Progetto Scultura 2011
Castel Sismondo - Rimini
Dal 16 Luglio 2011 al 16 Ottobre 2011
Rimini
Luogo: Castel Sismondo
Indirizzo: Piazza Malatesta
Curatori: Beatrice Buscaroli
Costo del biglietto: Ingresso libero
Telefono per informazioni: 0541.787681
E' una mostra "firmata" quella che la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini propone dal 16 luglio al 16 ottobre alla Rocca Malatestiana sulla scultura italiana contemporanea. Firmata perché rappresenta una interpretazione specifica, personale, del tema, secondo il gusto, la visione che della scultura italiana ha il critico che, di volta in volta, sarà chiamato ad interpretarla.
Per la prima edizione di "Progetto Scultura" la scelta degli artisti da invitare e l'ideazione del percorso e dei contenuti della mostra sono stati affidati dalla Fondazione a Beatrice Buscaroli. Beatrice Buscaroli, bolognese, è storico e critico d'arte, docente all'Università di Bologna-Ravenna e all'Accademia di Belle Arti di Bologna e ha curato numerose mostre sia nell'ambito del Novecento sia nell'ambito del contemporaneo. Con Luca Beatrice, è stata commissario del Padiglione Italia della Biennale di Venezia nella penultima edizione.
La Rocca Malatestiana, nel cuore storico di Rimini, si presta perfettamente ad ospitare sculture, anche di grandi dimensioni. Le rassegne di scultura in Italia sono relativamente poche rispetto alla qualità e alla capillarità che questa forma d'arte ha nel nostro Paese. Di qui la scelta della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini di dar vita, parallelamente alle grandi mostre invernali e primaverili affidate a Marco Goldin, ad un nuovo progetto biennale che riguardi appunto la scultura contemporanea.
L'avvio è dedicato alla scultura italiana ma non si esclude la possibilità di estendere la ricerca anche in ambito internazionale, tenuto conto anche del sempre maggiore cosmopolitismo degli ospiti estivi di Rimini.
Il "Progetto Scultura" si pone come ideale continuazione e in dialogo con "Contemplazioni", l'analoga proposta di indagine sulla pittura contemporanea italiana già affidata ad Alberto Agazzani. E' obiettivo della Fondazione dedicare gli spazi della Rocca, ad anni alterni, alla pittura e alla scultura, con curatori, e visioni, di volta in volta diversi.
"Attraverso generazioni diverse e le diverse tecniche, la mostra intende - anticipa Beatrice Buscaroli - dimostrare quanto sia vivo il linguaggio della scultura e quanto importante sia ancora per decine e decine di artisti il rapporto con la tradizione, la capacità tecnica, la conoscenza approfondita della storia dell'arte. Con artiste di grandissima personalità".
"Idealmente l'ho ripartita in sezioni che spaziano dalla storia, alla figura, all'oggetto, l'astrazione, l'ironia e pubblicità. Ho scelto 20 artisti per offrire un panorama, certo parziale, ma credo stimolante della scultura italiana di oggi, personalità affermate e emergenti, visioni diverse e persino contrapposte del fare scultura nell'Italia del 2011.
Si va da Gerolamo Ciulla, che compie un complesso lavoro sulle origini e simboliche della statuaria antica, a Chris Gilmour, Marco Cornini, Aron Demetz e Michelangelo Galliani, che lavorano sulla figura, come Giuseppe Bergomi, dimostrando intelligentemente quanto il rapporto con la storia possa attualizzarsi sempre mantenendo altissima la qualità. Il ferrarese Sergio Zanni raffigura una visione onirica e surreale sempre legata alla figura, mentre Marco Prestia prende spunto da un mondo animale magico e mutante, di cui Velasco trasforma le dimensioni per arrivare, col suo esemplare, a una misura sorprendentemente fuori scala, come Maria Luisa Tadei col suo "octopus" a mosaico. Nicola Bolla rappresenta un ulteriore trattamento dell'oggetto nel senso della bellezza, mentre Francesca Tulli analizza l'equilibrio della figura e la sua fragilità.
Più astratto e aereo il lavoro di Mirta Carroli come quello di Eduard Habicher, che piega la materia e la trasforma in ombra. Flavio Favelli, con Leonardo Pivi, Corrado Bonomi e Vincenzo Marsiglia tornano ironicamente al mondo dell'oggetto e delle sue mutazioni allusive ricostruendolo oppure estendendolo alle installazioni, mentre Lodola, con la consueta e consumata leggerezza, chiude la serie con una meditazione pop sul senso del lavoro dell'artista".
Rimini d'estate vive fuori. E anche "progetto scultura" esce, con una selezione di opere, al di fuori della mole della Rocca Malatestiana, "contaminando" la città. Ma anche la marina.
Per Rimini una nuova attrattiva che va ad aggiungersi alle molte che la città e le sue spiagge offrono al popolo dell'estate.
Per la prima edizione di "Progetto Scultura" la scelta degli artisti da invitare e l'ideazione del percorso e dei contenuti della mostra sono stati affidati dalla Fondazione a Beatrice Buscaroli. Beatrice Buscaroli, bolognese, è storico e critico d'arte, docente all'Università di Bologna-Ravenna e all'Accademia di Belle Arti di Bologna e ha curato numerose mostre sia nell'ambito del Novecento sia nell'ambito del contemporaneo. Con Luca Beatrice, è stata commissario del Padiglione Italia della Biennale di Venezia nella penultima edizione.
La Rocca Malatestiana, nel cuore storico di Rimini, si presta perfettamente ad ospitare sculture, anche di grandi dimensioni. Le rassegne di scultura in Italia sono relativamente poche rispetto alla qualità e alla capillarità che questa forma d'arte ha nel nostro Paese. Di qui la scelta della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini di dar vita, parallelamente alle grandi mostre invernali e primaverili affidate a Marco Goldin, ad un nuovo progetto biennale che riguardi appunto la scultura contemporanea.
L'avvio è dedicato alla scultura italiana ma non si esclude la possibilità di estendere la ricerca anche in ambito internazionale, tenuto conto anche del sempre maggiore cosmopolitismo degli ospiti estivi di Rimini.
Il "Progetto Scultura" si pone come ideale continuazione e in dialogo con "Contemplazioni", l'analoga proposta di indagine sulla pittura contemporanea italiana già affidata ad Alberto Agazzani. E' obiettivo della Fondazione dedicare gli spazi della Rocca, ad anni alterni, alla pittura e alla scultura, con curatori, e visioni, di volta in volta diversi.
"Attraverso generazioni diverse e le diverse tecniche, la mostra intende - anticipa Beatrice Buscaroli - dimostrare quanto sia vivo il linguaggio della scultura e quanto importante sia ancora per decine e decine di artisti il rapporto con la tradizione, la capacità tecnica, la conoscenza approfondita della storia dell'arte. Con artiste di grandissima personalità".
"Idealmente l'ho ripartita in sezioni che spaziano dalla storia, alla figura, all'oggetto, l'astrazione, l'ironia e pubblicità. Ho scelto 20 artisti per offrire un panorama, certo parziale, ma credo stimolante della scultura italiana di oggi, personalità affermate e emergenti, visioni diverse e persino contrapposte del fare scultura nell'Italia del 2011.
Si va da Gerolamo Ciulla, che compie un complesso lavoro sulle origini e simboliche della statuaria antica, a Chris Gilmour, Marco Cornini, Aron Demetz e Michelangelo Galliani, che lavorano sulla figura, come Giuseppe Bergomi, dimostrando intelligentemente quanto il rapporto con la storia possa attualizzarsi sempre mantenendo altissima la qualità. Il ferrarese Sergio Zanni raffigura una visione onirica e surreale sempre legata alla figura, mentre Marco Prestia prende spunto da un mondo animale magico e mutante, di cui Velasco trasforma le dimensioni per arrivare, col suo esemplare, a una misura sorprendentemente fuori scala, come Maria Luisa Tadei col suo "octopus" a mosaico. Nicola Bolla rappresenta un ulteriore trattamento dell'oggetto nel senso della bellezza, mentre Francesca Tulli analizza l'equilibrio della figura e la sua fragilità.
Più astratto e aereo il lavoro di Mirta Carroli come quello di Eduard Habicher, che piega la materia e la trasforma in ombra. Flavio Favelli, con Leonardo Pivi, Corrado Bonomi e Vincenzo Marsiglia tornano ironicamente al mondo dell'oggetto e delle sue mutazioni allusive ricostruendolo oppure estendendolo alle installazioni, mentre Lodola, con la consueta e consumata leggerezza, chiude la serie con una meditazione pop sul senso del lavoro dell'artista".
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