e continuare a credere nel miraggio della speranza offerto dalla fortezza Europa. I migranti arrivati nella zona nord dell'isola, la parte maggiormente esposta alla migrazione, sono costretti a proseguire a piedi per 50 km, fino ad arrivare nell'area del porto della città, dove li attende una lunghissima fila per la richiesta dei documenti e dove la polizia decide se accettare o meno la richiesta di asilo. Alessandro Penso evidenzia le restrizioni che hanno limitato il suo lavoro di reporter nell'isola di Lesvos “la polizia mi faceva aspettare in macchina, mi allontanavano dalla spiaggia, pur trattandosi di aree pubbliche". Dall'altro lato il fotografo denuncia che la polizia costiera distruggeva le barche che arrivavano ed ometteva il soccorso ai rifugiati, lasciandoli morire. Il fotografo, vincitore del Magnum Foundation Emergency Found, segnala che uno dei principali problemi in Europa è il regolamento di Dublino ed evidenzia che, nel 2011, il 99,5% delle richieste di asilo sono state respinte dalla Grecia. Questo ha fatto si che i rifugiati si siano trovati in più casi a interrompere il loro viaggio in una nuova forma di prigionia, ossia nei CIE: "La Grecia è l'unico paese che detiene i migranti nei centri per 24 giorni, una violazione del diritto europeo che prevede come tempo limite 18 mesi". Con il governo di Tspiras si è registrata la chiusura di diversi centri e si è iniziato a permettere il transito dei profughi ma senza alcuna pianificazione. Il fotografo evidenzia il ruolo negativo dei mass-media nella vicenda e li cita tra i principali responsabili della perdita di empatia ed umanità da parte dei cittadini. La paura, ancora una volta, si mostra come lo strumento più efficace per strumentalizzare, convincere la gente ed eliminare la capacità di pensare e riflettere sul dramma che stiamo vivendo.
Tra gli ospiti della sezione musica, dall’8 all’11 settembre, il quartetto di Zoe Pia che, nel pozzo sacro Sa Testa di Olbia (in coproduzione con l'Archivio Cervo) presenterà il suo nuovo album Shardana, un avvincente connubio tra musica sarda e jazz; United Vibrations (Uk), band alla ricerca della Golden Ratio, che nasce nei sobborghi di Londra e che fonde afrobeat, hip-hop, house e un afrofuturismo ispirato a Sun Ra; Mopo (Fin), trio che esplora i confini tra il punk degli anni 70', la forma canzone e un jazz in cui emergono riferimenti poetici a Ornette Coleman; OoopopoiooO (Ita), duo-orchestra quello di Vincenzo Vasi e Valeria Sturba che sfugge ad ogni classificazione, in cui emergono canzoni composte e interpretate da due polistrumentisti legati indissolubilmente al theremin; Torgeir Vassvik (Nor), musicista che rivisita in chiave contemporanea la pratica del canto joik della tradizione Sámi, proponendo un rituale animistico musicale per il XXI secolo. Imperdibile “Di Granito” processione profana ai piedi della Roccia dell’Orso dedicata a Mario Cervo e Pietro Sassu, evento patrocinato da nove anni dalla Commissione Nazionale Italiana dell’Unesco, in cui si alterneranno il Tenore “Terra 'e Oro” di Orotelli e il Tenore “Sa Niera” di Pattada(Sardegna). Il festival chiuderà con il concerto sull'Isola di Spargi, cala Corsara, del duo Xala- Losinger & Eser (Ch), un progetto in cui la danza di Ania Losinger si fonde con la Xala (una sorta di marimba suonata con i piedi utilizzando tecniche mutuate dalla danza flamenca e della xalaparta) e completa un mosaico minimale in contrappunto con il piano fender di Matthias Eser. Il festival prosegue fino a notte fonda con la gioiosa animazione della band itinerante La Zaquera Matta.
L'obiettivo dell'associazione Sarditudine è coniugare in modo armonioso cultura, natura, archeologia e turismo e tracciare un ponte ideale tra la Sardegna e il mondo. Isole che Parlano ha ottenuto l'importante riconoscimento da EFFE festivals, rete delle più importanti manifestazioni europee. Un fiore all'occhiello per il Comune di Palau, da sempre attento sostenitore della manifestazione, per la Fondazione Sardegna e per l'assessorato al turismo della regione che si auspica vedere tra i finanziatori della rassegna.
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