L’età dell’oro. I capolavori dorati della Galleria Nazionale dell’Umbria incontrano l’Arte Contemporanea

Cantaluccio da Todi, Reliquario di Santa Giuliana, 1376 I Ph. Marco Giugliarelli
Dal 26 Ottobre 2024 al 19 Gennaio 2025
Perugia
Luogo: Galleria Nazionale dell’Umbria
Indirizzo: Corso Pietro Vannucci 19
Curatori: Alessandra Mammì, Veruska Picchiarelli, Carla Scagliosi
Telefono per informazioni: +39 075 58668436
E-Mail info: gan-umb@cultura.gov.it
Sito ufficiale: http://gallerianazionaledellumbria.it
Dal 26 ottobre 2024 al 19 gennaio 2025, la Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia ospita la mostra L’età dell’oro. I capolavori dorati della Galleria Nazionale dell’Umbria incontrano l’Arte Contemporanea, curata da Alessandra Mammì, Veruska Picchiarelli e Carla Scagliosi, dopo l’anteprima in forma ridotta alla Ca’ d’Oro, durante la Biennale di Venezia.
Il percorso espositivo, composto da 50 opere, presenta alcuni dei capolavori dorati della Galleria Nazionale dell’Umbria, realizzati da Duccio di Boninsegna, Gentile da Fabriano, Taddeo di Bartolo, Niccolò di Liberatore, Bernardino di Mariotto, il Maestro del Trittico del Farneto, Bartolomeo Caporali e altri, in dialogo con opere di grandi maestri dell’arte contemporanea quali Carla Accardi, Alberto Burri, Mario Ceroli, Gino De Dominicis, Jannis Kounellis, Marisa Merz, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto e Andy Warhol, in grado di creare un percorso assolutamente unico che, in nome dell’uso dell’oro, vede affiancati lavori che, per assonanze tecniche, estetiche e concettuali, propongono nuovi confronti, suggestioni e prospettive, spalancando inediti orizzonti di interpretazione.
Tra i dialoghi più coinvolgenti, quello fra il Reliquiario di Montalto, straordinaria oreficeria francese della fine del XIV secolo appartenuta in passato a Carlo V di Valois e Lionello d’Este e donata poi da Sisto V alla cittadina marchigiana d’origine, e l’Ex-voto che Yves Klein dedicò a Santa Rita da Cascia, regalato dall’artista al convento delle Agostiniane della cittadina umbra, quale ringraziamento per aver superato una delicata operazione al cuore.
La presenza dell’oro in un’opera d’arte non è quasi mai una pura scelta formale ma appartiene a una sfera di significato molto più complessa che inevitabilmente rimanda alla figurazione sacra, al fondo oro dell’icona, a uno spazio trascendente. Se i pittori o i mosaicisti medievali cercavano nell’oro non la rappresentazione della realtà, ma la manifestazione della divinità, gli artisti contemporanei, ben consapevoli della sua eterna potenza simbolica, tornano a questa materia con diverso segno, ma identica intensità.
Catalogo Silvana Editoriale.
Il percorso espositivo, composto da 50 opere, presenta alcuni dei capolavori dorati della Galleria Nazionale dell’Umbria, realizzati da Duccio di Boninsegna, Gentile da Fabriano, Taddeo di Bartolo, Niccolò di Liberatore, Bernardino di Mariotto, il Maestro del Trittico del Farneto, Bartolomeo Caporali e altri, in dialogo con opere di grandi maestri dell’arte contemporanea quali Carla Accardi, Alberto Burri, Mario Ceroli, Gino De Dominicis, Jannis Kounellis, Marisa Merz, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto e Andy Warhol, in grado di creare un percorso assolutamente unico che, in nome dell’uso dell’oro, vede affiancati lavori che, per assonanze tecniche, estetiche e concettuali, propongono nuovi confronti, suggestioni e prospettive, spalancando inediti orizzonti di interpretazione.
Tra i dialoghi più coinvolgenti, quello fra il Reliquiario di Montalto, straordinaria oreficeria francese della fine del XIV secolo appartenuta in passato a Carlo V di Valois e Lionello d’Este e donata poi da Sisto V alla cittadina marchigiana d’origine, e l’Ex-voto che Yves Klein dedicò a Santa Rita da Cascia, regalato dall’artista al convento delle Agostiniane della cittadina umbra, quale ringraziamento per aver superato una delicata operazione al cuore.
La presenza dell’oro in un’opera d’arte non è quasi mai una pura scelta formale ma appartiene a una sfera di significato molto più complessa che inevitabilmente rimanda alla figurazione sacra, al fondo oro dell’icona, a uno spazio trascendente. Se i pittori o i mosaicisti medievali cercavano nell’oro non la rappresentazione della realtà, ma la manifestazione della divinità, gli artisti contemporanei, ben consapevoli della sua eterna potenza simbolica, tornano a questa materia con diverso segno, ma identica intensità.
Catalogo Silvana Editoriale.
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