Adriano Annino. Termoclino Guidarello

Adriano Annino, Termoclino Otto Dix. Lot e le sue figlie, 2017

 

Dal 14 Aprile 2018 al 03 Giugno 2018

Roma

Luogo: Casa Vuota

Indirizzo: via Maia 12

Orari: visitabile su appuntamento

Curatori: Francesco Paolo Del Re, Sabino de Nichilo

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 392.8918793

E-Mail info: vuotacasa@gmail.com



Casa Vuota vibra e si riempie di musica. E un dispositivo di teletrasporto nel tempo e nello spazio apre finestre e passaggi nei muri, evocando la campagna romana e i suoni festosi di un tempo che non c’è più. Ad attivarlo è Adriano Annino con la mostra “Termoclino Guidarello”, ospitata da Casa Vuota a Roma dal 14 aprile al 3 giugno 2018, a cura di Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo

La prima personale dell’artista nella Città Eterna inaugura sabato 14 aprile alle ore 18:30 e si può visitare su appuntamento.

Adriano Annino presenta una selezione di dipinti, disegni, un video e un’installazione sonora che sintetizzano la ricerca da lui condotta nell’ultimo anno, a partire da una personale elaborazione – con un linguaggio stratificato e vibrante – di suggestioni campestri, visioni bucoliche di pastori che suonano seduti accanto al gregge, accenti e gesti di tempi perduti e ritrovati attraverso citazioni della storia dell’arte.

Nell’appartamento del Quadraro trasformato in contenitore espositivo, si reinventa un orizzonte agreste e pastorale, immaginando quello che la zona era prima della costruzione di Cinecittà negli anni Trenta. “Dà il titolo alla mostra– spiega Francesco Paolo Del Re – l’attributo ‘guidarello’, dato al castrato che il pecoraro anticamente sceglieva come guida del branco nelle pratiche della transumanza: al suo collo veniva appeso un campano che rappresentava una proiezione sonora del pastore stesso. Questa traccia uditiva del campanaccio guida l’artista nel tentativo di allargare lo sguardo a un vasto repertorio di altre forme e di sintonizzare l’orecchio sulla memoria di altre musiche di una convivialità perduta, suggestioni di cui il suo immaginario si nutre, affastellate e riscritte con attitudine iconoclasta”.

Adriano Annino prosegue il percorso di riflessione iniziato nel 2016 sulla metafora del termoclino, termine scientifico che indica lo strato di transizione che in mare divide l’acqua di superficie, esposta alla luce del sole e quindi soggetta alle variazioni climatiche, da quella profonda più fredda e di temperatura stabile. Metafora, per l’artista, del confine dialettico tra spinte opposte di autoconservazione e cambiamento compresenti nella psiche umana.“In un cortocircuito tra dati biografici e memorie culturali– aggiunge Sabino de Nichilo – Annino si interroga sulle dinamiche psicologiche e sociali dell’affermazione dell’identità individuale rispetto alle logiche del gruppo, cercando di cogliere in profondità istinti rimossi che albergano in noi con la forza di un’eco che non si lascia sopire dalle convenzioni”.

Adriano Annino (Napoli, 1983) vive e lavora a Milano. Dopo una laurea in filosofia della musica e un diploma al conservatorio, sviluppa una ricerca artistica in ambito pittorico sperimentando la contaminazione con linguaggi eterogenei che spaziano dalla musica all’immagine in movimento, indagando la contemporaneità nelle dinamiche relazionali all’interno della comunicazione post-digitale. Tra le mostre personali, nel 2017 “Centers Thermocline” presso Ateliermultimedia Galerie di Vienna in Austria curata da Domenico Russo e “Termoclino Marinella” presso Nuvole Arte Contemporanea di Montesarchio (BN) curata da Domenico Maria Papa, nel 2015 “Walls have mouths to tell” a Villa Rusconi a Milano curata da Fabio Carnaghi, nel 2014 “A day in the life” presso Lem a Sassari curata da Ivan Quaroni. Tra le principali mostre collettive, nel 2018 “Condizione” presso Eléphant Paname di Parigi in Francia a cura di Roberto Baciocchi e “Angry Boys” al Det Ny Kastet Museum di Thisted in Danimarca a cura di Claudia Cosmo, nel 2017 “Linea Inquieta, dall’Espressionismo alla Nuova Oggettività” a Palazzo Ceschi di Valsugana (TN) a cura di Paolo Dolzan, nel 2015 “Some Velvet Drawings” ad ArtVeronaa cura di Eva Comuzzi e Andrea Bruciati, nel 2014 “Third” alla Robert Kananaj Gallery di Toronto, nel 2012 “Dall’alto e dal basso” a Palazzo Chianini-Vincenzi di Arezzo a cura di Matilde Puleo. Finalista nel 2017 per la città di Torino al T.I.N.A Prize, ha vinto nel 2014 il premio ArteCadi Arte Rugabella.

SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI