Guardando oltre. Stefano Bombardieri
Dal 01 Aprile 2023 al 21 Maggio 2023
Parma
Luogo: Palazzo Marchi
Indirizzo: Strada Repubblica 57
Orari: venerdì, sabato, domenica e festivi, dalle 11.00 alle 20.00
Curatori: Emanuela Venturini, Paola Marucci
Enti promotori:
- Oblong Contemporary Art Gallery
Costo del biglietto: 5 €. Ingresso con visita guidata 1h: 8 €
Sito ufficiale: http://www.palazzomarchi.it
In occasione di PARMA 360 Festival della creatività contemporanea, nelle splendide sale del settecentesco Palazzo Marchi di Parma va in scena la mostra GUARDANDO OLTRE di Stefano Bombardieri, a cura di Emanuela Venturini e Paola Marucci, una coproduzione con Oblong Contemporary Art Gallery di Dubai e Forte dei Marmi.
Bombardieri è noto in tutto il mondo per le sue sculture di animali selvatici e grandi pachiderma, comerinoceronti, elefanti, gorilla, spesso sospesi, intrappolati o schiacciati da montagne di bagagli. Per Parma Bombardieri realizzerà una mostra costruita appositamente per gli spazi di Palazzo Marchi, la cui considerevole preziosità e bellezza rimarranno al centro del dialogo che l’artista creerà tra le sue opere, alternate tra le più iconiche e quelle a connotazione strettamente concettuale, e gli storici e riccamente decorati spazi che le accolgono. Un percorso tra passato e presente che traccia una linea di continuità nel nome dell’arte.
La mostra è costituita da opere monumentali e opere inedite, tutte incentrate sul rapporto tra l’uomo e natura, dove l’animale rappresenta non soltanto l’anello di congiunzione, ma anche lo specchio attraverso il quale riflettersi e riflettere sull’eredità che il nostro tempo lascerà al futuro. Tema che costituisce una costante nella ricerca artistica di Stefano Bombardieri.
Il percorso espositivo di questa mostra, che racconta dell’approccio profondamente filosofico all’arte di Stefano Bombardieri, si compone di opere quali: Marta e l’elefante, scultura emblematica dell’artista che si racconta attraverso un QR-code da cui si attiva il dialogo in diverse lingue tra la bambina e l’elefante interpretato da tre attori: Struzzo Rubik Whitehorse, dove uno struzzo, che notoriamente nasconde “la testa nella sabbia”, si tuffa nel celebre e magico poliedro inventato dall’ungherese Erno Rubik nel 1974. Quest’opera, fortemente simbolica, che unisce al paradigmatico rompicapo il selvatico struzzo è anch’essa espressiva metafora del mondo contemporaneo secondo la visione di Stefano Bombardieri.
Nel viaggio tra le figure del mondo animale che compongono l’universo di Bombardieri brilla nel suo verde acceso il grande Coleottero, concepito dall’artista come simbolo prezioso, luminoso, com’era nell’antico Egitto e come è ancora oggi, emblema di bellezza e cultura. Segue, tra le altre, la scultura Gorilla seduto che con il suo codice numerico appeso al collo su un pettorale digitale richiama l’attenzione dello spettatore nel drammatico conto alla rovescia che porterà inesorabilmente il più grande ominide vivente verso l’estinzione.
La sensibilità di Bombardieri nei confronti del mondo animale non si racchiude, nei suoi intenti, ai soli soggetti animali, bensì è un richiamo piuttosto forte all’uomo, alle sue responsabilità nei confronti dell’ecosistema, come dimostrano altre opere del percorso di Palazzo Marchi come Balancing on the past, formata da quattro elementi scultorei posti in sequenza a comporre il dialogo tra il bambino e gli elementi stessi: il teschio di mammut, di una scimmia, un umano memento mori e il globo, su ognuno di essi c’è un bambino in equilibrio, il figlio stesso dell’artista cui l’opera è dedicata. L’opera parla del presente che l’attuale società ha consegnato ai propri figli e che sarà a sua volta passata alle nuove generazioni. “Questo presente - dice Bombardieri - è il risultato di un passato fatto di scelte sbagliate e, tragicamente, la storia si ripete”.
Palazzo Marchi è uno spazio espositivo di inusitata eleganza, i suoi numerosi saloni che evocano i fasti e la ricchezza culturale di un prestigioso passato divengono, con la mostra di Bombardieri, luogo di contaminazione, spazio per un dialogo serrato tra passato e presente, tra immagini codificate e immagini nuove. Bombardieri darà vita, in questi spazi, ad un percorso sospeso nel tempo dove sarà possibile camminare nell’arte e nella bellezza, dove soffermarsi e riflettere davanti a opere quali Totem, composta da una summa degli elementi proposti in altre sculture, qui riassunte a formare un’immagine totemica per sottolineare il valore simbolico della scultura.
In questo contesto, tra gli antichi saloni, si incontra un progetto sorprendente: PILA-47 il concept nato dallo studio di Design Nava + Arosio per la storica azienda tessile italiana Rubelli, una seduta che a Parma è declinata nelle due versioni frutto della collaborazione tra i due designer italiani Paolo Nava e Luca Arosio con Stefano Bombardieri. Si chiamano Vision 47 e sono le due suggestive poltrone che Bombardieri ha interpretato ponendo sulle sedute stesse una serie di teste di gorilla sulla prima e una serie di grosse pietre sulla seconda, le due opere, così concepite raccontano di come, nella visione dell’artista, sia opportuno riservare un posto a tavola all’arte e di come, nutrirsi accanto all’arte, sia un invito a mettere la cultura in primo piano nello spazio privilegiato della conversazione.
Un’altra opera decisamente emblematica che si presenta a Palazzo Marchi è Rhino petrol company, l’imponenza del rinoceronte in quest’opera viene schiacciata dai classici fusti di petrolio, è l’immagine di come la natura sia, a tutti gli effetti, soffocata dall’azione dell’uomo. Eppure, nel suo complesso, la scultura appare giocosa, come percorsa da un alone d’ironia, un’immagine che potrebbe appartenere ad un’altra dimensione, più propriamente o squisitamente artistica. Ma è qui che Bombardieri non smette di stupire, rinviando a una riflessione profonda e non superficiale del suo messaggio, che vuole essere univoco pur quando, apparentemente, sembra allontanarsi da quell’urgenza di un mondo in sostanziale difficoltà che è il tema centrale della poetica di Bombardieri.
Il percorso espositivo si completa presso La Galleria di via Emilia Est 7/B che ospita, negli spazi comuni, una riproduzione, a dimensioni monumentali, della scultura Omaggio a Colbert di Stefano Bombardieri, promossa da La Galleria e realizzata in collaborazione con Termoblock. Un elefante seduto di fronte a una figura che assomiglia a un monaco in preghiera diventa simbolo di buon auspicio e capacità di rimuovere gli ostacoli.
Bombardieri è noto in tutto il mondo per le sue sculture di animali selvatici e grandi pachiderma, comerinoceronti, elefanti, gorilla, spesso sospesi, intrappolati o schiacciati da montagne di bagagli. Per Parma Bombardieri realizzerà una mostra costruita appositamente per gli spazi di Palazzo Marchi, la cui considerevole preziosità e bellezza rimarranno al centro del dialogo che l’artista creerà tra le sue opere, alternate tra le più iconiche e quelle a connotazione strettamente concettuale, e gli storici e riccamente decorati spazi che le accolgono. Un percorso tra passato e presente che traccia una linea di continuità nel nome dell’arte.
La mostra è costituita da opere monumentali e opere inedite, tutte incentrate sul rapporto tra l’uomo e natura, dove l’animale rappresenta non soltanto l’anello di congiunzione, ma anche lo specchio attraverso il quale riflettersi e riflettere sull’eredità che il nostro tempo lascerà al futuro. Tema che costituisce una costante nella ricerca artistica di Stefano Bombardieri.
Il percorso espositivo di questa mostra, che racconta dell’approccio profondamente filosofico all’arte di Stefano Bombardieri, si compone di opere quali: Marta e l’elefante, scultura emblematica dell’artista che si racconta attraverso un QR-code da cui si attiva il dialogo in diverse lingue tra la bambina e l’elefante interpretato da tre attori: Struzzo Rubik Whitehorse, dove uno struzzo, che notoriamente nasconde “la testa nella sabbia”, si tuffa nel celebre e magico poliedro inventato dall’ungherese Erno Rubik nel 1974. Quest’opera, fortemente simbolica, che unisce al paradigmatico rompicapo il selvatico struzzo è anch’essa espressiva metafora del mondo contemporaneo secondo la visione di Stefano Bombardieri.
Nel viaggio tra le figure del mondo animale che compongono l’universo di Bombardieri brilla nel suo verde acceso il grande Coleottero, concepito dall’artista come simbolo prezioso, luminoso, com’era nell’antico Egitto e come è ancora oggi, emblema di bellezza e cultura. Segue, tra le altre, la scultura Gorilla seduto che con il suo codice numerico appeso al collo su un pettorale digitale richiama l’attenzione dello spettatore nel drammatico conto alla rovescia che porterà inesorabilmente il più grande ominide vivente verso l’estinzione.
La sensibilità di Bombardieri nei confronti del mondo animale non si racchiude, nei suoi intenti, ai soli soggetti animali, bensì è un richiamo piuttosto forte all’uomo, alle sue responsabilità nei confronti dell’ecosistema, come dimostrano altre opere del percorso di Palazzo Marchi come Balancing on the past, formata da quattro elementi scultorei posti in sequenza a comporre il dialogo tra il bambino e gli elementi stessi: il teschio di mammut, di una scimmia, un umano memento mori e il globo, su ognuno di essi c’è un bambino in equilibrio, il figlio stesso dell’artista cui l’opera è dedicata. L’opera parla del presente che l’attuale società ha consegnato ai propri figli e che sarà a sua volta passata alle nuove generazioni. “Questo presente - dice Bombardieri - è il risultato di un passato fatto di scelte sbagliate e, tragicamente, la storia si ripete”.
Palazzo Marchi è uno spazio espositivo di inusitata eleganza, i suoi numerosi saloni che evocano i fasti e la ricchezza culturale di un prestigioso passato divengono, con la mostra di Bombardieri, luogo di contaminazione, spazio per un dialogo serrato tra passato e presente, tra immagini codificate e immagini nuove. Bombardieri darà vita, in questi spazi, ad un percorso sospeso nel tempo dove sarà possibile camminare nell’arte e nella bellezza, dove soffermarsi e riflettere davanti a opere quali Totem, composta da una summa degli elementi proposti in altre sculture, qui riassunte a formare un’immagine totemica per sottolineare il valore simbolico della scultura.
In questo contesto, tra gli antichi saloni, si incontra un progetto sorprendente: PILA-47 il concept nato dallo studio di Design Nava + Arosio per la storica azienda tessile italiana Rubelli, una seduta che a Parma è declinata nelle due versioni frutto della collaborazione tra i due designer italiani Paolo Nava e Luca Arosio con Stefano Bombardieri. Si chiamano Vision 47 e sono le due suggestive poltrone che Bombardieri ha interpretato ponendo sulle sedute stesse una serie di teste di gorilla sulla prima e una serie di grosse pietre sulla seconda, le due opere, così concepite raccontano di come, nella visione dell’artista, sia opportuno riservare un posto a tavola all’arte e di come, nutrirsi accanto all’arte, sia un invito a mettere la cultura in primo piano nello spazio privilegiato della conversazione.
Un’altra opera decisamente emblematica che si presenta a Palazzo Marchi è Rhino petrol company, l’imponenza del rinoceronte in quest’opera viene schiacciata dai classici fusti di petrolio, è l’immagine di come la natura sia, a tutti gli effetti, soffocata dall’azione dell’uomo. Eppure, nel suo complesso, la scultura appare giocosa, come percorsa da un alone d’ironia, un’immagine che potrebbe appartenere ad un’altra dimensione, più propriamente o squisitamente artistica. Ma è qui che Bombardieri non smette di stupire, rinviando a una riflessione profonda e non superficiale del suo messaggio, che vuole essere univoco pur quando, apparentemente, sembra allontanarsi da quell’urgenza di un mondo in sostanziale difficoltà che è il tema centrale della poetica di Bombardieri.
Il percorso espositivo si completa presso La Galleria di via Emilia Est 7/B che ospita, negli spazi comuni, una riproduzione, a dimensioni monumentali, della scultura Omaggio a Colbert di Stefano Bombardieri, promossa da La Galleria e realizzata in collaborazione con Termoblock. Un elefante seduto di fronte a una figura che assomiglia a un monaco in preghiera diventa simbolo di buon auspicio e capacità di rimuovere gli ostacoli.
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