Ignazio Schifano. La macchina dell’Immaginazione

Ignazio Schifano, Sparo alle nuvole, 2021, olio su cartone, 50x35 cm.
Dal 03 Agosto 2021 al 05 Settembre 2021
Palermo
Luogo: Stand Florio
Indirizzo: Via Messina Marine 40
Orari: 19-24
Curatori: Vito Chiaramonte
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 091 7308360
Sembrerà di entrare in uno studio d'antan, uno di quelli in cui la versatilità e puntigliosa disattenzione dell'artista, viene cucita ad appunti, pieghe di colore, carte rovinose, idee fortuite nate e morte nei pressi.
Martedì 3 agosto alle 19, lo Stand Florio (via Messina Marine 40) ritorna Contemporary Hub per la personale “La macchina dell’Immaginazione” di Ignazio Cusimano Schifano, a cura di Vito Chiaramonte.
“La macchina dell’Immaginazione” è la macchina dell'artista, slabbrata, distrutta, inesplosa, destrutturata alla Jean Tinguely. “Se alla pittura, in linea generale, spetterebbe il compito di rendere serie le cose, alla pittura di Schifano spetta il compito di giocarci con le cose, di farle sparire, di mostrarne l'inconsistenza, di raddensarle, di precipitarle, di illuminarle, di nasconderle sotto quinte opache o renderle, infine, trasparenti allo sguardo - scrive il curatore Vito Chiaramonte nel testo che accompagna la mostra - l'anti-metodo con cui Ignazio dipinge non gradisce le messe a fuoco, le definizioni, tenta sempre la fuga”.
Ignazio Cusimano Schifano presenta, insieme ad alcuni dipinti recentissimi, una selezione dei lavori degli ultimi anni: una decina di opere in tutto che consente da una parte di entrare nei tempi e nei rituali dello studio dell’artista, e dall'altra di aprire una prospettiva sulle urgenze che agitano la pittura contemporanea. L'eleganza e il rigore dello spazio dello Stand Florio vengono articolati in un percorso asimmetrico che, partendo dal tema classico dell’autoritratto, con una collocazione di dipinti ed oggetti tirati fuori dallo studio del pittore, esprime il senso di una ricerca mai chiusa, che non esclude possibilità. I lavori presentati in mostra attraversano trasversalmente i generi, dal disegno corsivo, alle tele senza figura, alle nature morte, ma segnano anche le tecniche e i supporti, dalle tele, alle carte, alle carte antiche, dagli oli alle tempere, alle tecniche miste con inchiostri o vernici.
Da una parte, infatti, il carattere ludico delle giostre, delle scale, dei ponti, delle quinte impennate e affollate di corpi, di macchie, di nuvole, di volti, sembrano costruire paradisi momentanei da luna park; dall'altro, tuttavia, intorno al meccanismo verticale della scala, come nell’andamento dei turbini, dei piccoli gruppi umani ai raggi radenti del tramonto, delle giostre, dei dripping circolari che possono assumere consistenze metalliche, si realizza l’esatto contrario: sembra cioè che la macchina dell’immaginazione, destrutturi l'immagine stessa fino ad esploderla. Come quando si ripete una parola fino a farla diventare suono puro, allo stesso modo Schifano si è mosso, negli anni, verso una percezione pura della pittura.
Martedì 3 agosto alle 19, lo Stand Florio (via Messina Marine 40) ritorna Contemporary Hub per la personale “La macchina dell’Immaginazione” di Ignazio Cusimano Schifano, a cura di Vito Chiaramonte.
“La macchina dell’Immaginazione” è la macchina dell'artista, slabbrata, distrutta, inesplosa, destrutturata alla Jean Tinguely. “Se alla pittura, in linea generale, spetterebbe il compito di rendere serie le cose, alla pittura di Schifano spetta il compito di giocarci con le cose, di farle sparire, di mostrarne l'inconsistenza, di raddensarle, di precipitarle, di illuminarle, di nasconderle sotto quinte opache o renderle, infine, trasparenti allo sguardo - scrive il curatore Vito Chiaramonte nel testo che accompagna la mostra - l'anti-metodo con cui Ignazio dipinge non gradisce le messe a fuoco, le definizioni, tenta sempre la fuga”.
Ignazio Cusimano Schifano presenta, insieme ad alcuni dipinti recentissimi, una selezione dei lavori degli ultimi anni: una decina di opere in tutto che consente da una parte di entrare nei tempi e nei rituali dello studio dell’artista, e dall'altra di aprire una prospettiva sulle urgenze che agitano la pittura contemporanea. L'eleganza e il rigore dello spazio dello Stand Florio vengono articolati in un percorso asimmetrico che, partendo dal tema classico dell’autoritratto, con una collocazione di dipinti ed oggetti tirati fuori dallo studio del pittore, esprime il senso di una ricerca mai chiusa, che non esclude possibilità. I lavori presentati in mostra attraversano trasversalmente i generi, dal disegno corsivo, alle tele senza figura, alle nature morte, ma segnano anche le tecniche e i supporti, dalle tele, alle carte, alle carte antiche, dagli oli alle tempere, alle tecniche miste con inchiostri o vernici.
Da una parte, infatti, il carattere ludico delle giostre, delle scale, dei ponti, delle quinte impennate e affollate di corpi, di macchie, di nuvole, di volti, sembrano costruire paradisi momentanei da luna park; dall'altro, tuttavia, intorno al meccanismo verticale della scala, come nell’andamento dei turbini, dei piccoli gruppi umani ai raggi radenti del tramonto, delle giostre, dei dripping circolari che possono assumere consistenze metalliche, si realizza l’esatto contrario: sembra cioè che la macchina dell’immaginazione, destrutturi l'immagine stessa fino ad esploderla. Come quando si ripete una parola fino a farla diventare suono puro, allo stesso modo Schifano si è mosso, negli anni, verso una percezione pura della pittura.
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