Salvatore Caputo. Colori vissuti. Anni ’90: l’irrompere della luce
Dal 08 Giugno 2014 al 22 Giugno 2014
Palermo
Luogo: Biblioteca Etnostorica “E. Vittorietti” - Complesso Steri di Palermo
Indirizzo: piazza Marina 1
Orari: dal mercoledì alla domenica 10-13 / 16-19
Curatori: Francesco Savarino
Enti promotori:
- Centro Internazionale di Etnostoria
Telefono per informazioni: +39 349 0796867
E-Mail info: lisacaputo@libero.it
Sito ufficiale: http://www.salvatorecaputo.net
Domenica 8 giugno alle ore 18.30, presso la sala congressi della Biblioteca Etnostorica “E. Vittorietti” (Complesso di Palazzo Steri, piazza Marina, Palermo) verrà inaugurata la mostra di Salvatore Caputo “Colori vissuti. Anni ’90: l’irrompere della luce”. La mostra è la quarta di un ciclo intitolato “Colori vissuti – Un percorso artistico lungo 50 anni”, che, lungo tutto il 2014, ripercorrerà lo svolgimento della carriera di Salvatore Caputo attraverso sei distinte esposizioni che descrivono ognuna circa un decennio, dalle origini a oggi (1 - La ricerca di sé: dagli inizi ai primi anni ’70; 2 - Anni ’70: paesaggi monocromi e surreali; 3 - Anni ‘80: il ritorno del Mediterraneo; 4 - Anni ’90: l’irrompere della luce; 5 - 2000- 2010: il fascino oscuro della materia; 6 - Dal 2010 a oggi: “Fleurs”). Questa quarta mostra riassume alcune caratteristiche della produzione degli anni ’90, ossia lo spostarsi della ricerca di Caputo dalle possibilità espressive del colore a quelle della luce, un diverso rapporto col Mito e l’urgenza di una differente sperimentazione tecnica. L’interesse verso la luce, risalente già agli anni ’80, diventa centrale durante gli anni ’90, caratterizzati appunto da una prepotente luminosità, che domina sia gli ariosi paesaggi diurni sia i numerosi notturni, in cui un’onnipresente luna – insinuandosi e riflettendosi – permea di sé la natura circostante. Il riemergere di memorie mediterranee aveva, inoltre, portato con sé l’affiorare di spunti legati alla mitologia classica, che diventano ora più espliciti nella rilettura dei singoli personaggi, che iniziano a essere chiamati per nome – Melia, Leda, Adone. La sperimentazione tecnica, che si manifesta soprattutto attraverso la commistione fra materiali eterogenei, è evidente sia nella ricchissima produzione di “oggetti d’arte”, sia nelle opere sacre, distinte in Presepi e Icone Pasquali che ben esprimono la tensione spirituale dell’Autore. Verso la fine del decennio, il verde denso – e scuro – dei Nebrodi torna a popolare le tele di Caputo, prefigurando gli sviluppi del decennio successivo, in cui riemerge la ricerca sulla matericità e sui toni cupi. La mostra resterà aperta fino a domenica 22 giugno 2014 Orari: dal mercoledì alla domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.
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