RUSSIA
Fortezza di San Leo
Dal 16 Luglio 2011 al 11 Settembre 2011
San Leo | Pesaro e Urbino
Luogo: Fortezza di San Leo
Indirizzo: via Leopardi
Orari: tutti i giorni dalle 09.00 alle 19.00
Telefono per informazioni: 0541926967
Per celebrare questo importante sodalizio culturale il Comune di San Leo, in collaborazione con la Regione Emilia–Romagna e la Provincia di Rimini, propone nella magnifica cornice della Fortezza di San Leo una mostra di quattro grandi interpreti dell’arte contemporanea russa.
ARTISTI:
OLEG KUDRYASHOV
VLADIMIR MARTYNOV
ALEXANDRA MITLYANSKAYA
VALERY ORLOV
A cura di Andrey Martynov Direttore della Biennale d’Arte Contemporanea di Mosca
Art Director: Frank Dituri
Project Manager: Lorenzo Di Loreto
Progetto: © Frank Dituri & Lorenzo Di Loreto
Organizzazione:
Lorenzo Di Loreto – Uccellini Ed. Multimedia S.R.L.
Davide Barbadoro – San Leo 2000
Coordinamento: Myriam Casali
Responsabile Area Museale: Anna Rita Nanni
Ufficio stampa: San Leo 2000
Catalogo: © Uccellini Ed. Multimedia S.R.L.
Sponsor by:
Comune di San Leo
orario di apertura: tutti i giorni dalle 09.00 alle 19.00
info@sanleo2000.it www.san-leo.it
T. 0541 926967
Intoroduzione del curatore Andrey Martynov
<
La principale caratteristica di questo piccolo gruppo di artisti è che nessuno di loro è esponente di una peculiare corrente artistica russa. Essi non sono alla convulsiva ricerca delle tendenze cosiddette in voga; piuttosto scelgono di seguire in maniera sequenziale il percorso scelto dall’inizio.
Oleg Kudryashov è rimasto distaccato dalla società artistica “ufficiale” per la maggior parte della sua vita. Quando emigrò dall’Unione Sovietica all’Inghilterra, nel 1974, bruciò migliaia di opere che non gli fu consentito portare con sé. La ragione dell’emigrazione era semplice: voleva soltanto fare il suo lavoro, e al tempo era impossibile. Quest’uomo è indubbiamente un vero e proprio creatore. Kudryashov non ha bisogno di stimoli esterni; è assorbito dalla sua stessa vita interiore dalla quale cerca di trarre pensieri e sensazioni. É estremamente sensibile ed emotivo. “Impara prima a conoscere te stesso e conoscerai il mondo intero” è la massima di saggezza che lo aiuta a continuare la sua evoluzione artistica. L’opera creativa di Kudryashov diviene sempre più immersione nel sé. Le tecniche di colorazione migliorano, le combinazioni stesse dei colori sono più audaci, ma l’armonia rimane intatta.
Una generazione separa Vladimir Martynov e Oleg Kudryshov ma la stessa saggezza accomuna tutta la vita artistica di Vladimir. Da giovane è rimasto impressionato dalla grande arte astratta russa e ne ha sviluppato le tradizioni attraverso l’uso di strumenti diversissimi, dalla matita e pennello dei suoi disegni e dipinti degli anni ‘80 e ‘90, al computer per arte e animazione grafica e digitale degli ultimi dieci anni. Le sue opere strutturali e piene di colore ricordano i totem degli indiani del nord America, le vetrate gotiche, le splendenti icone della chiesa ortodossa russa o ancora semplicemente un falò nella foresta che emerge dai nostri ricordi di infanzia. Le nuove stampe in bianco e nero ci trascinano verso il mondo infinito del “Quadrato Nero” di Malevi? o le prospettive future di “Matrix”.
Usando carta artigianale come materiale, Valery Orlov crea la sua storia dell’arte russa: <>. Per questa particolare mostra, in contrasto con le opere astratte degli altri due artisti, Valery Orlov suggerisce una serie di fotografie che mostrano “il mondo delle cose semplici”: un cavatappi e un pennello, una vecchia macchina da scrivere o anche solo scarpe consumate; oggetti ordinari, come la carta, e di solito li USIAMO o USAVAMO in passato ma non li VEDIAMO, talvolta addirittura ce ne dimentichiamo e ci chiediamo “a cosa servono?”. Nelle foto di Valery questi oggetti, a volte dimenticati, trovano nuova vita come soggetti artistici, e le foto stesse somigliano più che altro a vecchi rotocalchi.
Altra parte della mostra è il progetto a quattro mani di Valery Orlov e Alexandra Mitlyanskaya. Essi manipolano cibo e piatti o figure in porcellana, giocando con diversi simboli ufficiali di vita sociale e potere o con diversi periodi della storia dell’arte russa. Il risultato di questo “gioco” è che ricordi quasi cancellati risalgono in superficie, aiutandoci a comprendere la nostra vita attuale.
Non ci siamo dimenticati della videoarte e abbiamo presentato questo settore, divenuto molto popolare in Russia negli ultimi decenni, grazie ad una collezione di opere di Alexandra Mitlyanskaya. Tra i vari artisti russi che si cimentano con la videoarte, le sue opere sono le più “private” o “liriche” e riguardano questioni umane basilari, o arte “pura”, invece di idee sconvolgenti, montaggi estremi, aspetti culturali dei mass media o noiosi soggetti concettuali.
L’idea di presentare arte internazionale a San Leo è nata inizialmente da una conversazione tra Frank Dituri e Lorenzo Di Loreto. Grazie a loro e all’amministrazione di San Leo, questa mostra russa apre un progetto artistico a lungo termine, volto a portare arte internazionale da Paesi come Stati Uniti, Giappone, Canada ed altri in questa antica cittadina, rendendola fruibile al pubblico italiano e ai numerosissimi turisti stranieri che ogni anno la visitano>>.
Andrey Martynov – Mosca 30 maggio 2011
ARTISTI:
OLEG KUDRYASHOV
VLADIMIR MARTYNOV
ALEXANDRA MITLYANSKAYA
VALERY ORLOV
A cura di Andrey Martynov Direttore della Biennale d’Arte Contemporanea di Mosca
Art Director: Frank Dituri
Project Manager: Lorenzo Di Loreto
Progetto: © Frank Dituri & Lorenzo Di Loreto
Organizzazione:
Lorenzo Di Loreto – Uccellini Ed. Multimedia S.R.L.
Davide Barbadoro – San Leo 2000
Coordinamento: Myriam Casali
Responsabile Area Museale: Anna Rita Nanni
Ufficio stampa: San Leo 2000
Catalogo: © Uccellini Ed. Multimedia S.R.L.
Sponsor by:
Comune di San Leo
orario di apertura: tutti i giorni dalle 09.00 alle 19.00
info@sanleo2000.it www.san-leo.it
T. 0541 926967
Intoroduzione del curatore Andrey Martynov
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La principale caratteristica di questo piccolo gruppo di artisti è che nessuno di loro è esponente di una peculiare corrente artistica russa. Essi non sono alla convulsiva ricerca delle tendenze cosiddette in voga; piuttosto scelgono di seguire in maniera sequenziale il percorso scelto dall’inizio.
Oleg Kudryashov è rimasto distaccato dalla società artistica “ufficiale” per la maggior parte della sua vita. Quando emigrò dall’Unione Sovietica all’Inghilterra, nel 1974, bruciò migliaia di opere che non gli fu consentito portare con sé. La ragione dell’emigrazione era semplice: voleva soltanto fare il suo lavoro, e al tempo era impossibile. Quest’uomo è indubbiamente un vero e proprio creatore. Kudryashov non ha bisogno di stimoli esterni; è assorbito dalla sua stessa vita interiore dalla quale cerca di trarre pensieri e sensazioni. É estremamente sensibile ed emotivo. “Impara prima a conoscere te stesso e conoscerai il mondo intero” è la massima di saggezza che lo aiuta a continuare la sua evoluzione artistica. L’opera creativa di Kudryashov diviene sempre più immersione nel sé. Le tecniche di colorazione migliorano, le combinazioni stesse dei colori sono più audaci, ma l’armonia rimane intatta.
Una generazione separa Vladimir Martynov e Oleg Kudryshov ma la stessa saggezza accomuna tutta la vita artistica di Vladimir. Da giovane è rimasto impressionato dalla grande arte astratta russa e ne ha sviluppato le tradizioni attraverso l’uso di strumenti diversissimi, dalla matita e pennello dei suoi disegni e dipinti degli anni ‘80 e ‘90, al computer per arte e animazione grafica e digitale degli ultimi dieci anni. Le sue opere strutturali e piene di colore ricordano i totem degli indiani del nord America, le vetrate gotiche, le splendenti icone della chiesa ortodossa russa o ancora semplicemente un falò nella foresta che emerge dai nostri ricordi di infanzia. Le nuove stampe in bianco e nero ci trascinano verso il mondo infinito del “Quadrato Nero” di Malevi? o le prospettive future di “Matrix”.
Usando carta artigianale come materiale, Valery Orlov crea la sua storia dell’arte russa: <>. Per questa particolare mostra, in contrasto con le opere astratte degli altri due artisti, Valery Orlov suggerisce una serie di fotografie che mostrano “il mondo delle cose semplici”: un cavatappi e un pennello, una vecchia macchina da scrivere o anche solo scarpe consumate; oggetti ordinari, come la carta, e di solito li USIAMO o USAVAMO in passato ma non li VEDIAMO, talvolta addirittura ce ne dimentichiamo e ci chiediamo “a cosa servono?”. Nelle foto di Valery questi oggetti, a volte dimenticati, trovano nuova vita come soggetti artistici, e le foto stesse somigliano più che altro a vecchi rotocalchi.
Altra parte della mostra è il progetto a quattro mani di Valery Orlov e Alexandra Mitlyanskaya. Essi manipolano cibo e piatti o figure in porcellana, giocando con diversi simboli ufficiali di vita sociale e potere o con diversi periodi della storia dell’arte russa. Il risultato di questo “gioco” è che ricordi quasi cancellati risalgono in superficie, aiutandoci a comprendere la nostra vita attuale.
Non ci siamo dimenticati della videoarte e abbiamo presentato questo settore, divenuto molto popolare in Russia negli ultimi decenni, grazie ad una collezione di opere di Alexandra Mitlyanskaya. Tra i vari artisti russi che si cimentano con la videoarte, le sue opere sono le più “private” o “liriche” e riguardano questioni umane basilari, o arte “pura”, invece di idee sconvolgenti, montaggi estremi, aspetti culturali dei mass media o noiosi soggetti concettuali.
L’idea di presentare arte internazionale a San Leo è nata inizialmente da una conversazione tra Frank Dituri e Lorenzo Di Loreto. Grazie a loro e all’amministrazione di San Leo, questa mostra russa apre un progetto artistico a lungo termine, volto a portare arte internazionale da Paesi come Stati Uniti, Giappone, Canada ed altri in questa antica cittadina, rendendola fruibile al pubblico italiano e ai numerosissimi turisti stranieri che ogni anno la visitano>>.
Andrey Martynov – Mosca 30 maggio 2011
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