Uno:Uno. A tu per tu con l'opera. Giandomenico Tiepolo
Dal 31 Agosto 2014 al 31 Agosto 2014
Pavia
Luogo: Musei civici del Castello Visconteo
Indirizzo: piazza Castello
Enti promotori:
- Musei Civici del Castello Visconteo
- Settore Cultura - Comune di Pavia
- Associazione Amici dei Musei Pavesi
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0382 399770
E-Mail info: museicivici@comune.pv.it
Sito ufficiale: http://www.museicivici.pavia.it/unoauno
Un’opera d’arte al mese, per un anno ricco di cultura. Si intitola Uno:Uno. A tu per tu con l’opera, l’iniziativa organizzata dai Musei Civici del Castello Visconteo, Settore Cultura del Comune di Pavia, in collaborazione con l’Associazione Amici dei Musei Pavesi, che fino a novembre, ogni quarta domenica del mese, proporrà all’interno dei Musei civici una visita guidata ad hoc, alla scoperta dei capolavori delle collezioni pavesi. Un capolavoro alla volta.
Per l’appuntamento estivo è stata fatta un’eccezione, e i capolavori presentati saranno due: le celebri Teste dipinte (Testa di vecchio e Testa di orientale) di Giandomenico Tiepolo saranno protagoniste domenica 31 agosto 2014, ore 16.30. I nostri Musei sono ricchi di arte, di storia e di opere di straordinario valore, a volte non sufficientemente conosciute anche nella nostra stessa città – dichiara l’Assessore alla Cultura Giacomo Galazzo–. Questa bella iniziativa apre le porte dei nostri musei e lo fa in un modo nuovo e originale, tentando di invogliare il visitatore a tornare periodicamente a visitarli proprio perché luogo di esperienze artistiche sempre nuove e stimolanti.
Le Teste di Giandomenico Tiepolo saranno esposte fino al 26 settembre 2014 in una sala pensata appositamente, in modo da privilegiare il contatto diretto con l'opera e una fruizione "slow".
Un video focus e alcuni documenti scelti accompagneranno l'esposizione e consentiranno di approfondire la storia dei dipinti, l'iconografia e la loro collocazione della produzione dell'artista.
Testa di vecchio e Testa di orientale di Giandomenico Tiepolo
Le due celebri Teste sono pervenute alle collezioni civiche per legato di Giovanni Carlo Francesco Reale, conservatore dello Stabilimento di Belle Arti Malaspina, nel 1892. Nell'inventario della donazione stilato dal pittore Pietro Michis, allora direttore della Civica Scuola di Pittura, compaiono con l'attribuzione a Giambattista Tiepolo, mentre gli studi successivi le hanno ricondotte alla mano del figlio Giandomenico, sulla base di confronti con altre Teste dipinte, come quelle della Johnson Collection del Museo di Filadelfia e della collezione Bohler di Monaco.
Pittore e incisore, Giandomenico Tiepolo nacque a Venezia nel 1727 e iniziò la propria attività all'ombra del padre, maestro dell'affresco apprezzato in tutta Europa. Tra il 1751 e il 1753 fu attivo a Wurzburg con la bottega paterna, al lavoro nella residenza del principe-vescovo Carlo Filippo.
Nel 1756 fu eletto membro dell'Accademia di Venezia e nel 1762 partì alla volta di Madrid col padre e il fratello Lorenzo, incaricati di realizzare la decorazione del Palazzo Reale.
Dopo la morte improvvisa di Giambattista, nel 1770, fece ritorno in Italia, dove portò avanti l'eredità artistica paterna rielaborando e traducendo le sue invenzioni in disegni, dipinti e incisioni, che mostrano un segno grafico attento al realismo e alla luminosità del chiaroscuro.
La pratica di bottega a conduzione familiare ha contribuito a confondere le acque per un'attribuzione certa delle due Teste: evidenti sono i riferimenti stilistici e iconografici alle opere più note del capobottega Giambattista, che fu un modello imprescindibile per i figli.
Le due teste dimostrano comunque una innegabile vicinanza con i numerosi "ritratti di immaginazione" realizzati da Giandomenico durante il soggiorno spagnolo, negli anni '60 del '700: opere che denotano un gusto spiccato per la ricerca di un'umanità pittoresca e cosmopolita.
Le due tele pavesi sono in relazione diretta anche con alcune acqueforti della "Raccolta di Teste" pubblicata da Giandomenico tra il 1773 e il 1774, in due volumi di 30 esemplari ciascuno, realizzate sulla base di disegni originali del padre. In particolare, la Testa di vecchio è stata messa a confronto con l'acquaforte n. 11 del Libro I, mentre la Testa di orientale è associata all'acquaforte n. 6 del Libro I, rispetto alle quali si presentano in controparte. Le teste dei vecchi patriarchi dell'Antico Testamento e dei filosofi dell'Antichità sono parte integrante del repertorio iconografico occidentale e hanno offerto agli artisti la possibilità di ritrarre il soggetto in maniera puramente immaginativa, dal momento che le reali sembianze si perdono nella notte dei tempi. Questo specifico filone ha saputo attrarre l'attenzione dei collezionisti più attenti proprio in quanto manifestazione della fantasia creativa degli artisti, al di là dei soggetti rigidamente codificati.
Nella galleria di Teste di Tiepolo, i protagonisti si differenziano a seconda dell'abbigliamento e dell'acconciatura ed interpretano di volta in volta ruoli diversi, dal patriarca al filosofo, al mercante levantino. Ritroviamo poi le stesse personalità spiccate e i volti così familiari in tanti personaggi secondari di opere affrescate.
La pennellata corsiva e liquida della pennellata, l'intonazione cromatica, i meravigliosi inserti dell'abbigliamento, sono le cifre caratteristiche dello stile di Giandomenico Tiepolo: gli ampi risvolti dell'abito, la fibbia preziosa, il copricapo/turbante - che ricorrono anche in altri dipinti - sono utilizzati magistralmente dall'artista per dare carattere ai personaggi e luce all'immagine, così come gli sguardi, misteriosi e affascinanti insieme, e le accensioni preziose degli ocra che fanno da contrasto ai blu profondi.
Per l’appuntamento estivo è stata fatta un’eccezione, e i capolavori presentati saranno due: le celebri Teste dipinte (Testa di vecchio e Testa di orientale) di Giandomenico Tiepolo saranno protagoniste domenica 31 agosto 2014, ore 16.30. I nostri Musei sono ricchi di arte, di storia e di opere di straordinario valore, a volte non sufficientemente conosciute anche nella nostra stessa città – dichiara l’Assessore alla Cultura Giacomo Galazzo–. Questa bella iniziativa apre le porte dei nostri musei e lo fa in un modo nuovo e originale, tentando di invogliare il visitatore a tornare periodicamente a visitarli proprio perché luogo di esperienze artistiche sempre nuove e stimolanti.
Le Teste di Giandomenico Tiepolo saranno esposte fino al 26 settembre 2014 in una sala pensata appositamente, in modo da privilegiare il contatto diretto con l'opera e una fruizione "slow".
Un video focus e alcuni documenti scelti accompagneranno l'esposizione e consentiranno di approfondire la storia dei dipinti, l'iconografia e la loro collocazione della produzione dell'artista.
Testa di vecchio e Testa di orientale di Giandomenico Tiepolo
Le due celebri Teste sono pervenute alle collezioni civiche per legato di Giovanni Carlo Francesco Reale, conservatore dello Stabilimento di Belle Arti Malaspina, nel 1892. Nell'inventario della donazione stilato dal pittore Pietro Michis, allora direttore della Civica Scuola di Pittura, compaiono con l'attribuzione a Giambattista Tiepolo, mentre gli studi successivi le hanno ricondotte alla mano del figlio Giandomenico, sulla base di confronti con altre Teste dipinte, come quelle della Johnson Collection del Museo di Filadelfia e della collezione Bohler di Monaco.
Pittore e incisore, Giandomenico Tiepolo nacque a Venezia nel 1727 e iniziò la propria attività all'ombra del padre, maestro dell'affresco apprezzato in tutta Europa. Tra il 1751 e il 1753 fu attivo a Wurzburg con la bottega paterna, al lavoro nella residenza del principe-vescovo Carlo Filippo.
Nel 1756 fu eletto membro dell'Accademia di Venezia e nel 1762 partì alla volta di Madrid col padre e il fratello Lorenzo, incaricati di realizzare la decorazione del Palazzo Reale.
Dopo la morte improvvisa di Giambattista, nel 1770, fece ritorno in Italia, dove portò avanti l'eredità artistica paterna rielaborando e traducendo le sue invenzioni in disegni, dipinti e incisioni, che mostrano un segno grafico attento al realismo e alla luminosità del chiaroscuro.
La pratica di bottega a conduzione familiare ha contribuito a confondere le acque per un'attribuzione certa delle due Teste: evidenti sono i riferimenti stilistici e iconografici alle opere più note del capobottega Giambattista, che fu un modello imprescindibile per i figli.
Le due teste dimostrano comunque una innegabile vicinanza con i numerosi "ritratti di immaginazione" realizzati da Giandomenico durante il soggiorno spagnolo, negli anni '60 del '700: opere che denotano un gusto spiccato per la ricerca di un'umanità pittoresca e cosmopolita.
Le due tele pavesi sono in relazione diretta anche con alcune acqueforti della "Raccolta di Teste" pubblicata da Giandomenico tra il 1773 e il 1774, in due volumi di 30 esemplari ciascuno, realizzate sulla base di disegni originali del padre. In particolare, la Testa di vecchio è stata messa a confronto con l'acquaforte n. 11 del Libro I, mentre la Testa di orientale è associata all'acquaforte n. 6 del Libro I, rispetto alle quali si presentano in controparte. Le teste dei vecchi patriarchi dell'Antico Testamento e dei filosofi dell'Antichità sono parte integrante del repertorio iconografico occidentale e hanno offerto agli artisti la possibilità di ritrarre il soggetto in maniera puramente immaginativa, dal momento che le reali sembianze si perdono nella notte dei tempi. Questo specifico filone ha saputo attrarre l'attenzione dei collezionisti più attenti proprio in quanto manifestazione della fantasia creativa degli artisti, al di là dei soggetti rigidamente codificati.
Nella galleria di Teste di Tiepolo, i protagonisti si differenziano a seconda dell'abbigliamento e dell'acconciatura ed interpretano di volta in volta ruoli diversi, dal patriarca al filosofo, al mercante levantino. Ritroviamo poi le stesse personalità spiccate e i volti così familiari in tanti personaggi secondari di opere affrescate.
La pennellata corsiva e liquida della pennellata, l'intonazione cromatica, i meravigliosi inserti dell'abbigliamento, sono le cifre caratteristiche dello stile di Giandomenico Tiepolo: gli ampi risvolti dell'abito, la fibbia preziosa, il copricapo/turbante - che ricorrono anche in altri dipinti - sono utilizzati magistralmente dall'artista per dare carattere ai personaggi e luce all'immagine, così come gli sguardi, misteriosi e affascinanti insieme, e le accensioni preziose degli ocra che fanno da contrasto ai blu profondi.
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