ReSignifications: Black Portraitures in the Mediterranean Sea
Dal 07 Giugno 2018 al 30 Settembre 2018
Palermo
Luogo: ZAC Cantieri Culturali alla Zisa
Indirizzo: via Paolo Gili 4
Orari: da martedì a domenica 9,30-18,30
Curatori: Awam Amkpa, Ellyn Toscano
Enti promotori:
- Tisch School of the Arts | New York University
- NYU Firenze |NYU per gli affari afroamericani
- Centro Hutchins | Harvard University
- Università degli Studi di Palermo
- Associazione per la Conservazione delle tradizioni popolari
- Fondazione Sant'Elia
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Sito ufficiale: http://www.palermocapitalecultura.it/
Black Saints, Madonne, prophets; ma anche giovani migranti che attraversano le acque alla ricerca della libertà. Che si tratti di storia, mito, leggenda o notizie, chi incarna queste voci è stato spesso ridotto al silenzio, alla guisa di un mobile o un paralume. Subalterni, servitori, numeri senza nome, schiavi, i Blackamoors (“moretti”) sono onnipresenti modelli di arte decorativa su mobili, sculture, dipinti e arazzi. In legno policromo, bronzo o marmo o vetro, divengono pomelli, gingilli, vasi. Il "Blackamoor" sembra essere soltanto una figura in "transizione” che continua a piacere per il suo fascino esotico. Ma ecco che il suo significato diventa altro; e gli artisti contemporanei decidono di mostrare l'altra metà della storia: grazie a loro, sullo sfondo delle storie connesse tra Europa, Africa e Americhe, i corpi neri risorgono come soggetti significanti, padroni di un nome, una storia, e ancora, luoghi, voci, narrazioni.
Circa 150 opere di 44 artisti contemporanei internazionali (fotografie, sculture, dipinti e video) e 6 reperti antichi (sculture policrome raffiguranti Mori) provenienti dalla collezione Acton di Villa La Pietra. Opere di Kiluanji Kia Henda, Deb Willis, Lyle Ashton Harris, Omar Victor Diop, Peju Alatise, Zanele Muholi e gli italiani Riccardo Cavallari, Alessandra Capodacqua, Patrizia Maimouna Guerresi e Alessandra Ragionieri. A cura del drammaturgo nigeriano, regista e professore della New York University, Awam Amkpa e di Ellyn Toscano, direttrice di NYU Firenze, “ReSignifications: Black Portraitures in the Mediterranean Sea” è nata da un primo capitolo a Firenze, dove si è ispirata ad oltre 30 Blackamoors - i “moretti” africani in vari stati di servizio, domestici, soldati, facchini e custodi, della collezione Acton di Villa La Pietra, sede della NYU dal 1994, quando venne lasciata dagli ex proprietari. Dal 2012, artisti provenienti da Africa, Europa e Stati Uniti hanno trascorso periodi in residenza alla NYU per creare arte in risposta ai Blackamoors, “reinterpretandone” le figure, ognuno secondo le proprie personali idee artistiche, in una sorta di “contro-narrazione” sedimentata: uomini della Chiesa, politici, santi e soldati, schiavi ed esploratori. "ReSignifications è l'illustrazione perfetta di ciò che è possibile comporre in un'università globale. Siamo riusciti a trarre ispirazione da elementi di significato culturale al di fuori degli Stati Uniti, e usarli come catalizzatore per una generazione di significati - spiega Awan Amkpa - L'argomento è sempre più urgente per rispondere alla sfida di questo nostro mondo in termini di immaginario di razza e giustizia sociale. Il ruolo di un’università globale non è quello di fuggire i problemi, ma di utilizzare tutto il suo arsenale virtuale – fatto di narrazioni e visioni artistiche - per affrontarli”.
E Palermo, un tempo capitale musulmana dell'emirato siciliano, in seguito ha eletto San Benedetto il Moro a santo patrono: è quasi ovvio che questa mostra trovi qui fondamenta concrete, nello stesso luogo in cui, chi arriva, passa o sceglie di restare, contribuisce al ricco patrimonio artistico, letterario e storico dell'isola. Il Mediterraneo nero disperde, rivendica, ridefinisce la storia attraverso le arti, interpretando antiche narrazioni che qui si vestono di straziante contemporaneità.
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