Sidival Fila. Ri-Nascita
![Opera di Sidival Fila Opera di Sidival Fila](http://www.arte.it/foto/600x450/52/72093-SidivalFila_aprile017-20.jpg)
Opera di Sidival Fila
Dal 02 Dicembre 2017 al 06 Gennaio 2018
Rieti
Luogo: Chiesa di San Domenico
Indirizzo: piazza Beata Colomba
Orari: dal lunedì alla domenica 08-20
Enti promotori:
- Comune di Rieti
E’ un ritorno alle origini, a quel Natale del 1223, quando San Francesco, a Greccio, quasi una nuova Betlemme, pose Gesù Bambino in una mangiatoia con un poco di fieno e, per scaldarlo, solo il fiato di un bue e di un asinello.
Era il primo presepe vivente della storia della cristianità in quella che poi sarebbe stata definita la valle del primo presepe, nella più assoluta povertà. Proprio per questo un messaggio universale che illuminava la speranza di chi aveva la fede, soprattutto dei diseredati.
Nella stessa valle, poco più di un anno fa nella sua statua mutilata, lo stesso bambino, oggetto di un culto molto partecipato, condivideva la desolazione di una terra e dei suoi abitanti martoriati dalle scosse di terremoto che ebbero per epicentro Amatrice.
“Di fronte a queste oggettive difficoltà abbiamo capito – sottolinea il Vescovo di Rieti Mons. Pompili, capoluogo della Provincia, già città papale - che bisognava attivarsi per trasformare un evento negativo in un’azione di riscatto e di rilancio di quest’area meravigliosa a partire dal simbolo autentico che ci ha lasciato in questi luoghi San Francesco: il presepe.”
Inserito sotto gli archi papali, un presepe di sofferenza, evidenziato dalle ferite del bambino privo di un piede, adagiato su un frammento d’altare, quasi prefigurazione di un sarcofago. Specularmente, dalla parte opposta, la madonna “mesta”, le mani in atteggiamento di preghiera che non sembra avere nulla di consolatorio.
“Niente di aulico - afferma Sidival, l’artista frate francescano di origini brasiliane che risiede al Convento di San Bonaventura sul Palatino a Roma, - a cui il Vescovo ha affidato l’installazione. Ho voluto levare il sacro dal piedestallo in modo che le statue stessero in mezzo alla gente.
Sidival lavora sulle trame, quelle del tessuto delle sue opere e quelle dell’esistenza nella sua alternanza di dolore e speranza. Del filo, intrecciato con cenere, sono intessute le due fenici, poste su lastre tombali, simbolo di ri-nascita. Non a caso situate tra la statua del bambino e quella della Madonna.
Dal lato opposto la simbologia del frammento e della sua riparazione assume i caratteri di un’eloquente astrattezza. Da un lato una tela lacerata del 1800 che Sidival sta restaurando e, ad angolo retto la sequenza ascensionale di tre tele di colore neutro, che terminano in un triangolo.
Ascensionale, nella speranza, o piuttosto certezza della Resurrezione.
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