FRA Futuro Ragione Arte. II Edizione
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FRA Futuro Ragione Arte. II Edizione, Spazio Matta, Pescara
Dal 12 Novembre 2021 al 13 Novembre 2021
Pescara
Luogo: Spazio Matta
Indirizzo: Via Gran Sasso 57
Venerdì 12 e sabato 13 novembre 2021, dopo oltre un anno di fermo, causa pandemia, torna finalmente in presenza FRA Futuro Ragione Arte, il Forum ideato, voluto e proposto dall’Associazione HUB-C di Pescara e presentato da Associazione culturale Grand Hotel. FRA mette in connessione, dialogo e confronto, oltre che i professionisti del mondo della cultura, dell’arte e dell’impresa, tutte le persone intenzionate a dare il proprio contributo sull’urgenza di rimettere al centro la cultura come bisogno primario.
Se nella 1° edizione di FRA, svoltasi a novembre del 2019, i temi affrontati, ovvero: la cultura Fra vecchio mercato e giovane umanesimo, l’evoluzione del linguaggio Fra istituzioni e protesta, Fra audience development e ricerca: la cultura al giorno d’oggi, intercettavano sentimenti e propositi oggi ascrivibili ad un mondo diverso da quello generatosi a seguito dell’evento pandemico, la 2° edizione intende ripartire proprio da quelle riflessioni ma nella consapevolezza di un avvenuto e sensibile cambiamento, da cui una serie di nuove e articolati quesiti.
Il primo, l'essere umano è fisico, biologico, psichico, culturale e storico. Una complessa unità ma frammentata che, durante la pandemia, ha visto la parte biologica prendere il sopravvento. Cosa significa “essere umano”, quale la sua identità singolare e in comune agli altri uomini, quale connessione con l'ambiente naturale, locale e globale, sono le domande che aprono FRA 2021.
La cultura induce desideri. Poesia, arte, architettura, teatro, danza, narrativa hanno sempre raccontato la società prendendone parte: ma quale tipo di mondo hanno raccontato? Quale genere di desiderio è stato nutrito? Quale il ruolo che giocherà la cultura nel mondo di domani? Numerose in questo tempo sono state le iniziative promosse sopratttutto dal basso che hanno provato a rendere partecipi la comunità di riferimento, con l'intento di comprendere i bisogni effettivi delle persone. Come possono quindi intervenire le diverse forme di produzione culturale in questo momento? Saranno capaci di creare nuove strade, nella speranza di un futuro a cui guardare con fiducia? Quale sarà la funzione delle istituzioni fortemente burocratizzate e dei centri culturali consolidati, che sembrano aver perso l'appuntamento con gli altri, e quali sono gli obiettivi a cui dovrebbero tendere? Che valore ha l’arte nella vita delle persone? E nella società? In questo scenario il tema dell’arte pubblica nell’era post pandemica, assume sfumature che meritano di essere osservate, commentate e riorganizzate in previsione d’inedite e possibili pratiche utili alla generazione di nuove forme plastiche e visive oltre che sotto il profilo della progettazione condivisa fra professionisti e cittadini. Intanto dall'Unione Europea arrivano segnali incoraggianti. A rafforzare le linee guida dell'Agenda 2030 si aggiunge un altro strumento che segna l'inizio del Green Deal: Il New European Bauhaus. Si tratta di un'iniziativa interdisciplinare per progettare futuri modi di vivere, situato al crocevia tra arte, cultura, inclusione sociale, scienza e tecnologia. Tuttavia, risulta sempre più chiaro che l'interdipendenza economica fra gli stati non coincide con quella culturale e con il benessere di tutti, del pianeta e delle scarse risorse di cui si dispone. L'Italia, alle prese con il PNRR, sarà in grado di guidare il paese verso una transizione che unisce coesione, accessibilità e sostenibilità, con l'obiettivo di trovare soluzione ai problemi quotidiani delle persone e recuperando al contempo il ruolo sociale della cultura? La transizione non è nient’altro che un passaggio da una situazione a un'altra. È questo un cambio di paradigma reso necessario rispetto agli strumenti di produzione e ineguale accumulazione di ricchezza e abbiamo visto che preservare gli ambienti naturali vuol dire preservare quelli umani. In tutto questo, il cibo che è contemporaneamente nutrizione e cultura, ambiente e geografia, storia e identità, coesione, inclusione e socializzazione, e ogni prodotto che portiamo in tavola e che lega semi, suolo, aria, acqua, territorio, saperi, comunità, può divenire il paradigma principe di ogni narrazione sulla sostenibilità?
Con Giovanna Romano, presidente di HUB-C Associazione culturale e ideatrice di FRA, saranno Franco Broccardi, dottore commercialista, Maria Letizia Paiato, storico e critico dell’arte e Marcella Russo art producer e presidente dell’Associazione Grand Hotel a dare il via e condurre quello che non è un convegno ma un’agorà vera e propria, dove secondo il principio della trasversalità, s’incontreranno e dialogheranno persone con formazioni e professionalità eterogenee.
Ogni tavolo del Forum rappresenta una sorta di nodo di un’unica corda, che talvolta si spezza, ma spesso si rinforza. Porsi domande senza pretendere facili soluzioni significa ridare valore innanzi tutto al senso della progettazione della vita comunitaria di domani.
Se nella 1° edizione di FRA, svoltasi a novembre del 2019, i temi affrontati, ovvero: la cultura Fra vecchio mercato e giovane umanesimo, l’evoluzione del linguaggio Fra istituzioni e protesta, Fra audience development e ricerca: la cultura al giorno d’oggi, intercettavano sentimenti e propositi oggi ascrivibili ad un mondo diverso da quello generatosi a seguito dell’evento pandemico, la 2° edizione intende ripartire proprio da quelle riflessioni ma nella consapevolezza di un avvenuto e sensibile cambiamento, da cui una serie di nuove e articolati quesiti.
Il primo, l'essere umano è fisico, biologico, psichico, culturale e storico. Una complessa unità ma frammentata che, durante la pandemia, ha visto la parte biologica prendere il sopravvento. Cosa significa “essere umano”, quale la sua identità singolare e in comune agli altri uomini, quale connessione con l'ambiente naturale, locale e globale, sono le domande che aprono FRA 2021.
La cultura induce desideri. Poesia, arte, architettura, teatro, danza, narrativa hanno sempre raccontato la società prendendone parte: ma quale tipo di mondo hanno raccontato? Quale genere di desiderio è stato nutrito? Quale il ruolo che giocherà la cultura nel mondo di domani? Numerose in questo tempo sono state le iniziative promosse sopratttutto dal basso che hanno provato a rendere partecipi la comunità di riferimento, con l'intento di comprendere i bisogni effettivi delle persone. Come possono quindi intervenire le diverse forme di produzione culturale in questo momento? Saranno capaci di creare nuove strade, nella speranza di un futuro a cui guardare con fiducia? Quale sarà la funzione delle istituzioni fortemente burocratizzate e dei centri culturali consolidati, che sembrano aver perso l'appuntamento con gli altri, e quali sono gli obiettivi a cui dovrebbero tendere? Che valore ha l’arte nella vita delle persone? E nella società? In questo scenario il tema dell’arte pubblica nell’era post pandemica, assume sfumature che meritano di essere osservate, commentate e riorganizzate in previsione d’inedite e possibili pratiche utili alla generazione di nuove forme plastiche e visive oltre che sotto il profilo della progettazione condivisa fra professionisti e cittadini. Intanto dall'Unione Europea arrivano segnali incoraggianti. A rafforzare le linee guida dell'Agenda 2030 si aggiunge un altro strumento che segna l'inizio del Green Deal: Il New European Bauhaus. Si tratta di un'iniziativa interdisciplinare per progettare futuri modi di vivere, situato al crocevia tra arte, cultura, inclusione sociale, scienza e tecnologia. Tuttavia, risulta sempre più chiaro che l'interdipendenza economica fra gli stati non coincide con quella culturale e con il benessere di tutti, del pianeta e delle scarse risorse di cui si dispone. L'Italia, alle prese con il PNRR, sarà in grado di guidare il paese verso una transizione che unisce coesione, accessibilità e sostenibilità, con l'obiettivo di trovare soluzione ai problemi quotidiani delle persone e recuperando al contempo il ruolo sociale della cultura? La transizione non è nient’altro che un passaggio da una situazione a un'altra. È questo un cambio di paradigma reso necessario rispetto agli strumenti di produzione e ineguale accumulazione di ricchezza e abbiamo visto che preservare gli ambienti naturali vuol dire preservare quelli umani. In tutto questo, il cibo che è contemporaneamente nutrizione e cultura, ambiente e geografia, storia e identità, coesione, inclusione e socializzazione, e ogni prodotto che portiamo in tavola e che lega semi, suolo, aria, acqua, territorio, saperi, comunità, può divenire il paradigma principe di ogni narrazione sulla sostenibilità?
Con Giovanna Romano, presidente di HUB-C Associazione culturale e ideatrice di FRA, saranno Franco Broccardi, dottore commercialista, Maria Letizia Paiato, storico e critico dell’arte e Marcella Russo art producer e presidente dell’Associazione Grand Hotel a dare il via e condurre quello che non è un convegno ma un’agorà vera e propria, dove secondo il principio della trasversalità, s’incontreranno e dialogheranno persone con formazioni e professionalità eterogenee.
Ogni tavolo del Forum rappresenta una sorta di nodo di un’unica corda, che talvolta si spezza, ma spesso si rinforza. Porsi domande senza pretendere facili soluzioni significa ridare valore innanzi tutto al senso della progettazione della vita comunitaria di domani.
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