Il giardino siciliano come metafora
Dal 12 Ottobre 2018 al 10 Novembre 2018
Palermo
Luogo: Chiostro di San Domenico
Indirizzo: piazza san Domenico 1
Orari: da martedì a sabato 10-17
Enti promotori:
- Goethe-Institut
- Institut français Palermo
- In collaborazione con Verein Düsseldorf Palermo e.V.
Costo del biglietto: € 3
Telefono per informazioni: +39 091 7489995
E-Mail info: duesseldorfpalermo@gmail.com
Il giardino siciliano come metafora: appuntamento dal 12 ottobre al 10 novembre al Chiostro di San Domenico (Società Siciliana per la Storia Patria). Un progetto del Goethe-Institut e dell’Institut français Palermo in collaborazione con Verein Düsseldorf Palermo e.V. Fondo culturale franco-tedesco, con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri della Germania e dell’Institut français, nell’ambito di Manifesta12 CollateralEvents e Palermo Capitale Italiana della Cultura. Una mostra e due incontri indagano i legami tra l’apertura della vegetazione siciliana - dove solo il 12% delle piante è locale e il resto arriva da Asia, Africa, America del Nord e del Sud- e il tema dell’accoglienza e della coesistenza.
L'Orto botanico di Palermo - tra i più importanti d'Europa e dell'area mediterranea - ha un patrimonio vegetale concepito come un'apertura alle piante del mondo. Giardino mediterraneo, dunque, terreno fertile. Come non associare questo esempio dal mondo naturale con un’apertura formale alle idee e agli uomini? Incontro, incrocio, intreccio: ecco che “Il giardino siciliano come metafora”, diventa metafora delle sfide che l’Europa e la Sicilia si trovano ad affrontare nell’età contemporanea. L’Institut français Palermo diretto da Eric Biagi e il Goethe-InstitutPalermo diretto da Heidi Sciacchitano invitano artisti e pensatori francesi, tedeschi e italiani ad aprire una prospettiva interdisciplinare sul tema della coesistenza, indagare il legame tra natura e politica e sviluppare spazi ed occasioni per pensare e praticare il bene comune.
Il progetto si inaugura venerdì 12 ottobre alle 17.30 con la conferenza sui giardini siciliani e, alle 19.00 con l’apertura della mostra. Saranno presenti la scrittrice Edith de la Héronnière, il fotografo Angelo Pitrone, gli artisti Anthony Carcone, Gaël Le Bihan e Christian Schreckenberger. L’iniziativa prevede un altro momento centrale il 4 novembre con il filosofo Emanuele Coccia.
Venerdì 12 ottobre 2018: Chiostro di San Domenico / Società Siciliana per la Storia Patria a Piazza San Domenico 1, Palermo ore 17.30-19 Conferenza “Nei giardini di Sicilia” Con Edith de la Héronnière e Angelo Pitrone Moderano Giuseppe Barbera e Ida Rampolla del Tindaro Un approccio al giardino e al paesaggio siciliano in letteratura con la scrittrice Edith de la Héronnière e la sua "guida" siciliana, il fotografo Angelo Pitrone.In Sicilia si sono incontrate e fuse diverse culture, dimostrando nei secoli che processi migratori e spostamenti di popolazioni sono fonte di ricchezza culturale, d'inventiva e di creatività. E' proprio da questi incontri tra culture che ha avuto origine questa civiltà, lontana dall'Italia continentale, squisitamente siciliana, di cui oggi si apprezzano le opere architettoniche greche, arabo-normanne, barocche, pittoriche e letterarie.Unimmensopatrimonio artisticoe culturale che affonda le radici nella notte dei tempi.Una cultura millenaria eppure sempre attuale, nonostante i tentativi di omologazione, le difficoltà economiche e infrastrutturali, e nonostante i tentativi distruttivi operati soprattutto dalla criminalità organizzata. Così come millenaria e unica nel suo genere è la biodiversità presente sull’Isola.Che siano pubblici o privati, i giardini declinano a loro modo le tappe di questa integrazione culturale e di questa interpretazione delle civiltà del Mediterraneo. Possono essere visti come la porta d'ingresso principale in Sicilia.
ore 19-21 Inaugurazione mostra Il giardino siciliano come metafora In presenza degli artisti Anthony Carcone, Gaël Le Bihan, Christian Schreckenberger Dal 13 ottobre al 10 novembre, da martedì a sabato, ore 10 -17 (ingresso: 3 euro) Prenotazione di visite guidate in lingua italiana, francese, tedesca e inglese “Le foto di Gaël Le Bihan ritraggono le piante da vicino, irrimediabilmente vicino, concentrandosi sulla superficie del dettaglio. Non è solo una visione macro quella che l’artista francese suggerisce, ma è, soprattutto, un’analisi su come le piante morfologicamente si rapportano al mondo. Le foglie porose ci rammentano della permeabilità del mondo, del filtro che le piante mettono in atto sempre, del loro fondamentale contributo alla creazione dell’atmosfera, le cortecce della loro capacità di estendersi sulla superficie del globo, di moltiplicarsi e ripetersi al di là dei recinti posti dall’uomo. La materia si trasfigura, la bidimensionalità delle fotografie di Le Bihan evoca la tridimensionalità e lo spazio delle piante, rompendo e avvolgendo il fuori campo. L’installazione sonora di Carcone che insieme alla fotografie di Le Bihan costituiscono l’opera “Intima Natura” nella sala Santa Barbara acuisce il senso archetipico della ripetizione, svelando “il principio e la forza responsabili della trasformazione di qualsiasi oggetto, cosa o entità”. L’installazione di Carcone si basa infatti sulla gamma che alcuni ricercatori attribuiscono alle piante, il suono del filtro continuo delle piante nell’atto della creazione dell’atmosfera, il respiro delle piante che avvolge gli spazi e conduce alla sacralità dell’atto della creazione. Si tratta di un continuo slittamento di prospettive che trasforma e attraversa i limiti fisici e mentali del giardino.
“LokaleGruppe”, l’opera di Christian Schreckenberger, allestita al centro del chiostro di San Domenico, prende avvio dalle colonne del porticato del chiostro, le cui strutture a spirale denotano il passaggio delle forme archetipiche della natura alla forme sintetiche prodotte dall’uomo. Schreckenbergerassorbe la metafora del giardino creando un ritmo di forme e strutture in cui l’artificio si confonde nei rimandi continui alla forme naturali, gli oggetti sono segmenti di colonne, ma allo stesso tempo segmenti di tronchi, ripetizioni di geometrie strappate tanto alla natura quanto all’artificio. I confini del giardino implodono svelandone l’inefficacia. In questa installazione sembra che la natura ricordi all’uomo il debito infinito che ha nei suoi confronti.
L’arte, l’architettura, gli oggetti, il pensiero, tutto ci riconduce al principio creatore della natura”.Alessandro Pinto. L’ingresso alle iniziative del 12 ottobre è libero.
Domenica 4 novembre, ore 10.30, Dal ficus di piazza Marina alla radice di Palazzo Butera: “Piante e migrazioni” - Passeggiata filosofica con Emanuele Coccia, nell’ambito di Cultivons notre jardin – Nuovo ciclo di incontri italo francesi sul mondo di domani organizzato da Institut français Italia. La passeggiata filosofica prevede l'ingresso gratuito alla sala della radice di Palazzo Butera. Partecipazione su prenotazione, fino ad esaurimento dei posti disponibili.
In linea con il tema guida di Manifesta 12, Il giardino planetario. Coltivando la coesistenza, che deve il suo nome al paesaggista Gilles Clément e affonda le sue radici nel contesto botanico di Palermo per approfondire i temi della migrazione e del cambiamento climatico, Emanuele Coccia affronterà la questione della sensibilità vegetale intesa come forma di comunicazione, e il nuovo approccio che lega l'uomo ad altre specie viventi. A lungo limitata ad un approccio ecologico, la riflessione sul rapporto tra l'uomo e le piante è stata oggetto di molti studi recenti. Basandosi sulle nozioni di mescolanza, circolazione e trasformazione degli esseri e sulle proposte di Bruno Latour e di Christopher Stone circa il riconoscimento delle piante come soggetti politici, Emanuele Coccia proverà a tracciare una nuova mappa del mondo partendo dalla capacità degli uomini di migrare e affrancare l'essere umano dalle nozioni di popolo e territorio, proprio come fa Gilles Clément con le piante vagabonde.
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