Luigi Serra. Per La Galleria Nazionale delle Marche
![Luigi Serra. Per La Galleria Nazionale delle Marche, Palazzo Ducale, Urbino Luigi Serra. Per La Galleria Nazionale delle Marche, Palazzo Ducale, Urbino](http://www.arte.it/foto/600x450/dc/17946-serra.jpg)
Luigi Serra. Per La Galleria Nazionale delle Marche, Palazzo Ducale, Urbino
Dal 25 Ottobre 2013 al 03 Febbraio 2014
Urbino | Pesaro e Urbino
Luogo: Palazzo Ducale
Indirizzo: piazza Duca Federico 107
Orari: tutti i giorni 8.30-19.20; lunedì 8-14
Enti promotori:
- Soprintendenza
- Accademia Raffaello di Urbino
Costo del biglietto: € 5
Telefono per informazioni: +39 0722 2631
E-Mail info: urbino.cultura@comune.urbino.ps.it
Sito ufficiale: http://www.urbinoculturaturismo.it
Con questa mostra si desidera ricordare, per ripercorrere, attraverso l’azione speciale dello studioso e dell’’amministratore Luigi Serra’, i tempi, strettamente intrecciati, della nascita di un museo e di un’idea: un’idea che ha travalicato i limiti delle situazioni singole per investire piani di più ampia operatività che risultano di inaudita modernità.
Luigi Serra divenne direttore della Galleria Nazionale delle Marche nel 1915 (pochissimo tempo dopo l’istituzione della Galleria, allora Regia, avvenuta nel 1912).
Nel giro di una manciata di anni la piccola collezione aggregata alla Scuola d’Arte si trasformò in un grande museo.
Luigi Serra ne incrementò le opere: giunsero a palazzo Ducale, solo per citare alcuni significativi esempi, i dipinti urbinati di Giovanni Santi e Timoteo Viti, la “Madonna di Senigallia” e la “Muta”, gli arazzi da Raffaello, i cartoni di Domenichino e Carracci (indizi questi ultimi di un interesse per la cultura barocca del tutto inedito all’epoca).
Nel giro dello stesso brevissimo tempo egli ‘liberò’ il Palazzo dagli uffici pubblici che ne occupavano gli spazi, con lo scopo di costituire un grande ‘polo’ museale (il termine è decisamente attuale, ma è il più preciso da utilizzare).
Inventò per il nuovo museo un allestimento di grande fascino, allineato sulle posizioni contemporanee dei più grandi omologhi europei, proponendo una ‘ricostruzione’ degli ambienti in sintonia con le opere esposte.
Profuse il medesimo impegno nella creazione dei più importanti musei che segnano la complessa e variegata realtà delle Marche, individuandone con lucidità le specificità. Studiò il tessuto fittissimo delle opere d’arte e dei monumenti della regione con attitudine scientifica, impostando la prima operazione sistematica di catalogazione del patrimonio: un’operazione conoscitiva che costituisce a tutt’oggi la base per ogni ricerca.
Ebbe nettissima la visione di quanto importante fosse la ‘comunicazione’ –anche in questo caso un termine attuale indica con precisione l’idea di Serra – predisponendo strumenti di diffusione di vario livello, dalle più agili guide museali alla rivista – la “Rassegna Marchigiana” - deputata alla ricerca storico-artistica. Dal ‘sistema’ di azioni, pur così rapidamente tratteggiato, risulta evidente l’apporto ‘sconvolgente’ che fu offerto da Luigi Serra, tra l’altro in una visione assai articolata dei rapporti tra centro e periferia. Conoscenza (la catalogazione), comunicazione, fruizione (il ruolo del museo) sono i capisaldi che reggono tuttora la macchina complessa della tutela del patrimonio.
La Soprintendenza e l’Accademia Raffaello di Urbino desiderano ricordare, con una giornata di studi e questa piccola mostra, giocata sulle sfaccettature della personalità e dell’attività di Luigi Serra, colui che ha improntato, con segno profondo e ‘visionario’, sempre lungimirante, il cammino di un museo, di una città, di una regione verso il futuro.
Luigi Serra divenne direttore della Galleria Nazionale delle Marche nel 1915 (pochissimo tempo dopo l’istituzione della Galleria, allora Regia, avvenuta nel 1912).
Nel giro di una manciata di anni la piccola collezione aggregata alla Scuola d’Arte si trasformò in un grande museo.
Luigi Serra ne incrementò le opere: giunsero a palazzo Ducale, solo per citare alcuni significativi esempi, i dipinti urbinati di Giovanni Santi e Timoteo Viti, la “Madonna di Senigallia” e la “Muta”, gli arazzi da Raffaello, i cartoni di Domenichino e Carracci (indizi questi ultimi di un interesse per la cultura barocca del tutto inedito all’epoca).
Nel giro dello stesso brevissimo tempo egli ‘liberò’ il Palazzo dagli uffici pubblici che ne occupavano gli spazi, con lo scopo di costituire un grande ‘polo’ museale (il termine è decisamente attuale, ma è il più preciso da utilizzare).
Inventò per il nuovo museo un allestimento di grande fascino, allineato sulle posizioni contemporanee dei più grandi omologhi europei, proponendo una ‘ricostruzione’ degli ambienti in sintonia con le opere esposte.
Profuse il medesimo impegno nella creazione dei più importanti musei che segnano la complessa e variegata realtà delle Marche, individuandone con lucidità le specificità. Studiò il tessuto fittissimo delle opere d’arte e dei monumenti della regione con attitudine scientifica, impostando la prima operazione sistematica di catalogazione del patrimonio: un’operazione conoscitiva che costituisce a tutt’oggi la base per ogni ricerca.
Ebbe nettissima la visione di quanto importante fosse la ‘comunicazione’ –anche in questo caso un termine attuale indica con precisione l’idea di Serra – predisponendo strumenti di diffusione di vario livello, dalle più agili guide museali alla rivista – la “Rassegna Marchigiana” - deputata alla ricerca storico-artistica. Dal ‘sistema’ di azioni, pur così rapidamente tratteggiato, risulta evidente l’apporto ‘sconvolgente’ che fu offerto da Luigi Serra, tra l’altro in una visione assai articolata dei rapporti tra centro e periferia. Conoscenza (la catalogazione), comunicazione, fruizione (il ruolo del museo) sono i capisaldi che reggono tuttora la macchina complessa della tutela del patrimonio.
La Soprintendenza e l’Accademia Raffaello di Urbino desiderano ricordare, con una giornata di studi e questa piccola mostra, giocata sulle sfaccettature della personalità e dell’attività di Luigi Serra, colui che ha improntato, con segno profondo e ‘visionario’, sempre lungimirante, il cammino di un museo, di una città, di una regione verso il futuro.
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