Conversazioni Pavesi 2014. Massimo Recalcati
Dal 20 Maggio 2014 al 20 Maggio 2014
Pavia
Luogo: Sala conferenze del Broletto
Indirizzo: piazza della Vittoria
Orari: h 21
Costo del biglietto: ingresso gratuito fino ad esaurimento posti
Telefono per informazioni: +39 0382 399424
Nuovo appuntamento per le Conversazioni pavesi, organizzate dall’Associazione Pavia Città Internazionale dei Saperi: una serie di incontri durante i quali uno o più personaggi del mondo della cultura, della scienza, dell’arte (declinata nelle sue molteplici forme) e dello sport intrattengono il pubblico con una “conversazione” appassionante e partecipata.
Dopo gli appuntamenti di marzo – l’apertura con l’enfant terrible, il pianista compositore e direttore d’orchestra Giovanni Allevi, la conversazione con l’architetto milanese Cini Boeri, figura storica del design italiano, l’incontro con il poeta, scrittore e saggista Franco Loi, e con la celebre pubblicitaria Annamaria Testa –, quelli di aprile – con la produttrice discografica e talent scout Mara Maionchi, al fianco del marito, il paroliere e produttore discografico Alberto Salerno, e poi con lo scienziato Tommaso Bellini, docente di Fisica applicata all’Università degli Studi di Milano –, e l’apertura del mese di maggio con José Oubrerie, ultimo collaboratore vivente di Le Corbusier, martedì 20 maggio alle ore 21, nella Sala Conferenze del Broletto, tocca a Massimo Recalcati, noto psicanalista di scuola lacaniana, intrattenere con Chiara Argenteri, giornalista e docente di Scienze Umane, una conversazione dal titolo: “Trauma e perdono nella vita amorosa”.
Mentre in Europa si parla di poliamore (relazioni multiple accettate da un accordo di coppia) e la coppia aperta sembra diventare l'unica risposta possibile alla società frenetica in cui tutto, anche i rapporti, si disfano di continuo, e in cui avere e possedere sembrano le uniche soluzioni alla noia, lo psicanalista Massimo Recalcati, membro dell’Associazione lacaniana, fa un elogio dell’amore e lo pubblica nel suo ultimo saggio Non è più come prima. Elogio del perdono nella vita amorosa (Raffaello Cortina editore), scritto per celebrare il trentennale della morte del suo maestro, Jacques Lacan.
Viviamo in un mondo “senza sale”, liberi di avere tutto. Per capriccio più che per interesse – dice Recalcati –. Siamo nel tempo della morte del desiderio, perché non è desiderio quello che viviamo ma la sua riduzione a capriccio, dominata da una compulsione a godere, che soffoca ogni possibilità di volere davvero qualcuno o qualcosa. Per essere felici c’è solo una strada: ritrovare lo slancio di volere davvero.
Gli amori vanno e vengono, si sciolgono come la neve al primo sole. Sono amori liquidi direbbe Baumann. Il contrario dell'amore destinato all'eternità. Sono amori che non sanno durare. Poi ci sono gli amori che sanno resistere alla corruzione del tempo, resistono e insistono, e non cedono alla lusinga della nuova sirena o alla delusione dell’imperfetta corrispondenza con le attese e coi bisogni: L'amore che dura è l'amore che vuole vivere ancora. Non sopravvivere. Lacan definiva la parola d'amore più alta quella che recita: "ancora". Ancora come adesso, ancora come oggi, ancora te, ancora te per sempre. Ancora non esige il ricambio del vecchio oggetto per il nuovo - come accade nella logica del capitalismo - ma mostra che il Nuovo è nel rinnovare l'amore nello Stesso. Se questo miracolo esiste allora l'amore dura e non si lascia consumare.
Trauma e perdono nella vita amorosa
Massimo Recalcati e Chiara Argenteri
Cosa accade quando uno dei due amanti vive un'altra esperienza affettiva nel segreto? Cosa accade poi se chi tradisce chiede perdono?Nella vita amorosa il trauma prende la forma dell'abbandono e del tradimento.
Un elogio del perdono come lavoro lento e faticoso che non rinuncia alla promessa di eternità che accompagna ogni amore vero.
I pazienti dicono che non cambia nulla con il cambio del partner. Nessun patto garantisce che sia per sempre. Pasolini ci ha insegnato a diffidare dei miti del nostro tempo: il mito del nostro tempo è quello della libertà.
Il lavoro del perdono lo compie chi ha compiuto l'offesa, ma anche chi ha tradito ha il tema di come perdonarsi. Ci sono i traditori con molto (spesso le donne) o scarso (spesso gli uomini) senso di colpa. Il tradimento è il venir meno a una promessa. Ogni volta in cui stipuliamo un giuramento, io non sono lo stesso che dopo dieci anni si invaghisce di un altro...
L'amore è il desiderio d'etermo. Punta all'assoluto. Questi temi suscitano uno sguardo cinico. L'incontro d'amore è una pura accidentalità. Quando avviene il mondo nasce una seconda volta. Implica la nascita del mondo a due. Gli amanti desiderano il per sempre. Vedono se almeno nelle stelle c'è scritto un per sempre. La vocazione di ogni amore radicale è che sia per sempre. Quando avviene il tradimento se si scopre è un trauma.
Penso che sia sempre meglio sapere, anche se a volte è meglio non sapere. Il trauma comporta una de- idealizzazione dell'altro e la perdita del mondo a due.
Chi è tradito ha due possibilità. Nella mia esperienza clinica, i soggetti hanno davanti al trauma del tradimento, due vie: una è quella della via del perdono: duro lavoro e tempo. Assomiglia al lavoro del lutto. C'è un'altrettanta dignità in chi non riesce a perdonare per rimanere fedele al mondo che è stato.
Il tradimento fa parte della storia dell'uomo, quello che c'è di nuovo è che la spinta a cambiare oggetto, a riconoscere che ogni amore deve vedere la sua agonia... Questo è tipico del nostro tempo. C'è una spinta a farci credere che il nuovo sia meglio di quello che si ha.
La fedeltà non è una camicia di forza ma è un rinnovare continuamente il desiderio.
Massimo Recalcati è uno degli psicoanalisti lacaniani più noti in Italia. Insegna al’Università di Pavia. E’ fondatore di Jonas Onlus : centro di clinica psicoanalitica per i nuovi sintomi e Direttore Scientifico della Scuola di specializzazione in psicoterapia IRPA . Ha svolto attività supervisore clinico presso diverse istituzioni sanitarie e attualmente presso il reparto di Neuropsichiatria infantile dell’Ospedale S. Orsola di Bologna. Tra le sue numerose pubblicazioni, tradotte in diverse lingue, ricordiamo: Clinica del vuoto: anoressie, dipendenze e psicosi (Franco Angeli, 2002), Elogio dell’inconscio (Bruno Mondadori 2008), , L’uomo senza inconscio. Nuove forme della clinica psicoanalitica (Raffaello Cortina 2010) , Cosa Resta del Padre. La paternità nell’epoca ipermoderna ( Raffaello Cortina , Milano 2011) e Ritratti del desiderio ( Raffaello Cortina , Milano 2012) Jacques Lacan. Desiderio, godimento e soggettivazione ( Raffaello Cortina, Milano 2012), Il complesso di Telemaco. Genitori e figli dopo il tramonto del padre ( Feltrinelli Editori, Milano 2013) Patria senza padri. Psicopatologia della politica italiana ( Minimum fax, Roma 2013). Non è più come prima . Elogio del perdono nella vita amorosa ( Raffaello Cortina , Milano 2014) Collabora con diverse riviste specializzate italiane e internazionali e con le pagine culturali de La Repubblica.
Viviamo in un mondo “senza sale”, liberi di avere tutto. Per capriccio più che per interesse – dice Recalcati –. Siamo nel tempo della morte del desiderio, perché non è desiderio quello che viviamo ma la sua riduzione a capriccio, dominata da una compulsione a godere, che soffoca ogni possibilità di volere davvero qualcuno o qualcosa. Per essere felici c’è solo una strada: ritrovare lo slancio di volere davvero.
Gli amori vanno e vengono, si sciolgono come la neve al primo sole. Sono amori liquidi direbbe Baumann. Il contrario dell'amore destinato all'eternità. Sono amori che non sanno durare. Poi ci sono gli amori che sanno resistere alla corruzione del tempo, resistono e insistono, e non cedono alla lusinga della nuova sirena o alla delusione dell’imperfetta corrispondenza con le attese e coi bisogni: L'amore che dura è l'amore che vuole vivere ancora. Non sopravvivere. Lacan definiva la parola d'amore più alta quella che recita: "ancora". Ancora come adesso, ancora come oggi, ancora te, ancora te per sempre. Ancora non esige il ricambio del vecchio oggetto per il nuovo - come accade nella logica del capitalismo - ma mostra che il Nuovo è nel rinnovare l'amore nello Stesso. Se questo miracolo esiste allora l'amore dura e non si lascia consumare.
Trauma e perdono nella vita amorosa
Massimo Recalcati e Chiara Argenteri
Cosa accade quando uno dei due amanti vive un'altra esperienza affettiva nel segreto? Cosa accade poi se chi tradisce chiede perdono?Nella vita amorosa il trauma prende la forma dell'abbandono e del tradimento.
Un elogio del perdono come lavoro lento e faticoso che non rinuncia alla promessa di eternità che accompagna ogni amore vero.
I pazienti dicono che non cambia nulla con il cambio del partner. Nessun patto garantisce che sia per sempre. Pasolini ci ha insegnato a diffidare dei miti del nostro tempo: il mito del nostro tempo è quello della libertà.
Il lavoro del perdono lo compie chi ha compiuto l'offesa, ma anche chi ha tradito ha il tema di come perdonarsi. Ci sono i traditori con molto (spesso le donne) o scarso (spesso gli uomini) senso di colpa. Il tradimento è il venir meno a una promessa. Ogni volta in cui stipuliamo un giuramento, io non sono lo stesso che dopo dieci anni si invaghisce di un altro...
L'amore è il desiderio d'etermo. Punta all'assoluto. Questi temi suscitano uno sguardo cinico. L'incontro d'amore è una pura accidentalità. Quando avviene il mondo nasce una seconda volta. Implica la nascita del mondo a due. Gli amanti desiderano il per sempre. Vedono se almeno nelle stelle c'è scritto un per sempre. La vocazione di ogni amore radicale è che sia per sempre. Quando avviene il tradimento se si scopre è un trauma.
Penso che sia sempre meglio sapere, anche se a volte è meglio non sapere. Il trauma comporta una de- idealizzazione dell'altro e la perdita del mondo a due.
Chi è tradito ha due possibilità. Nella mia esperienza clinica, i soggetti hanno davanti al trauma del tradimento, due vie: una è quella della via del perdono: duro lavoro e tempo. Assomiglia al lavoro del lutto. C'è un'altrettanta dignità in chi non riesce a perdonare per rimanere fedele al mondo che è stato.
Il tradimento fa parte della storia dell'uomo, quello che c'è di nuovo è che la spinta a cambiare oggetto, a riconoscere che ogni amore deve vedere la sua agonia... Questo è tipico del nostro tempo. C'è una spinta a farci credere che il nuovo sia meglio di quello che si ha.
La fedeltà non è una camicia di forza ma è un rinnovare continuamente il desiderio.
Massimo Recalcati è uno degli psicoanalisti lacaniani più noti in Italia. Insegna al’Università di Pavia. E’ fondatore di Jonas Onlus : centro di clinica psicoanalitica per i nuovi sintomi e Direttore Scientifico della Scuola di specializzazione in psicoterapia IRPA . Ha svolto attività supervisore clinico presso diverse istituzioni sanitarie e attualmente presso il reparto di Neuropsichiatria infantile dell’Ospedale S. Orsola di Bologna. Tra le sue numerose pubblicazioni, tradotte in diverse lingue, ricordiamo: Clinica del vuoto: anoressie, dipendenze e psicosi (Franco Angeli, 2002), Elogio dell’inconscio (Bruno Mondadori 2008), , L’uomo senza inconscio. Nuove forme della clinica psicoanalitica (Raffaello Cortina 2010) , Cosa Resta del Padre. La paternità nell’epoca ipermoderna ( Raffaello Cortina , Milano 2011) e Ritratti del desiderio ( Raffaello Cortina , Milano 2012) Jacques Lacan. Desiderio, godimento e soggettivazione ( Raffaello Cortina, Milano 2012), Il complesso di Telemaco. Genitori e figli dopo il tramonto del padre ( Feltrinelli Editori, Milano 2013) Patria senza padri. Psicopatologia della politica italiana ( Minimum fax, Roma 2013). Non è più come prima . Elogio del perdono nella vita amorosa ( Raffaello Cortina , Milano 2014) Collabora con diverse riviste specializzate italiane e internazionali e con le pagine culturali de La Repubblica.
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