Le incisioni del Barocco
Dal 16 Novembre 2013 al 22 Dicembre 2013
Pavia
Luogo: Castello Visconteo
Indirizzo: viale XI Febbraio 35
Orari: da martedì a venerdì 9-17.50; sabato, domenica e festivi 9-20
Enti promotori:
- Comune di Pavia – Assessorato alle Biblioteche civiche del Comune di Pavia
- Associazione Amici della Biblioteca C. Bonetta
Telefono per informazioni: +39 0382 33853
E-Mail info: museicivici@comune.pv.it
Sito ufficiale: http://www.museicivici.pavia.it
Un tuffo a piè pari nel Seicento, tra i maestri dell’incisione italiana e fiamminga: Rembrandt, Van Dyck, Guido Reni, Annibale Carracci, Simone Cantarini, Antonio Tempesta e molti loro “colleghi” saranno protagonisti de Le incisioni del Barocco, la mostra organizzata dalla Biblioteca Bonetta – Assessorato alle Biblioteche civiche del Comune di Pavia, in collaborazione con l’Associazione Amici della Biblioteca C. Bonetta, che inaugura sabato 16 novembre 2013 alle ore 16 nella Sala mostre dei Musei civici del Castello Visconteo.
In occasione dell’inaugurazione della mostra, ci sarà il concerto del trio I Tesori di Orfeo in Sinestesie, con musiche di G. F. Haendel, J. S. Bach, H. Purcell, J. B. Lully e J.B. Loeillet, a cura dell'ISSM Vittadini.
Accanto a una ricca selezione di stampe (più di 200 incisioni), da due collezioni private pavesi e dalla collezione Malaspina dei Musei civici, di alcuni dei più importanti maestri dell’incisione italiana, olandese e fiamminga divisi per regioni di appartenenza, la mostra presenta fino al 22 dicembre una quarantina di volumi di rarissime seicentine di proprietà della biblioteca C. Bonetta, e una selezione di legature storiche seicentesche, prevalentemente di area tedesca.
Questa mostra – commenta l'Assessore alle Biblioteche Civiche Marco Galandra – è la manifestazione di punta organizzata dall’Assessorato alle Biblioteche Civiche del Comune di Pavia, grazie al supporto dell' "Associazione amici della Biblioteca Carlo Bonetta". L’importanza della mostra, non solo a livello locale ma anche a livello nazionale ed internazionale, sta nell'eccezionalità delle opere esposte, realizzate dai maggiori incisori italiani, olandesi e fiamminghi. Basti l’esempio della cosiddetta Madonna alla Tavola di Guido Reni, opera di eccezionale rarità, in quanto se ne conoscono pochi esemplari al mondo, quasi tutti esposti in Musei. Un grande evento culturale, quindi, che si aggiunge a quelli già realizzati nella nostra città.
L'incisione in Italia nel percorso della mostra
In Olanda, durante il “secolo d’oro” capeggia Rembrandt, maestro della luce, circondato da artisti come Hendrik Goltzius, Jacob Matham, Jan Saenredam e Adriaen Van Ostade, solo per citarne alcuni. E accanto ci sono i maestri incisori fiamminghi, come Antony Van Dyck, Jan Sadeler, Pieter De Jodem Lucas Vosterman, Jan Van Londerseel e Cornelis Schut.
Il panorama del Seicento italiano invece, differentemente da quello cinquecentesco in cui Roma e Venezia erano i principali poli di stampa italiani, propone un quadro più complesso; a Bologna, dove da circa venticinque anni già incidevano i Carracci, si sviluppa un’importante scuola bolognese (ed emiliana) con validi esponenti del calibro di Guido Reni, Simone Cantarini detto “il Pescarese”, Giuseppe Maria Vitelli e molti altri; a Genova fanno da protagonisti il Grechetto (Giovanni Battista Castiglione), Bartolomeo Biscanio e Giovanni Andrea Podestà, che rappresentano degnamente la tradizione legata al paesaggio. A Firenze c’è la scuola toscana (alla corte del Granduca), con Antonio Tempesta, Jacques Callot, Stefano della Bella e Giovan Battista Vanni; mentre a Roma e a Napoli sono attivi i Testa (il “Lucchesino”, Pietro e Giovanni Cesare), Raffaello Schiaminossi, lo “Spagnoletta” Jusepe de Ribera, Salvator Rosa, Pietro Aquila e Pietro Sante Batoli, solo per citare i principali esponenti. La mancanza di maestri incisori in area milanese e veneta (tranne rare eccezioni) limita in modo considerevole lo sviluppo di alcune forme peculiari della produzione della stampa calcografica, con caratteri di specificità locale. In particolare, il mercato calcografico a Milano è monopolizzato dagli editori e tipografi G.B.Bidelli, Malatesta, Ponzio e dagli incisori e illustratori librari quali Bassanus (Cesare Bassano) e Blancus (Giovanni Paolo Bianchi), ai quali nel percorso della mostra è offerto un piccolo ma significativo omaggio.
In area veneziana, Jacopo e Guglielmo Piccini incidono su rame le opere di Rubens, Tiiziano e altri antichi maestri, mentre Elisabetta, appresa dal padre Jacopo e dallo zio Guglielmo l’arte dell’incidere col bulino, diverrà un rarissimo esempio di donna incisore.
Le seicentine della biblioteca C. Bonetta nel percorso della mostra
Il Seicento è l’epoca dei grandi contrasti anche nell’arte della stampa. Da un lato si assiste al trionfo del barocco, che si esprime in una produzione sempre più appariscente ma povera di contenuto: frontespizi incisi, antiporte, prolissità dei titoli, prefazioni dedicatorie e, nello stesso tempo, sciatteria dei caratteri e scadente qualità della carta; dall’altro lato, il fervore degli studi scientifici dà luogo a una produzione editoriale clandestina, e si citano falsi luoghi di stampa per eludere la censura (il libro a stampa rappresenta il principale mezzo per la diffusione di idee eretiche ed era necessario controllarne la censura). L’editoria europea subisce un regresso. L’unica azienda editoriale d’importanza internazionale che continua a produrre opere di un certo valore (grazie alla relativa libertà di stampa esistente) è quella degli Elzevier in Olanda, che pubblica oltre alle edizioni di classici latini e greci, testi scientifici e religiosi proibiti per i loro contenuti nei Paesi d’origine e li esporta nei diversi paesi europei attraverso le proprie agenzie.
Nella mostra pavese saranno esposti per la prima volta al pubblico una quarantina di volumi divisi per argomento: ci sono i libri d’emblemi, quelli religiosi e di medicina, i libri storici, geografici e i dizionari; e poi le biografie di uomini illustri, i trattati militari e un curioso manuale per il perfetto segretario.
Eventi collaterali
Domenica 17 novembre ore 16 Federico Macchi: le legature del '600
Domenica 24 novembre ore 16 Antonella Calvi: Le Seicentine della Bonetta in mostra
Domenica 1 dicembre ore 16 Giuseppe Simoni, Paolo Fornelli: La calcografia nel '600, scuola italiana, olandese, fiamminga
In occasione della mostra, è stato redatto un catalogo con testi e schede di Antonella Calvi, Paolo Fornelli, Federico Macchi, Romano Aguzzi e Giuseppe Simoni.
In occasione dell’inaugurazione della mostra, ci sarà il concerto del trio I Tesori di Orfeo in Sinestesie, con musiche di G. F. Haendel, J. S. Bach, H. Purcell, J. B. Lully e J.B. Loeillet, a cura dell'ISSM Vittadini.
Accanto a una ricca selezione di stampe (più di 200 incisioni), da due collezioni private pavesi e dalla collezione Malaspina dei Musei civici, di alcuni dei più importanti maestri dell’incisione italiana, olandese e fiamminga divisi per regioni di appartenenza, la mostra presenta fino al 22 dicembre una quarantina di volumi di rarissime seicentine di proprietà della biblioteca C. Bonetta, e una selezione di legature storiche seicentesche, prevalentemente di area tedesca.
Questa mostra – commenta l'Assessore alle Biblioteche Civiche Marco Galandra – è la manifestazione di punta organizzata dall’Assessorato alle Biblioteche Civiche del Comune di Pavia, grazie al supporto dell' "Associazione amici della Biblioteca Carlo Bonetta". L’importanza della mostra, non solo a livello locale ma anche a livello nazionale ed internazionale, sta nell'eccezionalità delle opere esposte, realizzate dai maggiori incisori italiani, olandesi e fiamminghi. Basti l’esempio della cosiddetta Madonna alla Tavola di Guido Reni, opera di eccezionale rarità, in quanto se ne conoscono pochi esemplari al mondo, quasi tutti esposti in Musei. Un grande evento culturale, quindi, che si aggiunge a quelli già realizzati nella nostra città.
L'incisione in Italia nel percorso della mostra
In Olanda, durante il “secolo d’oro” capeggia Rembrandt, maestro della luce, circondato da artisti come Hendrik Goltzius, Jacob Matham, Jan Saenredam e Adriaen Van Ostade, solo per citarne alcuni. E accanto ci sono i maestri incisori fiamminghi, come Antony Van Dyck, Jan Sadeler, Pieter De Jodem Lucas Vosterman, Jan Van Londerseel e Cornelis Schut.
Il panorama del Seicento italiano invece, differentemente da quello cinquecentesco in cui Roma e Venezia erano i principali poli di stampa italiani, propone un quadro più complesso; a Bologna, dove da circa venticinque anni già incidevano i Carracci, si sviluppa un’importante scuola bolognese (ed emiliana) con validi esponenti del calibro di Guido Reni, Simone Cantarini detto “il Pescarese”, Giuseppe Maria Vitelli e molti altri; a Genova fanno da protagonisti il Grechetto (Giovanni Battista Castiglione), Bartolomeo Biscanio e Giovanni Andrea Podestà, che rappresentano degnamente la tradizione legata al paesaggio. A Firenze c’è la scuola toscana (alla corte del Granduca), con Antonio Tempesta, Jacques Callot, Stefano della Bella e Giovan Battista Vanni; mentre a Roma e a Napoli sono attivi i Testa (il “Lucchesino”, Pietro e Giovanni Cesare), Raffaello Schiaminossi, lo “Spagnoletta” Jusepe de Ribera, Salvator Rosa, Pietro Aquila e Pietro Sante Batoli, solo per citare i principali esponenti. La mancanza di maestri incisori in area milanese e veneta (tranne rare eccezioni) limita in modo considerevole lo sviluppo di alcune forme peculiari della produzione della stampa calcografica, con caratteri di specificità locale. In particolare, il mercato calcografico a Milano è monopolizzato dagli editori e tipografi G.B.Bidelli, Malatesta, Ponzio e dagli incisori e illustratori librari quali Bassanus (Cesare Bassano) e Blancus (Giovanni Paolo Bianchi), ai quali nel percorso della mostra è offerto un piccolo ma significativo omaggio.
In area veneziana, Jacopo e Guglielmo Piccini incidono su rame le opere di Rubens, Tiiziano e altri antichi maestri, mentre Elisabetta, appresa dal padre Jacopo e dallo zio Guglielmo l’arte dell’incidere col bulino, diverrà un rarissimo esempio di donna incisore.
Le seicentine della biblioteca C. Bonetta nel percorso della mostra
Il Seicento è l’epoca dei grandi contrasti anche nell’arte della stampa. Da un lato si assiste al trionfo del barocco, che si esprime in una produzione sempre più appariscente ma povera di contenuto: frontespizi incisi, antiporte, prolissità dei titoli, prefazioni dedicatorie e, nello stesso tempo, sciatteria dei caratteri e scadente qualità della carta; dall’altro lato, il fervore degli studi scientifici dà luogo a una produzione editoriale clandestina, e si citano falsi luoghi di stampa per eludere la censura (il libro a stampa rappresenta il principale mezzo per la diffusione di idee eretiche ed era necessario controllarne la censura). L’editoria europea subisce un regresso. L’unica azienda editoriale d’importanza internazionale che continua a produrre opere di un certo valore (grazie alla relativa libertà di stampa esistente) è quella degli Elzevier in Olanda, che pubblica oltre alle edizioni di classici latini e greci, testi scientifici e religiosi proibiti per i loro contenuti nei Paesi d’origine e li esporta nei diversi paesi europei attraverso le proprie agenzie.
Nella mostra pavese saranno esposti per la prima volta al pubblico una quarantina di volumi divisi per argomento: ci sono i libri d’emblemi, quelli religiosi e di medicina, i libri storici, geografici e i dizionari; e poi le biografie di uomini illustri, i trattati militari e un curioso manuale per il perfetto segretario.
Eventi collaterali
Domenica 17 novembre ore 16 Federico Macchi: le legature del '600
Domenica 24 novembre ore 16 Antonella Calvi: Le Seicentine della Bonetta in mostra
Domenica 1 dicembre ore 16 Giuseppe Simoni, Paolo Fornelli: La calcografia nel '600, scuola italiana, olandese, fiamminga
In occasione della mostra, è stato redatto un catalogo con testi e schede di Antonella Calvi, Paolo Fornelli, Federico Macchi, Romano Aguzzi e Giuseppe Simoni.
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