Paolo Simonazzi. So near, so far
![Paolo Simonazzi, Bagnolo in Piano (Reggio Emilia), 2012, stampa glacé su carta cotone Canson Rag Photographique, 30x38 cm, da “La casa di Lenin“ Paolo Simonazzi, Bagnolo in Piano (Reggio Emilia), 2012, stampa glacé su carta cotone Canson Rag Photographique, 30x38 cm, da “La casa di Lenin“](http://www.arte.it/foto/600x450/eb/46427-simonazzi_pe16_timeline.jpg)
© Collezione Maramotti / Paolo Simonazzi | Paolo Simonazzi, Bagnolo in Piano (Reggio Emilia), 2012, stampa glacé su carta cotone Canson Rag Photographique, 30x38 cm, da “La casa di Lenin“
Dal 08 Maggio 2016 al 31 Luglio 2016
Reggio nell'Emilia | Reggio Emilia
Luogo: Collezione Maramotti
Indirizzo: via Fratelli Cervi 66
Orari: giovedì e venerdì 14.30-18.30; sabato e domenica 10.30-18.30
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0522 382484
E-Mail info: info@collezionemaramotti.org
Sito ufficiale: http://www.collezionemaramotti.org
Collezione Maramotti, in occasione di Fotografia Europea 2016, presenta So near, so far, una mostra di fotografia di Paolo Simonazzi.
Il fotografo si è espresso ed è conosciuto per una ricerca legata all’idea della serialità: ha usato la sua lente fotografica per esplorare e indagare, nel corso del tempo, un soggetto, un tema, declinandolo in situazioni e contesti differenti.
In questa mostra si propone un altro approccio al suo lavoro, che travalica l’idea di serie e la “coerente uniformità” dell’oggetto di indagine. Un taglio che tenta di mettere a fuoco, lungo il suo percorso fotografico, il suo sguardo sulla nostra terra, intesa come crocevia di comunicazioni semantiche, culturali, linguistiche, visuali attraverso una scelta di scatti che coprono vent’anni del suo lavoro (dalla metà degli anni novanta al 2014).
Nel nostro territorio è presente un’osmosi molto peculiare con il resto del mondo: oggetti, parole, modi di stare insieme denotano una tensione verso l’alterità che al contempo viene ri-visitata, re-inventata mantenendo un sapore genuinamente “nostrano”. Tutto ci appare mosso dalla consapevolezza e dalla voglia di riconoscersi in un mondo ormai globalizzato, ma senza rinunciare a quella ritualità sociale, a quello speciale rapporto con tempo e spazio che ci riporta e ci connette a solide radici locali.
Le immagini di Simonazzi raccontano di come l’altro, l’estraneo si sposa con il domestico, col quotidiano della provincia, spesso di sapore rurale; non descrivono posture kitsch, ma fanno sorridere per la loro intrinseca, ingenua naturalezza.
Le sue fotografie transitano da visioni più rarefatte e quasi sospese – in cui il tempo diviene spazio nel paesaggio e negli oggetti – a immagini che parlano di relazioni quotidiane in un territorio confidente, con sguardo complice e al contempo ironico.
Una mostra che è un piccolo viaggio emozionale dentro la nostra terra, in cui la strada diventa anche stilema espositivo. Le foto sono timorosamente appuntate in orizzontale, su un supporto che ricorda il selciato. Il visitatore è invitato a percorrerlo e a riconoscersi, come avviene durante una passeggiata a piedi, in bicicletta o in auto nelle nostre campagne.
Accompagna la mostra un testo di Gina Costa, critica di fotografia e curatrice indipendente che vive e lavora a Chicago.
Private view su invito: 7 maggio 2016, alle ore 18.00, alla presenza del fotografo.
Paolo Simonazzi (Reggio Emilia, 1961) divide la propria vita tra l’attività di medico e quella di fotografo, a cui si dedica con passione.
L'ultimo progetto realizzato Icons of Liscio, afferente alle icone del ballo liscio in Emilia, è stato esposto presso The Other Art Fair, Torino nel 2015.
Del 2014 è la mostra per Fotografia Europea, a Reggio Emilia e nel 2015 a Rimini (Museo della Città) di Cose ritrovate: un viaggio visionario ispirato ai testi letterari di Ermanno Cavazzoni e di Raffaello Baldini (catalogo Marsilio, 2014).
La mostra Bell’Italia (cat. Silvana Editoriale, 2014) è stata presentata in anteprima a Fotografia Europea 2011, per poi approdare a Sydney e Melbourne (2012) e Tokyo (2014).
Dal 2006 al 2010 si è dedicato a Mondo Piccolo, un lavoro alla riscoperta delle terre care a Guareschi, luoghi dell’anima più che della geografia (cat. Umberto Allemandi, 2010), con tappe in varie città italiane.
Tra la Via Emilia e il West (cat. Baldini Castoldi Dalai, 2007) è il titolo della mostra esposta a Villa delle Rose – MAMbo, Bologna (2007), e a seguire in altre sedi italiane e straniere tra cui New York e San Francisco.
Nel 2006 si è avvicinato al tema del disagio sociale con il progetto La casa degli angeli, presentata alla I edizione di Fotografia Europea e successivamente alla VI edizione di FotoGrafia – Festival Internazionale di Roma (2007).
Circo Bidone, uno dei suoi primi progetti fotografici, racconta di un piccolo circo sopravvissuto all’epoca della multimedialità e degli effetti speciali (cat. Zoolibri, 2003, con prefazione di Moni Ovadia).
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