Pulcherrima civitas Castriboni. Castelbuono 700 anni di Orazio Cancila - Presentazione
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Orazio Cancila, Pulcherrima civitas Castriboni. Castelbuono 700 anni, Rubettino Edizioni, Palermo 2020
Dal 29 Luglio 2020 al 29 Luglio 2020
Castelbuono | Palermo
Luogo: Chiostro di San Francesco - Museo Naturalistico Francesco Minà Palumbo
Indirizzo: piazza S. Francesco 3
Orari: ore 18.30
Enti promotori:
- Comune di Castelbuono
Costo del biglietto: ingresso gratuito fino ad esaurimento posti
Telefono per informazioni: +39 0921 677126
E-Mail info: info@museocivico.eu
Mercoledì 29 luglio 2020, alle ore 18.30, il Museo Civico di Castelbuono è lieto di presentare al pubblico il testo del Prof. Orazio Cancila Pulcherrima civitas Castriboni. Castelbuono 700 anni, edito da Rubettino Edizioni alle ore 18.30 presso il Chiostro di San Francesco del Museo Naturalistico F. Minà Palumbo di Castelbuono.
Frutto di mezzo secolo di ricerche in archivi italiani e stranieri, il volume ripercorre le vicende sino ai nostri giorni non solo dei castelbuonesi dalla fondazione nel 1317 del castello "buono" da cui il loro paese ha preso il nome, ma anche dei loro antenati che vissero a Ypsigro, come si chiamava il borgo di origine bizantina anteriormente agli anni Venti del Trecento, quando prevalse il toponimo Castelbuono.
Nella carenza di fonti sui primi due secoli di vita del paese risaltano nel Trecento le figure del conte Francesco I Ventimiglia e nel Quattrocento del pronipote Giovanni I Ventimiglia, dal 1436 marchese di Geraci, il personaggio più prestigioso della lunga storia della famiglia e della storia castelbuonese. Con la seconda metà del Quattrocento il quadro si allarga e cominciano a scorrere via via in rapida successione i momenti cruciali del paese, i potenti signori feudali, le loro imprese e le continue crisi finanziarie, la loro plurisecolare munificenza alla quale Castelbuono deve non poche opere d'arte, l'aspro contenzioso con la popolazione prolungatosi da metà Settecento per quasi tutto l'Ottocento. E ancora i castelbuonesi con le loro attività economiche, religiose e artistiche e con i loro momenti di follia sfociati in violenti atti di sangue e saccheggi: ricchi e poveri, pastori, contadini, artigiani e commercianti forestieri spesso naturalizzati, religiosi, uomini di cultura, scienziati, amministratori pubblici e più tardi anche prestigiosi uomini politici.
All'ombra del potere feudale sorgono tra Sei e Settecento i primi baroni e poi altri ancora nell'Ottocento. E si affermano nuove famiglie che dominano la scena sino a fine Ottocento. Né sono trascurate le donne: religiose, mogli, vedove, figlie di buona famiglia ribelli alla volontà dei padri.
La crescita demografica del Cinque-Seicento favorisce uno sviluppo urbanistico impressionante, con la nascita di nuovi quartieri e la costruzione di parecchi conventi e chiese, tra cui la Nuova Matrice. In aggiunta alle attività tradizionali della pastorizia e dell'olivicoltura, si sviluppano nuove produzioni, quella della seta e poi quella della manna, un prodotto che ha dato ai castelbuonesi grandi gioie e grandi amarezze e di cui il volume ricostruisce l'intera vicenda. Sorgono di tanto in tanto diverse attività proto-industriali (lanifici, fonderie, vetrerie, cartiere e ancora fonderie) dalla vita breve e tormentata. Molto spazio infine è dedicato agli ultimi due secoli, sia perché la documentazione è assai più ampia, sia perché meno trattati dalla storiografia e quindi nel complesso scarsamente conosciuti: una conoscenza spesso affidata alla memoria familiare che il tempo scolora e talora stravolge.
Orazio Cancila è storico e Professore emerito dell'Università degli Studi di Palermo.
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