Isgrò Dante e la Sicilia

Emilio Isgrò, De vulgari eloquentia, 2021. Installazione per 4 elementi. Acrilico su tela su legno, 98x120 cm. cad. elemento. Collezione privata

 

Dal 12 Dicembre 2021 al 02 Maggio 2022

Palermo

Luogo: Villa Zito

Indirizzo: Via della Libertà 52

Orari: intero € 5, ridotto € 3

Curatori: Marco Bazzini e Bruno Corà

Enti promotori:

  • Fondazione Sicilia
  • Amici dei Musei Siciliani

Prolungata: fino al 2 maggio 2022

Costo del biglietto: lunedì- domenica dalle ore 14.30 alle ore 19.30 (ultimo ingresso alle ore 18.30). Martedì chiuso. 24 e 31 dicembre 2021 aperto dalle 9.30 alle 14.30 (ultimo ingresso alle ore 13.30). 25 dicembre chiuso


Dal prossimo 11 dicembre a Palermo un importante progetto culturale della durata di quasi un anno, che può essere sintetizzato nell’espressione Isgrò Dante Caravaggio e la Sicilia, è promosso da Fondazione Sicilia e Amici dei Musei Siciliani in collaborazione con Archivio Emilio Isgrò e la partecipazione di Fondazione per l’Arte e la Cultura Lauro Chiazzese.
Prima tappa il prossimo 11 dicembre quando si inaugurerà nelle sale di Villa Zito, sede della Pinacoteca della Fondazione Sicilia, la mostra Isgrò Dante e la Sicilia curata da Marco Bazzini e Bruno Corà.  

"Siamo felici che il progetto che lega Dante, Caravaggio, Isgrò e la Sicilia parta proprio dalla nostra Fondazione. Questa prima tappa - afferma il presidente di Fondazione Sicilia, Raffaele Bonsignore - coincide tra l'altro anche con i nostri primi trent'anni, e il dialogo artistico tra Dante e Isgrò con cui inizia questo itinerario lungo un anno è ottimo per celebrare la cultura e i progetti che portiamo avanti".

Aperta al pubblico dal 12 dicembre
 fino al 14 marzo 2022, la mostra presenta una ventina di opere a tema dantesco provenienti da collezioni pubbliche e private che, dal 1966 ai lavori più recenti, raccontano sinteticamente il multiforme e profondo rapporto che Emilio Isgrò ha avuto con la cancellatura, che in questa occasione si è concentrata sul “De vulgari eloquentia” di Dante.

Seconda tappa del progetto il 5 marzo 2022 a Palazzo Branciforte per la presentazione del Seme d’arancia su pietra siciliana, l’opera di Emilio Isgrò di recente acquisita alla collezione di Fondazione Sicilia, acquisizione che agli occhi del Maestro contribuirà a legare ancora di più l’idea del seme d’arancia all’Isola amplificandone così il valore simbolico.
Il seme d’arancia, tra le sculture più note di Isgrò, nasce nel 1998 come grande scultura pubblica per la sua città natale, Barcellona Pozzo di Gotto, in Sicilia. È una grande metafora della cultura siciliana e della sua possibilità di rinascita, rimanda alle culture del Mediterraneo, solari e avvolgenti, che si sono sviluppate tanto con la parola che con gli scambi dando vita a valori di convivenza civile e di accoglienza.

In un’intervista con il critico Arturo Schwarz, Emilio Isgrò si augura che il seme d’arancia “possa dare origine a un seminario permanente di educazione civica. A meno che qualcuno non trovi antiquata l’idea che l’arte serva anche a educare”. 
Lo stesso 5 marzo prossimo sarà presentato il catalogo di Isgrò Dante Caravaggio e la Sicilia , pubblicato da Skira Editore, conterrà tutti i materiali, una testimonianza dell’artista, le riproduzioni delle opere in mostra a Villa Zito e i testi dei curatori e di importanti studiosi a commento dei diversi aspetti dell’arte di Isgrò trattati.

L’Oratorio di San Lorenzo, nel cuore del centro storico di Palermo, ospiterà la terza tappa dal prossimo 24 dicembre. Nell’ambito di Next XI edizione, sarà presentata l’opera inedita di Emilio Isgrò appositamente realizzata, progetto ideato e organizzato dall’Associazione Amici dei Musei Siciliani.

L’opera rimarrà in esposizione fino al 17 ottobre 2022, cinquantatreesimo anniversario del trafugamento della Natività di Caravaggio dall’Oratorio di San Lorenzo, imperdonabile furto unanimemente considerato un crimine contro l’umanità e di cui ancora oggi, forse non invano, si tenta il recupero.  La Natività di Caravaggio è inserita dall’FBI al secondo posto della sua “Top Ten Art Crimes”.
 

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