Ardea e Manzù attraverso la fotografia di Roberto Galasso
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Ardea e Manzù attraverso la fotografia di Roberto Galasso
Dal 30 Settembre 2012 al 30 Aprile 2013
Ardea | Roma
Luogo: Museo Manzù
Indirizzo: via Laurentina km. 32
Orari: da martedì a domenica 9-20
Curatori: Marcella Cossu, Silvana Freddo
Telefono per informazioni: +39 06 9135022
Sito ufficiale: http://www.museomanzù.beniculturali.it/
In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, si inaugura presso la Raccolta Manzù di Ardea la mostra fotografica dal titolo "Ardea e Manzù attraverso la fotografia di Roberto Galasso", realizzata dalla Galleria nazionale – Raccolta Manzù in collaborazione con la Direzione generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee.
In una cinquantina di immagini quasi esclusivamente in bianco e nero il fotografo riassume e focalizza il profondo rapporto affettivo ed esistenziale intercorso tra il territorio di Ardea, dall’antica acropoli al mare, e la figura dell’artista bergamasco Giacomo Manzù, che il 15 ottobre 1964 si insediò ufficialmente con la propria famiglia nella locale tenuta di Campo del Fico, noto come Colle Manzù, eleggendovi la propria dimora fino alla morte avvenuta nel 1991. Il percorso espositivo si articola in quattro sezioni: gli Affetti, una serie di intensi ritratti dei familiari (la moglie Inge Schabel, i figli Giulia e Mileto), e dei principali collaboratori e amici locali tra cui il fabbro-fonditore e la ristoratrice del litorale; l’Atelier,vale a dire il vasto studio dell’artista che sorge entro i confini di Campo del Fico e della Fondazione Manzù; la Raccolta, indagata negli aspetti più inattesi e reconditi di scultura e natura; il Territorio, le mura ciclopiche, la chiesa di San Pietro cui l’artista ha donato una serie di importanti arredi sacri, e, non ultimo, il mare. In una sorta di soluzione di continuità tesa ad accorciare le distanze tra noi e Manzù, così come tra “centro” e “periferia”, Roberto Galasso ripropone, in sorprendenti foto di oggi, luoghi e persone di ieri, testimoni primi dell’arte e della personalità di Manzù. L’intendimento è, in senso più esteso, di sottolineare l’importanza del “radicamento”di elementi esterni in una terra, il Lazio virgiliano, tradizionalmente dedita all’accoglienza dell’ “altro”, in un arco di tempo pressoché illimitato, che va dall’approdo di Enea alle “Città di Fondazione”, all’industrializzazione dell’Agro degli anni sessanta-settanta. Nel catalogo di Gangemi Editore, scritti di Maria Vittoria Marini Clarelli, Antonella Fusco e Marcella Cossu.
In una cinquantina di immagini quasi esclusivamente in bianco e nero il fotografo riassume e focalizza il profondo rapporto affettivo ed esistenziale intercorso tra il territorio di Ardea, dall’antica acropoli al mare, e la figura dell’artista bergamasco Giacomo Manzù, che il 15 ottobre 1964 si insediò ufficialmente con la propria famiglia nella locale tenuta di Campo del Fico, noto come Colle Manzù, eleggendovi la propria dimora fino alla morte avvenuta nel 1991. Il percorso espositivo si articola in quattro sezioni: gli Affetti, una serie di intensi ritratti dei familiari (la moglie Inge Schabel, i figli Giulia e Mileto), e dei principali collaboratori e amici locali tra cui il fabbro-fonditore e la ristoratrice del litorale; l’Atelier,vale a dire il vasto studio dell’artista che sorge entro i confini di Campo del Fico e della Fondazione Manzù; la Raccolta, indagata negli aspetti più inattesi e reconditi di scultura e natura; il Territorio, le mura ciclopiche, la chiesa di San Pietro cui l’artista ha donato una serie di importanti arredi sacri, e, non ultimo, il mare. In una sorta di soluzione di continuità tesa ad accorciare le distanze tra noi e Manzù, così come tra “centro” e “periferia”, Roberto Galasso ripropone, in sorprendenti foto di oggi, luoghi e persone di ieri, testimoni primi dell’arte e della personalità di Manzù. L’intendimento è, in senso più esteso, di sottolineare l’importanza del “radicamento”di elementi esterni in una terra, il Lazio virgiliano, tradizionalmente dedita all’accoglienza dell’ “altro”, in un arco di tempo pressoché illimitato, che va dall’approdo di Enea alle “Città di Fondazione”, all’industrializzazione dell’Agro degli anni sessanta-settanta. Nel catalogo di Gangemi Editore, scritti di Maria Vittoria Marini Clarelli, Antonella Fusco e Marcella Cossu.
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