Carlo Levi. La realtà e lo specchio
Dal 20 Novembre 2014 al 12 Dicembre 2014
Roma
Luogo: Galleria Russo
Indirizzo: via Alibert 20
Orari: lunedì 16.30-19.30; da martedì a sabato 10-19.30
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 6789949
E-Mail info: info@galleriarusso.com
Sito ufficiale: http://www.galleriarusso.com
Si inaugura giovedì 20 novembre, negli spazi della Galleria Russo di Roma, la mostra antologica di Carlo Levi, a cura dell’omonima Fondazione che, per esplicita volontà dell’artista, promuove dal 1976 gli studi intorno all’opera complessiva del pittore, scrittore e pensatore tra i più influenti e acuti del nostro Novecento.
Quest’ampia retrospettiva, organizzata in concerto con la Fondazione Levi nell’imminenza del quarantennale della morte dell’artista e dopo più di vent’anni dalla sua ultima mostra romana a Palazzo Venezia, rafforza il lungo sodalizio che Carlo Levi ebbe in passato con la famiglia Russo.
Il percorso della mostra si concentra sulla storia pittorica del maestro e - come spiega Daniela Fonti, Presidente della Fondazione Levi: “privilegia alcuni momenti meno noti della produzione leviana. Si apre con un nucleo di dipinti eseguiti entro il terzo decennio del novecento, nei quali la tensione metafisica di ascendenza casoratiana, si colora di un soffuso lirismo temperato da evidente tensione morale (...). A partire dai primi anni Trenta la pittura di Levi comincia a caratterizzarsi, in evidente opposizione alla retorica di regime, per una “pennellata ondosa” che riflette la tensione espressiva e sfalda i contorni delle figure annullando i dettagli ambientali. Infine i dipinti degli anni Quaranta, attraversati dalla lotta clandestina e dalla guerra, e caratterizzati, nei tesi ritratti come nelle plumbee nature morte, da una rinnovata tensione morale che si allenta nei decenni successivi per approdare ad un più rilassato rapporto con la natura e con la storia.”
Le sessanta opere in mostra - di cui cinque inediti (Madre che cuce 1929, Autoritratto seduto 1934, Nudo femminile 1934, Nudo femminile accovacciato 1937, Paesaggio con mucca 1960)- raccontano, dunque, le più importanti tematiche affrontate da Levi nella sua vasta produzione pittorica riflettendo nei ritratti così come negli autoritratti, nei nudi così come nei paesaggi, lo spirito di quegli anni e la fitta rete di amori, relazioni e amicizie, che l’antifascista Levi - una delle voci più alte del contesto italiano della prima metà del Novecento, come sottolinea Fabio Benzi nel testo critico in catalogo - intratteneva con la diaspora internazionale.
Quest’ampia retrospettiva, organizzata in concerto con la Fondazione Levi nell’imminenza del quarantennale della morte dell’artista e dopo più di vent’anni dalla sua ultima mostra romana a Palazzo Venezia, rafforza il lungo sodalizio che Carlo Levi ebbe in passato con la famiglia Russo.
Il percorso della mostra si concentra sulla storia pittorica del maestro e - come spiega Daniela Fonti, Presidente della Fondazione Levi: “privilegia alcuni momenti meno noti della produzione leviana. Si apre con un nucleo di dipinti eseguiti entro il terzo decennio del novecento, nei quali la tensione metafisica di ascendenza casoratiana, si colora di un soffuso lirismo temperato da evidente tensione morale (...). A partire dai primi anni Trenta la pittura di Levi comincia a caratterizzarsi, in evidente opposizione alla retorica di regime, per una “pennellata ondosa” che riflette la tensione espressiva e sfalda i contorni delle figure annullando i dettagli ambientali. Infine i dipinti degli anni Quaranta, attraversati dalla lotta clandestina e dalla guerra, e caratterizzati, nei tesi ritratti come nelle plumbee nature morte, da una rinnovata tensione morale che si allenta nei decenni successivi per approdare ad un più rilassato rapporto con la natura e con la storia.”
Le sessanta opere in mostra - di cui cinque inediti (Madre che cuce 1929, Autoritratto seduto 1934, Nudo femminile 1934, Nudo femminile accovacciato 1937, Paesaggio con mucca 1960)- raccontano, dunque, le più importanti tematiche affrontate da Levi nella sua vasta produzione pittorica riflettendo nei ritratti così come negli autoritratti, nei nudi così come nei paesaggi, lo spirito di quegli anni e la fitta rete di amori, relazioni e amicizie, che l’antifascista Levi - una delle voci più alte del contesto italiano della prima metà del Novecento, come sottolinea Fabio Benzi nel testo critico in catalogo - intratteneva con la diaspora internazionale.
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