Uno:Uno. A tu per tu con l’opera - Giovanni Spertini. Fanciulla che scrive
Dal 26 Luglio 2015 al 26 Luglio 2015
Pavia
Luogo: Musei Civici del Castello Visconteo
Indirizzo: viale XI Febbraio 35
Enti promotori:
- Comune di Pavia - Settore Cultura
Telefono per informazioni: +39 0382.399770
E-Mail info: museicivici@comune.pv.it
Un’opera d’arte al mese, per un anno ricco di cultura.
Domenica 26 luglio 2015, alle ore 16.30, si terrà il nuovo appuntamento con Uno:Uno. A tu per tu con l’opera, l’iniziativa organizzata dai Musei Civici del Castello Visconteo, con il sostegno dell’Associazione Amici dei Musei Pavesi, che l'ultima domenica di ogni mese conduce alla scoperta delle collezioni dei Musei pavesi, un capolavoro alla volta.
L'idea è quella di favorire il rapporto diretto tra il visitatore e l’opera d’arte, privilegiando la fruizione “slow” di un singolo oggetto, differente rispetto alla visita di un’intera collezione.
Uno:Uno si concentra di volta in volta su una singola opera, presentata da un esperto, offrendo differenti chiavi di lettura per evidenziare le molteplici e talvolta inattese connessioni che scaturiscono dalla conoscenza approfondita dell'arte.
L’appuntamento del 26 luglio è con Fanciulla che scrive, gesso dello scultore pavese Giovanni Spertini (Pavia, 1821 – MIlano, 1895), copia dell’originale in marmo realizzata dall’artista nel 1867 per l’Esposizione Permanente di Belle Arti di Brera, e oggi custodita presso la Galleria d’Arte Moderna di Milano.
Spertini ritrae la Fanciulla in un ambiente domestico borghese, intenta a scrivere una lettera, e la coglie nell’intimità del gesto, soffermandosi sull’ambito privato della sfera emotiva.
Nell’opera si legge una cura minuziosa per i dettagli, e l’attenzione al vero è esemplare nella resa dei capelli, del ciuffo che ricade sulla scollatura della veste ricamata, nelle maniche, nelle frange del cuscino che ricopre lo sgabello e nei piedi che sbucano dalla veste.
Il gesso, attualmente inserito nel percorso della Quadreria dell’Ottocento, sarà presentato al pubblico da Silvia Salvaneschi – Musei Civici di Pavia.
I nostri Musei sono ricchi di arte, di storia e di opere di straordinario valore, a volte non sufficientemente conosciute anche nella nostra stessa città – dichiara l’Assessore alla Cultura Giacomo Galazzo –. Questa bella iniziativa apre le porte dei musei e lo fa in un modo nuovo e originale, tentando di invogliare il visitatore a tornare periodicamente a visitarli proprio perché luogo di esperienze artistiche sempre nuove e stimolanti.
L’ingresso a Uno:Uno è gratuito per tutti i possessori della MY MUSEUM CARD, la carta che (al prezzo di 18 euro) apre le porte dei Musei Civici del Castello Visconteo per 365 giorni: una vera e propria tessera fedeltà – annuale e nominale – che consente l'accesso illimitato alle collezioni museali e alle mostre organizzate dai Musei Civici, la partecipazione gratuita a tutti gli eventi collaterali e riduzioni speciali per le mostre delle Scuderie e gli acquisti al bookshop. Per chi non fosse in possesso della MY MUSEUM CARD, l'iniziativa è aperta al costo simbolico di 1 euro: un piccolo contributo alla salvaguardia del patrimonio artistico e culturale della città.
Giovanni Spertini
Fanciulla che scrive
Gesso 123x54x73 cm
Presso i Musei Civici di Pavia sono conservate sedici statue in gesso firmate dello scultore pavese Giovanni Spertini: busti che ritraggono personaggi illustri come Victor Hugo, Camillo Cavour e Gustavo Modena, altorilievi, medaglioni raffiguranti Enrico Cairoli e Antonio Mantovani, un bozzetto per il monumento a Mazzini e sei sculture di grandi dimensioni.
Giovanni Spertini, pavese di nascita, si trasferì a Milano nel 1836 per frequentare il corso di scultura all’Accademia di Brera, dove subì le influenze di artisti come Vincenzo Vela (1820-1891), suo compagno di corso, e soprattutto Pietro Magni (1817-1877), suo maestro.
Nel corso dell’Ottocento, la scultura ha visto nascere ed emergere un gran numero di artisti e movimenti degni di nota - dal neoclassicismo di Antonio Canova (1757-1822) all’impressionismo scultoreo di Medardo Rosso (1858-1928) - che favorirono il percorso di rinnovamento dell’arte scultorea.
Giovanni Spertini s’inserisce nel gruppo della Scuola lombarda che a metà del secolo si riuniva nella città di Milano e realizzava opere di sapore borghese, in netta contrapposizione al gusto classicista. I temi preferiti erano scene di vita quotidiana in cui i soggetti femminili sono trattati in modo naturalistico, con attenzione minuziosa per il dettaglio, come si nota ne La fanciulla che scrive dello scultore pavese, ritratta in un ambiente domestico borghese, intenta a scrivere una lettera. L’eleganza della ragazza traspare nella grazia con cui lo Spertini comunica l’intimità del gesto, dell’ambiente privato e della sfera emotiva. L’attenzione al vero è esemplare nella resa dei capelli, del ciuffo che ricade sulla scollatura della veste ricamata, nelle maniche, nelle frange del cuscino che ricopre lo sgabello e nei piedi che sbucano dalla veste. Il confronto con la Lettrice di Pietro Magni e La preghiera del mattino di Vincenza Vela è immediato. La somiglianza del volto femminile e la medesima impostazione formale delle statue consentono di vivere la vita della fanciulla in tre momenti diversi della giornata: al mattino appena alzata la ragazza recita le preghiere - nella scultura di Vela -, prima di coricarsi la sera si dedica alla lettura – in quella di Magni- e infine la fanciulla si sveglia nel cuore della notte per scrivere una lettera. L’atto finale di questo susseguirsi di momenti narrativi potrebbe essere riconosciuto nella grande statua (oggi conservata nella sezione di scultura moderna dei Musei Civici di Pavia in fase di allestimento e prossima all’inaugurazione) Giovinetta con colomba – di Spertini- che tiene tra le zampe una missiva.
La Fanciulla che scrive è una copia in gesso, firmata e datata dallo scultore, dell’originale in marmo che fu esposto all’Esposizione Permanente di Belle Arti a Brera nel 1867 ed è oggi custodito presso la Galleria d’Arte Moderna di Milano. Il gesso, donato dalla vedova dell'artista, Teresa Rarioli Spertini, nel 1895, è al momento collocato nella sezione della Quadreria dell’Ottocento dei Musei Civici di Pavia, dove dialoga idealmente con il Pudore di Quintilio Corbellini e l’Innocenza di Vincenzo Luccardi.
Domenica 26 luglio 2015, alle ore 16.30, si terrà il nuovo appuntamento con Uno:Uno. A tu per tu con l’opera, l’iniziativa organizzata dai Musei Civici del Castello Visconteo, con il sostegno dell’Associazione Amici dei Musei Pavesi, che l'ultima domenica di ogni mese conduce alla scoperta delle collezioni dei Musei pavesi, un capolavoro alla volta.
L'idea è quella di favorire il rapporto diretto tra il visitatore e l’opera d’arte, privilegiando la fruizione “slow” di un singolo oggetto, differente rispetto alla visita di un’intera collezione.
Uno:Uno si concentra di volta in volta su una singola opera, presentata da un esperto, offrendo differenti chiavi di lettura per evidenziare le molteplici e talvolta inattese connessioni che scaturiscono dalla conoscenza approfondita dell'arte.
L’appuntamento del 26 luglio è con Fanciulla che scrive, gesso dello scultore pavese Giovanni Spertini (Pavia, 1821 – MIlano, 1895), copia dell’originale in marmo realizzata dall’artista nel 1867 per l’Esposizione Permanente di Belle Arti di Brera, e oggi custodita presso la Galleria d’Arte Moderna di Milano.
Spertini ritrae la Fanciulla in un ambiente domestico borghese, intenta a scrivere una lettera, e la coglie nell’intimità del gesto, soffermandosi sull’ambito privato della sfera emotiva.
Nell’opera si legge una cura minuziosa per i dettagli, e l’attenzione al vero è esemplare nella resa dei capelli, del ciuffo che ricade sulla scollatura della veste ricamata, nelle maniche, nelle frange del cuscino che ricopre lo sgabello e nei piedi che sbucano dalla veste.
Il gesso, attualmente inserito nel percorso della Quadreria dell’Ottocento, sarà presentato al pubblico da Silvia Salvaneschi – Musei Civici di Pavia.
I nostri Musei sono ricchi di arte, di storia e di opere di straordinario valore, a volte non sufficientemente conosciute anche nella nostra stessa città – dichiara l’Assessore alla Cultura Giacomo Galazzo –. Questa bella iniziativa apre le porte dei musei e lo fa in un modo nuovo e originale, tentando di invogliare il visitatore a tornare periodicamente a visitarli proprio perché luogo di esperienze artistiche sempre nuove e stimolanti.
L’ingresso a Uno:Uno è gratuito per tutti i possessori della MY MUSEUM CARD, la carta che (al prezzo di 18 euro) apre le porte dei Musei Civici del Castello Visconteo per 365 giorni: una vera e propria tessera fedeltà – annuale e nominale – che consente l'accesso illimitato alle collezioni museali e alle mostre organizzate dai Musei Civici, la partecipazione gratuita a tutti gli eventi collaterali e riduzioni speciali per le mostre delle Scuderie e gli acquisti al bookshop. Per chi non fosse in possesso della MY MUSEUM CARD, l'iniziativa è aperta al costo simbolico di 1 euro: un piccolo contributo alla salvaguardia del patrimonio artistico e culturale della città.
Giovanni Spertini
Fanciulla che scrive
Gesso 123x54x73 cm
Presso i Musei Civici di Pavia sono conservate sedici statue in gesso firmate dello scultore pavese Giovanni Spertini: busti che ritraggono personaggi illustri come Victor Hugo, Camillo Cavour e Gustavo Modena, altorilievi, medaglioni raffiguranti Enrico Cairoli e Antonio Mantovani, un bozzetto per il monumento a Mazzini e sei sculture di grandi dimensioni.
Giovanni Spertini, pavese di nascita, si trasferì a Milano nel 1836 per frequentare il corso di scultura all’Accademia di Brera, dove subì le influenze di artisti come Vincenzo Vela (1820-1891), suo compagno di corso, e soprattutto Pietro Magni (1817-1877), suo maestro.
Nel corso dell’Ottocento, la scultura ha visto nascere ed emergere un gran numero di artisti e movimenti degni di nota - dal neoclassicismo di Antonio Canova (1757-1822) all’impressionismo scultoreo di Medardo Rosso (1858-1928) - che favorirono il percorso di rinnovamento dell’arte scultorea.
Giovanni Spertini s’inserisce nel gruppo della Scuola lombarda che a metà del secolo si riuniva nella città di Milano e realizzava opere di sapore borghese, in netta contrapposizione al gusto classicista. I temi preferiti erano scene di vita quotidiana in cui i soggetti femminili sono trattati in modo naturalistico, con attenzione minuziosa per il dettaglio, come si nota ne La fanciulla che scrive dello scultore pavese, ritratta in un ambiente domestico borghese, intenta a scrivere una lettera. L’eleganza della ragazza traspare nella grazia con cui lo Spertini comunica l’intimità del gesto, dell’ambiente privato e della sfera emotiva. L’attenzione al vero è esemplare nella resa dei capelli, del ciuffo che ricade sulla scollatura della veste ricamata, nelle maniche, nelle frange del cuscino che ricopre lo sgabello e nei piedi che sbucano dalla veste. Il confronto con la Lettrice di Pietro Magni e La preghiera del mattino di Vincenza Vela è immediato. La somiglianza del volto femminile e la medesima impostazione formale delle statue consentono di vivere la vita della fanciulla in tre momenti diversi della giornata: al mattino appena alzata la ragazza recita le preghiere - nella scultura di Vela -, prima di coricarsi la sera si dedica alla lettura – in quella di Magni- e infine la fanciulla si sveglia nel cuore della notte per scrivere una lettera. L’atto finale di questo susseguirsi di momenti narrativi potrebbe essere riconosciuto nella grande statua (oggi conservata nella sezione di scultura moderna dei Musei Civici di Pavia in fase di allestimento e prossima all’inaugurazione) Giovinetta con colomba – di Spertini- che tiene tra le zampe una missiva.
La Fanciulla che scrive è una copia in gesso, firmata e datata dallo scultore, dell’originale in marmo che fu esposto all’Esposizione Permanente di Belle Arti a Brera nel 1867 ed è oggi custodito presso la Galleria d’Arte Moderna di Milano. Il gesso, donato dalla vedova dell'artista, Teresa Rarioli Spertini, nel 1895, è al momento collocato nella sezione della Quadreria dell’Ottocento dei Musei Civici di Pavia, dove dialoga idealmente con il Pudore di Quintilio Corbellini e l’Innocenza di Vincenzo Luccardi.
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