UNO:UNO. A tu per tu con l'opera. Il Muto dall'accia al collo
Dal 26 Ottobre 2014 al 21 Novembre 2014
Pavia
Luogo: Musei Civici del Castello Visconteo
Indirizzo: piazza Castello
Orari: h 16.30
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0382 399770
E-Mail info: museicivici@comune.pv.it
Sito ufficiale: http://www.museicivici.pavia.it/unoauno
Un'opera d'arte al mese, per un anno ricco di cultura. Si intitola Uno:Uno. A tu per tu con l'opera, l'iniziativa organizzata dai Musei Civici del Castello Visconteo, Settore Cultura del Comune di Pavia, in collaborazione con l'Associazione Amici dei Musei Pavesi, che fino a novembre, ogni quarta domenica del mese, proporrà all'interno dei Musei civici una visita guidata ad hoc, alla scoperta dei capolavori delle collezioni pavesi. Un capolavoro alla volta.
L'appuntamento è fissato per domenica 26 ottobre 2014, ore 16.30, con il Muto dall'accia al collo, la statua antica più famosa di Pavia, tanto celebre da aver alimentato leggende popolari che narrano di personaggi pietrificati. L'opera, una statua iconica di età romana, sarà presentata al pubblico da Rosanina Invernizzi, Soprintendente ai beni archeologici della Lombrardia.
I nostri Musei sono ricchi di arte, di storia e di opere di straordinario valore, a volte non sufficientemente conosciute anche nella nostra stessa città - dichiara l'Assessore alla Cultura Giacomo Galazzo -. Questa bella iniziativa apre le porte dei musei e lo fa in un modo nuovo e originale, tentando di invogliare il visitatore a tornare periodicamente a visitarli proprio perché luogo di esperienze artistiche sempre nuove e stimolanti.
La statua del Muto dall'accia al collo sarà esposta fino al 21 novembre 2014 in una sala pensata appositamente per ospitare un capolavoro alla volta, in modo da privilegiare il contatto diretto con l'opera e una fruizione "slow".
Un video focus e alcuni documenti scelti accompagneranno l'esposizione e consentiranno di approfondirne la storia.
Il Muto dall’accia al collo
Si tratta di una statua iconica di età romana con una testa non pertinente. Un tipo di statua cioè in cui il corpo era raffigurato secondo schemi/modelli standardizzati, sulla quale veniva inserito (in un incavo predisposto) il ritratto del personaggio rappresentato, che era invece aderente alla realtà.
In questo caso abbiamo un togato, vestito della toga exigua (corta), un tipo di abito che ha diffusione in età repubblicana fino agli inizi del I secolo d. C. La toga è caratterizzata dal sinus, il ripiegamento a matassa della stoffa che ha determinato la popolare denominazione di “accia” al collo (dal latino tardo acia = matassa). Ai piedi è posto uno scrinium, una sorta di cesto, che contiene i volumina: possiamo dunque pensare che si tratti di un personaggio politico, un magistrato forse, comunque un personaggio importante con una carica pubblica. È quindi possibile che questa in origine fosse una statua onoraria posta in un luogo pubblico (anche se la statua togata si trova spesso in ambito funerario, quindi in una dimensione più privata, ma sempre per una persona di una certa importanza e ricchezza).
Non sappiamo chi fosse il personaggio raffigurato, perché non c’è un’iscrizione che permetta di identificarla e perché la testa ritratto non è quella originaria. Alcune caratteristiche, infatti, come la presenza della barba, il trattamento dei capelli, gli occhi infossati indicano una datazione al II secolo d. C. La statua dunque è stata riutilizzata per “sostenere” un’alta testa, più recente di un secolo. Si trattava comunque, anche in questo caso, del ritratto di un personaggio ufficiale, perché porta la corona sul capo.
Il viso è completamente consunto, perché ha avuto (come il corpo) una lunga esposizione all’aperto: l’abrasione della bocca ha generato la denominazione di “Muto”.
Infatti, la statua era reimpiegata sulla Porta Marica o Marenga, la porta occidentale della cinta muraria, e dopo la demolizione della porta nell’Ottocento venne murata all’angolo della via che ne porta ancor oggi il nome.
Un’altra leggenda sulla statua è riportata da Opicino de Canistris, il quale dice che la città di Pavia si fonda sulle 4 virtù cardinali, le cui immagini sono poste in punti significativi: l’“ymago Iustitiae” si trovava sulla porta occidentale ed è descritta come un uomo che ha al collo un’“acia”. Non è altro che la nostra statua, che quindi già nel XIV secolo aveva questa denominazione popolare.
L'appuntamento è fissato per domenica 26 ottobre 2014, ore 16.30, con il Muto dall'accia al collo, la statua antica più famosa di Pavia, tanto celebre da aver alimentato leggende popolari che narrano di personaggi pietrificati. L'opera, una statua iconica di età romana, sarà presentata al pubblico da Rosanina Invernizzi, Soprintendente ai beni archeologici della Lombrardia.
I nostri Musei sono ricchi di arte, di storia e di opere di straordinario valore, a volte non sufficientemente conosciute anche nella nostra stessa città - dichiara l'Assessore alla Cultura Giacomo Galazzo -. Questa bella iniziativa apre le porte dei musei e lo fa in un modo nuovo e originale, tentando di invogliare il visitatore a tornare periodicamente a visitarli proprio perché luogo di esperienze artistiche sempre nuove e stimolanti.
La statua del Muto dall'accia al collo sarà esposta fino al 21 novembre 2014 in una sala pensata appositamente per ospitare un capolavoro alla volta, in modo da privilegiare il contatto diretto con l'opera e una fruizione "slow".
Un video focus e alcuni documenti scelti accompagneranno l'esposizione e consentiranno di approfondirne la storia.
Il Muto dall’accia al collo
Si tratta di una statua iconica di età romana con una testa non pertinente. Un tipo di statua cioè in cui il corpo era raffigurato secondo schemi/modelli standardizzati, sulla quale veniva inserito (in un incavo predisposto) il ritratto del personaggio rappresentato, che era invece aderente alla realtà.
In questo caso abbiamo un togato, vestito della toga exigua (corta), un tipo di abito che ha diffusione in età repubblicana fino agli inizi del I secolo d. C. La toga è caratterizzata dal sinus, il ripiegamento a matassa della stoffa che ha determinato la popolare denominazione di “accia” al collo (dal latino tardo acia = matassa). Ai piedi è posto uno scrinium, una sorta di cesto, che contiene i volumina: possiamo dunque pensare che si tratti di un personaggio politico, un magistrato forse, comunque un personaggio importante con una carica pubblica. È quindi possibile che questa in origine fosse una statua onoraria posta in un luogo pubblico (anche se la statua togata si trova spesso in ambito funerario, quindi in una dimensione più privata, ma sempre per una persona di una certa importanza e ricchezza).
Non sappiamo chi fosse il personaggio raffigurato, perché non c’è un’iscrizione che permetta di identificarla e perché la testa ritratto non è quella originaria. Alcune caratteristiche, infatti, come la presenza della barba, il trattamento dei capelli, gli occhi infossati indicano una datazione al II secolo d. C. La statua dunque è stata riutilizzata per “sostenere” un’alta testa, più recente di un secolo. Si trattava comunque, anche in questo caso, del ritratto di un personaggio ufficiale, perché porta la corona sul capo.
Il viso è completamente consunto, perché ha avuto (come il corpo) una lunga esposizione all’aperto: l’abrasione della bocca ha generato la denominazione di “Muto”.
Infatti, la statua era reimpiegata sulla Porta Marica o Marenga, la porta occidentale della cinta muraria, e dopo la demolizione della porta nell’Ottocento venne murata all’angolo della via che ne porta ancor oggi il nome.
Un’altra leggenda sulla statua è riportata da Opicino de Canistris, il quale dice che la città di Pavia si fonda sulle 4 virtù cardinali, le cui immagini sono poste in punti significativi: l’“ymago Iustitiae” si trovava sulla porta occidentale ed è descritta come un uomo che ha al collo un’“acia”. Non è altro che la nostra statua, che quindi già nel XIV secolo aveva questa denominazione popolare.
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