Mark Manders. Cose in corso
Dal 08 Marzo 2014 al 28 Settembre 2014
Reggio nell'Emilia | Reggio Emilia
Luogo: Collezione Maramotti
Indirizzo: via Fratelli Cervi 66
Orari: giovedì e venerdì 14.30-18.30; sabato e domenica 10.30-18.30
Telefono per informazioni: +39 0522 382484
E-Mail info: info@collezionemaramotti.org
Sito ufficiale: http://www.collezionemaramotti.org
Mark Manders apre la sua pubblicazione Reference Book del 2012 con questa nota per il lettore: “... I will continue to work on this self-portrait, because that’s what it really is, and you are invited to trace it as long as you are alive”.
Oggetti trovati, ri-costruiti o meglio reinventati si affiancano a manufatti creati dall’artista in composizioni che, caleidoscopicamente, continuano a presentarsi in sempre nuove costellazioni organiche creando ulteriori interazioni tra la vita e gli oggetti, come pagine di un diario di un personalissimo percorso artistico.
Sculture e oggetti sedimentano per lunghi periodi, talvolta anni, nel suo studio e sono assoggettati a incessanti modifiche e cambiamenti nell’arco del tempo in un lungo processo di gestazione che si conclude nel momento in cui vengono inscritti nello spazio destinato alla loro installazione. Si può allora parlare di opere aperte sia in senso temporale sia semiologico.
In coerenza con il concetto di percorso in fieri è la scelta elettiva di un materiale come l’argilla che Manders impiega nei suoi manufatti sia come calco per sviluppi successivi con altri materiali (le resine epossidiche, le fusioni) sia come materia prima con cui realizza figure umane e animali, fratturate o di sfilacciata incompletezza.
L’argilla è materiale duttile, plasmabile e mobile per eccellenza.Per Manders l’arte ci consente di esperire la nuda forma di questi oggetti che fungono da catalizzatori di sogni e ricordi e sono capaci di generare una comprensione del mondo non solo per l’artista, ma per lo stesso spettatore. Da qui la sua definizione di “autoritratto come architettura” che si inscrive in un progetto concettuale senza soluzione di continuità. Il suo primo lavoro del 1986, Self-Portrait as a Building, ha già in sé tutti gli aspetti centrali della sua ricerca: la trasformazione dell’esistenza dell’opera e il suo sviluppo biografico in spazi della memoria.
Cose in corso è il titolo che l’artista ha dato al progetto realizzato per la Collezione Maramotti, sottolineando in questo modo la continuità con le premesse del suo lavoro creativo. La mise-en-scène di questa grande installazione impiega oggetti già presenti in altri lavori (la vasca da bagno, le sedie, il corpo incompiuto che si distende sull’asse lignea poggiata alla sedia), ma che sono qui contestualizzati in modo nuovo. L’installazione è collocata su un pavimento costituito da mattonelle in ferro che crea un ambiente virtuale inscritto nello spazio espositivo. Il risultato è la creazione di una rappresentazione teatrale che, come viene indicato dallo stesso Manders, contiene una “conceptual potential narrative in a total frozen theatre”. Un elemento nuovo è inoltre l’uso del colore puro che definisce alcuni oggetti presenti nell’opera a sottolineare la possibilità di un gesto fortemente pittorico in una dimensione sculturale.
Il progetto Cose in corso si accompagna a un libro d’artista totalmente ideato e realizzato dallo stesso Manders ed edito da Roma Publications, casa editrice indipendente fondata dall’artista.
Oggetti trovati, ri-costruiti o meglio reinventati si affiancano a manufatti creati dall’artista in composizioni che, caleidoscopicamente, continuano a presentarsi in sempre nuove costellazioni organiche creando ulteriori interazioni tra la vita e gli oggetti, come pagine di un diario di un personalissimo percorso artistico.
Sculture e oggetti sedimentano per lunghi periodi, talvolta anni, nel suo studio e sono assoggettati a incessanti modifiche e cambiamenti nell’arco del tempo in un lungo processo di gestazione che si conclude nel momento in cui vengono inscritti nello spazio destinato alla loro installazione. Si può allora parlare di opere aperte sia in senso temporale sia semiologico.
In coerenza con il concetto di percorso in fieri è la scelta elettiva di un materiale come l’argilla che Manders impiega nei suoi manufatti sia come calco per sviluppi successivi con altri materiali (le resine epossidiche, le fusioni) sia come materia prima con cui realizza figure umane e animali, fratturate o di sfilacciata incompletezza.
L’argilla è materiale duttile, plasmabile e mobile per eccellenza.Per Manders l’arte ci consente di esperire la nuda forma di questi oggetti che fungono da catalizzatori di sogni e ricordi e sono capaci di generare una comprensione del mondo non solo per l’artista, ma per lo stesso spettatore. Da qui la sua definizione di “autoritratto come architettura” che si inscrive in un progetto concettuale senza soluzione di continuità. Il suo primo lavoro del 1986, Self-Portrait as a Building, ha già in sé tutti gli aspetti centrali della sua ricerca: la trasformazione dell’esistenza dell’opera e il suo sviluppo biografico in spazi della memoria.
Cose in corso è il titolo che l’artista ha dato al progetto realizzato per la Collezione Maramotti, sottolineando in questo modo la continuità con le premesse del suo lavoro creativo. La mise-en-scène di questa grande installazione impiega oggetti già presenti in altri lavori (la vasca da bagno, le sedie, il corpo incompiuto che si distende sull’asse lignea poggiata alla sedia), ma che sono qui contestualizzati in modo nuovo. L’installazione è collocata su un pavimento costituito da mattonelle in ferro che crea un ambiente virtuale inscritto nello spazio espositivo. Il risultato è la creazione di una rappresentazione teatrale che, come viene indicato dallo stesso Manders, contiene una “conceptual potential narrative in a total frozen theatre”. Un elemento nuovo è inoltre l’uso del colore puro che definisce alcuni oggetti presenti nell’opera a sottolineare la possibilità di un gesto fortemente pittorico in una dimensione sculturale.
Il progetto Cose in corso si accompagna a un libro d’artista totalmente ideato e realizzato dallo stesso Manders ed edito da Roma Publications, casa editrice indipendente fondata dall’artista.
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