Laurence Courto. Les heures crepuscules

Laurence Courto. Les heures crépuscules, Museo Diocesano, Gubbio (PG)
Dal 02 Ottobre 2014 al 26 Ottobre 2014
Gubbio | Perugia
Luogo: Museo Diocesano
Indirizzo: via Federico da Montefeltro 1
Orari: da giovedì a domenica 10.30-17.30
Curatori: Adelinda Allegretti
Telefono per informazioni: +39 075 9220904
E-Mail info: info@museogubbio.it
Sito ufficiale: http://www.museogubbio.it
Testo critico tratto dal catalogo, a cura di Adelinda Allegretti:
«Da sempre ciò che più mi affascina della ricerca di Laurence sono quell’eleganza e quella raffinatezza innate del suo segno, la leggerezza con cui esso si manifesta sulla carta o sulla tela. La immagino silenziosa nel suo studio, pieno di centinaia di carte preparate a mano, di inchiostri e pigmenti, mentre impreziosisce fogli e tele con pennellate di colore, rapide, decise, talvolta sovrapponendole in molteplici stratificazioni, talaltra lasciando che i segni si compenetrino o si incontrino quasi per caso. L’opera, allora, diviene la sommatoria di tanti attimi, di mille pensieri che si avvicendano nella mente, come pure di interminabili silenzi, di guizzi, di colature, di vuoti. Come una stratificazione, un muro su cui si susseguono le testimonianze del tempo, le nuove coprendo, ma senza cancellare del tutto, le più vecchie, l’opera di Laurence assume il fascino della memoria. In ogni tratto, che sia dato ad inchiostro o con pigmenti, Laurence lascia trasparire parte di un ricordo, di una sensazione, di cui non restituisce mai l’immagine completa. Anche quando il titolo rimanda al reale, allo studio della Natura (Orizzonte, Ciel, Corail o Giochi di mare, per citarne alcuni), l’immagine si perde, come filtrata dal sogno o dalla memoria, appunto, in suggestioni. I suoi sono appunti di un viaggio interiore, personale. E ripercorrendo con la mente, dal 2003 - anno della prima mostra curata per lei e con lei - ad oggi, il corpus delle opere man mano presentate al pubblico, mi appare ancora più chiaro il passaggio, l’evoluzione compiuta da Laurence. Dagli animali preistorici, tutti istinto per la sopravvivenza, si è poi passati alla presenza umana, sempre rarefatta ma assidua, fino al raggiungimento, con questa mostra, di lidi più lontani, più “alti”. Les heures crépuscules (2013) e le recenti La porte du monde, Calore d’estate ed Eclipse spalancano lo sguardo verso i fenomeni naturali/atmosferici e cosmici. L’attenzione di Laurence si è spostata dal basso verso l’alto. In poco più di dieci anni i soggetti delle sue opere sembrano aver ripercorso la storia dell’umanità, dalle caverne al cosmo. Un’evoluzione ripercorsa in punta di piedi, leggera e soave come solo Laurence sa essere. E se nella più recente produzione i colori tenui hanno lasciato il posto ai rossi, caldi, forti, sanguigni, primordiali, la leggerezza non è certo venuta meno. È una cromia più decisa, di chi non ha timore di urlare le proprie emozioni, di osare (non è forse il rosso il colore dell’amore, della passione, del sangue, della Resurrezione persino, in chiave cristiana?) e guarda alla forza della Natura con rinnovato vigore. Non so dove la sua ricerca la porterà, ma spero di avere il piacere di scoprirlo assieme a lei, ancora.»
«Da sempre ciò che più mi affascina della ricerca di Laurence sono quell’eleganza e quella raffinatezza innate del suo segno, la leggerezza con cui esso si manifesta sulla carta o sulla tela. La immagino silenziosa nel suo studio, pieno di centinaia di carte preparate a mano, di inchiostri e pigmenti, mentre impreziosisce fogli e tele con pennellate di colore, rapide, decise, talvolta sovrapponendole in molteplici stratificazioni, talaltra lasciando che i segni si compenetrino o si incontrino quasi per caso. L’opera, allora, diviene la sommatoria di tanti attimi, di mille pensieri che si avvicendano nella mente, come pure di interminabili silenzi, di guizzi, di colature, di vuoti. Come una stratificazione, un muro su cui si susseguono le testimonianze del tempo, le nuove coprendo, ma senza cancellare del tutto, le più vecchie, l’opera di Laurence assume il fascino della memoria. In ogni tratto, che sia dato ad inchiostro o con pigmenti, Laurence lascia trasparire parte di un ricordo, di una sensazione, di cui non restituisce mai l’immagine completa. Anche quando il titolo rimanda al reale, allo studio della Natura (Orizzonte, Ciel, Corail o Giochi di mare, per citarne alcuni), l’immagine si perde, come filtrata dal sogno o dalla memoria, appunto, in suggestioni. I suoi sono appunti di un viaggio interiore, personale. E ripercorrendo con la mente, dal 2003 - anno della prima mostra curata per lei e con lei - ad oggi, il corpus delle opere man mano presentate al pubblico, mi appare ancora più chiaro il passaggio, l’evoluzione compiuta da Laurence. Dagli animali preistorici, tutti istinto per la sopravvivenza, si è poi passati alla presenza umana, sempre rarefatta ma assidua, fino al raggiungimento, con questa mostra, di lidi più lontani, più “alti”. Les heures crépuscules (2013) e le recenti La porte du monde, Calore d’estate ed Eclipse spalancano lo sguardo verso i fenomeni naturali/atmosferici e cosmici. L’attenzione di Laurence si è spostata dal basso verso l’alto. In poco più di dieci anni i soggetti delle sue opere sembrano aver ripercorso la storia dell’umanità, dalle caverne al cosmo. Un’evoluzione ripercorsa in punta di piedi, leggera e soave come solo Laurence sa essere. E se nella più recente produzione i colori tenui hanno lasciato il posto ai rossi, caldi, forti, sanguigni, primordiali, la leggerezza non è certo venuta meno. È una cromia più decisa, di chi non ha timore di urlare le proprie emozioni, di osare (non è forse il rosso il colore dell’amore, della passione, del sangue, della Resurrezione persino, in chiave cristiana?) e guarda alla forza della Natura con rinnovato vigore. Non so dove la sua ricerca la porterà, ma spero di avere il piacere di scoprirlo assieme a lei, ancora.»
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