Alberto Porro. Metaordinario
Dal 19 Gennaio 2019 al 10 Febbraio 2019
Roma
Luogo: Galleria Varsi
Indirizzo: via di Grotta Pinta 38
Orari: da martedì a sabato 12-20; domenica 15-20. Chiuso lunedì
Curatori: Chiara Pietropaoli
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 686 5415
E-Mail info: info@galleriavarsi.it
Sito ufficiale: http://www.galleriavarsi.it
Il 19 gennaio 2019 la Galleria Varsi presenta “Metaordinario”, prima mostra personale di Alberto Porro, artista italiano classe 1986, basato in Canada.
L’artista presenta al pubblico una serie di dipinti a olio inediti, affiancati da un corpus di linoleografie, mettendo in luce un’evoluzione che parte dalla stampa e arriva alla pittura.
Dal 2005 Porro indaga diverse discipline artistiche; parallelamente allo studio della tecnica fotografia e calcografica, che lo stimola ad approfondire la camera oscura e le possibilità dell’incisione, sperimenta i graffiti, immerso nella scena del writing mondiale, tra Europa, Stati Uniti e Oceania.
Pur rispettando la natura dei diversi media praticati, la ricerca simultanea di molteplici linguaggi ha portato l’artista a creare un vocabolario estetico che ha trovato autonomia nella pittura. L’approdo alla pittura coincide con la volontà di Porro di astrarre dalle condizioni del reale, di portare all’attenzione dello spettatore la relazione tra forma e significato, decretandone la morte.
Se nelle linoleografie l’artista investiga lo spazio puro, sintetizzandolo in geometrie, aperture, instaurando un dialogo tra dentro e fuori, materiale e immateriale, nelle pitture compaiono oggetti della realtà ordinaria che si mostrano e si negano, in uno stadio progressivo verso il nulla.
Nella serie delle pitture “Still Life” Porro compone nature morte in spazi immobili, dove elementi di uso quotidiano convivono estranei e ordinati grazie a uno studio attento dei volumi e del chiaroscuro, che si nutre dell’influenza della fotografia. I toni accesi dei graffiti si spengono in una scala di grigi e la velocità dell’azione lascia spazio alla staticità.
Gli elementi disposti su legno, materia che ritorna nelle opere come supporto e texture, condividono l’alienazione da un contesto definito, rivelano una dimensione metafisica, monotona e quieta. I confini rigidi degli oggetti si mostrano inconsistenti, la sostanza conosciuta accoglie frammenti di spazio ideale, rivelando incertezze.
L’alienazione dal consueto viene portata all’estremo nelle opere nominate “Senza titolo”, dove la forma non parla più un linguaggio ordinario ma comunica assoluta.
La pittura di Alberto Porro immagina e fonda “le cose”, a partire da reminiscenze di oggetti che attirano la sua attenzione, distorcendone la struttura formale e concettuale. Il sacco della spazzatura diviene il simbolo di questa azione, torto e dispiegato, svuotato o moltiplicato diventa la memoria evanescente di un’idea.
Porro parte dalle certezze del mondo fisico per arrivare al mistero del nulla, più certo e veritiero.
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