Chiara Mu. Dis-placement: 3.30pm

Angelo Petronella, Habitat SC, 2015, 16’54”

 

Dal 01 Dicembre 2016 al 30 Dicembre 2016

Roma

Luogo: Auditorium Parco della Musica

Indirizzo: viale Pietro de Coubertin 30

Enti promotori:

  • Fondazione Musica per Roma

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 06.80241281

E-Mail info: info@musicaperroma.it

Sito ufficiale: http://www.auditorium.com



Sound Corner è un’installazione sonora permanente collocata nello spazio di passaggio tra il foyer della Sala Petrassi e il Teatro Studio: un angolo del suono con una programmazione periodica mensile destinata ad accogliere brani sonori di artisti sempre diversi, proposti di volta in volta da curatori, artisti e istituzioni.

Chiara Mu seduta su una panchina. Intorno la vita. Frenetica. Veloce. Cieca. Sorda. Distratta. Scrupolosa. E, dalla panchina, guarda, legge, osserva. Sola senza essere sola. Anonima nel confuso anonimato. Parte di un tutto da cui si sente esclusa pur facendone parte. La mente piena di non azioni, di progetti, di pensieri, timori e speranze. In una sospensione hopperiana del Morning Sun, Chiara Mu è seduta su una panchina in un luogo tra i più impersonali, ma definito e distinto nel nostro immaginario. Perché non esiste città senza una stazione. E non esistono storie senza una partenza o un arrivo. E, quel disorientamento iniziale che chiunque prova al suo interno, ognuno lo conosce e riconosce. Quello smarrimento fisico e mentale, che prosaicamente diviene anche la simbolica rappresentazione di uno stato d’animo. Chiunque, immerso in questo turbamento, cerca indizi nei suoni, nelle scritte, nei movimenti degli altri, alla ricerca del noto e del conosciuto, affinché quei segnali arrivino in soccorso per sostenere nel trovare una direzione. 

Con quest’umore Chiara Mu, da quella panchina, in una dimensione sospesa, ha ascoltato lo spazio, le parole indistinte, vaghe, tra suoni noti, “ore ed ore passate a leggere annunci di lavoro e a tradurne il significato, dislocata lì, ma come seduta sul border, sul confine di chi non è a casa, ma che vorrebbe trovare una nuova radice, un placement”. Quegli stessi suoni e parole che ci avvolgono seduti sulla panchina del sound corner. Siamo Chiara Mu e cerchiamo con gli occhi risposte e indicazioni. Siamo in uno dei tanti pomeriggi o mattine presto della sua vita, della nostra vita, impegnati a osservare e a cercare risposte in un volto, in una parola, in un gesto, in un’insegna, in un giornale, in noi stessi. In una naturale trasposizione, siamo noi quando arriviamo in una destinazione nuova, di cui non conosciamo la lingua, i modi di fare, e ci sentiamo sospinti da una parte all’altra, e cerchiamo di riordinare le idee, di pensare con calma a cosa fare, “in un confine tra quello che sembra possibile recepire e ciò che ci lascia fuori, sforzandoci di entrare dentro ascoltando meglio, ragionando sulle parole come una cantilena monotona ma necessaria affinché entri da qualche parte”. 

Suoni o rumori di una stazione, una qualsiasi stazione, dove noi siamo catapultati pur restando fermi. Con la voglia di sentirsi accolti dalla comunità eppur rimanendone ai margini. Con la forte sensazione di essere dislocati, sconnessi, alienati, da un luogo a cui, al contrario, sentiamo di dover e poter appartenere. Una rinnovata presa di coscienza dell’altro che ci costringe al confronto, solo attraverso il distacco da noi stessi. Ed è difficile, anche se per brevi secondi, non immedesimarsi con quelle persone che intraprendono i viaggi della speranza e provare, sulla nostra pelle, il loro profondo sconforto nel ritrovarsi in un territorio che le respinge e non le accoglie. 

In linea con la sua produzione artistica tesa ad attivare delle relazioni, in dis-placement: 3.30pm Chiara Mu innesca con lo spettatore un nesso col suo mondo, col suo vissuto, fondando un legame e una congiunzione tra il nostro e il suo vissuto, compiendo una correlazione tra le esperienze che ognuno di noi ha compiuto nella sua vita. Non è importante la città né la stazione, come non è importante il giorno e l’anno, conta solamente un impossibile hic et nunc protratto all’infinito.

Chiara Mu
Dis-placement: 3.30pm

2015
30'22” 

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