Agostino Iacurci. Of my abstract gardening
Dal 26 Marzo 2022 al 28 Maggio 2022
Roma
Luogo: Ex Elettronica
Indirizzo: Vicolo Sant'Onofrio 10
E-Mail info: info@exelettrofonica.com
Sito ufficiale: http://www.exelettrofonica.com
Sabato 26 marzo dalle ore 12.00 Ex Elettrofonica è lieta di annunciare l’inaugurazione della mostra Of my abstract gardening, nuovo progetto espositivo di Agostino Iacurci e prima personale in galleria dell’artista.
Le opere presenti derivano dalle ricerche che Agostino Iacurci sta compiendo intorno all’idea di hortus, termine che dà il titolo alla grande istallazione inaugurata negli spazi dell’Istituto Italiano di Cultura di Praga e realizzata grazie al progetto istituzionale Cantica 21.
Hortus rimanda al concetto di Hortus Conclusus di origine medievale, in cui il paradiso terrestre prendeva la forma di un giardino recintato con al centro una fontana, sorgente di vita e di eterna giovinezza. In questa mostra Iacurci sposta la sua attenzione sugli Horti Picti, grandi cicli pittorici parietali con giardini e paesaggi.
Il percorso di mostra si sviluppa attraverso una serie di lavori inediti, dipinti e sculture in terracotta con piante vive in cui Iacurci si confronta con la pittura di giardino, tema ricorrente nella decorazione parietale d’interni romana. I pittori chiamati a lavorare a queste grandi rappresentazioni murarie dimostravano una sapiente capacità compositiva e spaziale, nonché una precisa attenzione al dettaglio naturalistico. Nei giardini dipinti, arricchiti con fontane, busti, colonne e recintati da elementi architettonici, vigeva un’accorta armonia tra gli elementi in cui convivevano piante che nella realtà fioriscono in periodi dell’anno differenti e dove era assente qualsiasi allusione al tempo atmosferico.
Proprio questa costruzione ideale, e dunque astratta, in cui momenti diversi dei cicli naturali convivono sincronicamente, viene colta da Agostino Iacurci e fatta oggetto di studio per la sua pittura. Spesso il processo pittorico dell’artista prende origine dalla fascinazione verso immagini del passato che nella sua mente diventano dei persistenti archetipi che chiedono una nuova forma, una personale rilettura. Così è l’immagine del ninfeo sotterraneo della Villa di Liviaoggi conservato al Museo di Palazzo Massimo a Roma e dei dipinti della Casa del Frutteto di Pompei, che l’immaginazione di Iacurci mette in relazione con gli schemi compositivi di cui Goethe va alla ricerca nella sua Metamorfosi delle piante. Il titolo della mostra Of my abstract gardening è infatti tratto da un passo contenuto nel medesimo libro.
Nei suoi studi botanici Goethe ricercò insistentemente i Modelli che potevano dare origine a gruppi di piante, sperando potessero portare alla scoperta del modello archetipico di tutte le forme vegetali. Proprio durante i suoi viaggi in Italia Goethe cercò l’Urpflanze – la pianta originaria, ma i suoi studi furono accolti con freddezza da scienziati e circoli letterari del tempo, riscuotendo invece successo tra artisti, amanti e poeti.
Agostino Iacurci, dunque, partendo da un riferimento visivo che rimanda alla sua esperienza da muralista, decostruendola e distorcendola grazie alla lezione botanica di Goethe, genera una nuova esperienza della pittura di giardino, installativa e astratta.
Agostino Iacurci (1986).
La sua pratica abbraccia un’ampia gamma di media, tra cui pittura, murale, scultura, disegno e installazione.Spesso spinto da un’attitudine site-specific, nella sua pratica, Iacurci raccoglie materiali eterogenei, rielaborandoli e manipolandoli. Lo fa per generare visioni e percezioni in cui la storia culturale e le memorie personali, i riferimenti letterari e i racconti vernacolari sono liberamente narrati e associati.
Agostino Iacurci ha esposto il suo lavoro in mostre personali e collettive tra cui; Premio Termoli LXII, MACTE, Termoli (2021); Tracing Vitruvio, Musei Civici, Pesaro (2019); Talent Prize 2019, Mattatoio, Roma (2019); Gypsoteca, Galleria M77, Milano (2018); Graffiare il presente; Trompe-l’oeil, Celaya Brothers Gallery, Città del Messico (2017); Urban Art Biennale, Völkinger Hütte, Centro europeo per l’arte e la cultura industriale (2017); Cross the street, Museo MACRO, Roma (2017); FADA, House of Madness, The Watermill Center, New York (2016); 16° Premio Cairo, Palazzo della Permanente, Milano (2015).
Dal 2009 realizza pitture murali monumentali e installazioni per enti pubblici e privati. Commissioni recenti includono Ludwigs-Hack-Museum, Ludwigshafen (2021); La vita è bella, Las Vegas (2021); Principal Place, Londra (2020); Biennale di Yakutsk, Yakutsk (2017); Università Distrito Tec, Monterrey (2016); Stazione della metropolitana Govind Puri, Nuova Delhi (2016); Istituto Mario Penna, Belo Horizonte, Brasile (2014); Fubon Art Foundation, Taipei (2012).
Ha ricevuto il Premio New York 2020 promosso da MiBACT, Ministero degli Affari Esteri italiano, Istituto Italiano di Cultura di New York, Accademia Italiana – Columbia University e ISCP. Nel 2020 ha ricevuto Cantica21, Premio Arte Contemporanea Italiana Ovunque, con il progetto Hortus per il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato.
Le opere presenti derivano dalle ricerche che Agostino Iacurci sta compiendo intorno all’idea di hortus, termine che dà il titolo alla grande istallazione inaugurata negli spazi dell’Istituto Italiano di Cultura di Praga e realizzata grazie al progetto istituzionale Cantica 21.
Hortus rimanda al concetto di Hortus Conclusus di origine medievale, in cui il paradiso terrestre prendeva la forma di un giardino recintato con al centro una fontana, sorgente di vita e di eterna giovinezza. In questa mostra Iacurci sposta la sua attenzione sugli Horti Picti, grandi cicli pittorici parietali con giardini e paesaggi.
Il percorso di mostra si sviluppa attraverso una serie di lavori inediti, dipinti e sculture in terracotta con piante vive in cui Iacurci si confronta con la pittura di giardino, tema ricorrente nella decorazione parietale d’interni romana. I pittori chiamati a lavorare a queste grandi rappresentazioni murarie dimostravano una sapiente capacità compositiva e spaziale, nonché una precisa attenzione al dettaglio naturalistico. Nei giardini dipinti, arricchiti con fontane, busti, colonne e recintati da elementi architettonici, vigeva un’accorta armonia tra gli elementi in cui convivevano piante che nella realtà fioriscono in periodi dell’anno differenti e dove era assente qualsiasi allusione al tempo atmosferico.
Proprio questa costruzione ideale, e dunque astratta, in cui momenti diversi dei cicli naturali convivono sincronicamente, viene colta da Agostino Iacurci e fatta oggetto di studio per la sua pittura. Spesso il processo pittorico dell’artista prende origine dalla fascinazione verso immagini del passato che nella sua mente diventano dei persistenti archetipi che chiedono una nuova forma, una personale rilettura. Così è l’immagine del ninfeo sotterraneo della Villa di Liviaoggi conservato al Museo di Palazzo Massimo a Roma e dei dipinti della Casa del Frutteto di Pompei, che l’immaginazione di Iacurci mette in relazione con gli schemi compositivi di cui Goethe va alla ricerca nella sua Metamorfosi delle piante. Il titolo della mostra Of my abstract gardening è infatti tratto da un passo contenuto nel medesimo libro.
Nei suoi studi botanici Goethe ricercò insistentemente i Modelli che potevano dare origine a gruppi di piante, sperando potessero portare alla scoperta del modello archetipico di tutte le forme vegetali. Proprio durante i suoi viaggi in Italia Goethe cercò l’Urpflanze – la pianta originaria, ma i suoi studi furono accolti con freddezza da scienziati e circoli letterari del tempo, riscuotendo invece successo tra artisti, amanti e poeti.
Agostino Iacurci, dunque, partendo da un riferimento visivo che rimanda alla sua esperienza da muralista, decostruendola e distorcendola grazie alla lezione botanica di Goethe, genera una nuova esperienza della pittura di giardino, installativa e astratta.
Agostino Iacurci (1986).
La sua pratica abbraccia un’ampia gamma di media, tra cui pittura, murale, scultura, disegno e installazione.Spesso spinto da un’attitudine site-specific, nella sua pratica, Iacurci raccoglie materiali eterogenei, rielaborandoli e manipolandoli. Lo fa per generare visioni e percezioni in cui la storia culturale e le memorie personali, i riferimenti letterari e i racconti vernacolari sono liberamente narrati e associati.
Agostino Iacurci ha esposto il suo lavoro in mostre personali e collettive tra cui; Premio Termoli LXII, MACTE, Termoli (2021); Tracing Vitruvio, Musei Civici, Pesaro (2019); Talent Prize 2019, Mattatoio, Roma (2019); Gypsoteca, Galleria M77, Milano (2018); Graffiare il presente; Trompe-l’oeil, Celaya Brothers Gallery, Città del Messico (2017); Urban Art Biennale, Völkinger Hütte, Centro europeo per l’arte e la cultura industriale (2017); Cross the street, Museo MACRO, Roma (2017); FADA, House of Madness, The Watermill Center, New York (2016); 16° Premio Cairo, Palazzo della Permanente, Milano (2015).
Dal 2009 realizza pitture murali monumentali e installazioni per enti pubblici e privati. Commissioni recenti includono Ludwigs-Hack-Museum, Ludwigshafen (2021); La vita è bella, Las Vegas (2021); Principal Place, Londra (2020); Biennale di Yakutsk, Yakutsk (2017); Università Distrito Tec, Monterrey (2016); Stazione della metropolitana Govind Puri, Nuova Delhi (2016); Istituto Mario Penna, Belo Horizonte, Brasile (2014); Fubon Art Foundation, Taipei (2012).
Ha ricevuto il Premio New York 2020 promosso da MiBACT, Ministero degli Affari Esteri italiano, Istituto Italiano di Cultura di New York, Accademia Italiana – Columbia University e ISCP. Nel 2020 ha ricevuto Cantica21, Premio Arte Contemporanea Italiana Ovunque, con il progetto Hortus per il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato.
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