Circo Maximo Experience

Circo Maximo Experience, Circo Massimo, Roma

 

Dal 23 Maggio 2019 al 28 Marzo 2020

Roma

Luogo: Circo Massimo

Indirizzo: viale Aventino

Orari: Tutti i giorni 9.30 - 19.00 ora legale; 9.30 - 16.30 ora solare; 24 e 31 dicembre: 9.30 - 14.00. Ultimo ingresso fino a un’ora prima dell’orario di chiusura. Chiuso il lunedì, 25 dicembre, 1 gennaio, 1 maggio. In caso di pioggia non sarà possibile fruire dell’esperienza multimediale

Enti promotori:

  • Roma Capitale
  • Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali

Costo del biglietto: € 12,00 intero; € 10,00 ridotto (per i gruppi di minimo 10 persone). I biglietti sono acquistabili sul posto, on line sul sito web e nei Tourist Infopoints

Telefono per informazioni: +39 060608

Sito ufficiale: http://www.circomaximoexperience.it



Apre al pubblico il progetto innovativo di valorizzazione in realtà aumentata e in realtà virtuale di uno dei luoghi più significativi della storia della città, il Circo Massimo, il più grande edificio per lo spettacolo dell’antichità e uno dei più grandi di tutti i tempi (600 m di lunghezza per 140 m di larghezza). Si tratta di un progetto all’avanguardia che implementa tecnologie interattive di visualizzazione mai realizzate prima in un’area all’aperto di così ampie dimensioni. Attraverso un percorso di visita immersiva, indossando gli appositi visori, si vedrà per la prima volta il Circo Massimo in tutte le sue fasi storiche: dalla semplice e prima costruzione in legno, ai fasti dell’età imperiale, dal medioevo fino ai primi decenni del ’900.

Il progetto Circo Maximo Experience, che sarà aperto al pubblico dal 23 maggio, è promosso da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, organizzato da Zètema Progetto Cultura e realizzato da GS NET Italia e Inglobe Technologies, aggiudicatarie del relativo bando di gara. La direzione scientifica è a cura della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. La narrazione in lingua italiana è affidata alle voci degli attori Claudio Santamaria e Iaia Forte. Il percorso itinerante, della durata di circa 40 minuti, è disponibile anche in inglese, francese, tedesco, spagnolo e russo.

L’utilizzo di visori di tipo Zeiss VR One Plus accoppiati con smartphone di tipo iPhone e sistemi auricolari stereofonici, consentirà ai visitatori di vivere un’esperienza unica di fruizione di un sito archeologico. La tecnologia utilizzata permetterà al visitatore di immergersi totalmente nella sua storia con la visione delle ricostruzioni architettoniche e paesaggistiche durante i diversi periodi. Sarà possibile vedere l’antica Valle Murcia arricchirsi di costruzioni, passeggiare nel Circo tra le botteghe del tempo, assistere a una emozionante corsa di quadrighe tra urla di incitamento e capovolgimenti di carri, fino a restare senza fiato di fronte all’imponente Arco di Tito alto circa venti metri, ricostruito in realtà aumentata e in scala reale davanti ai propri occhi.

L'esperienza è eccezionalmente fruibile nelle diverse ore del giorno: l’applicazione è stata infatti concepita per poter funzionare indipendentemente dalle variazioni di illuminazione giornaliere. Le ricostruzioni del sito, realizzate con accuratezza scientifica, sono state opportunamente calibrate per funzionare in tempo reale su un dispositivo mobile con capacità di calcolo limitate, consentendo un immediato e accurato allineamento dei modelli 3D al contesto di riferimento, con una fruizione dell’esperienza sia in realtà virtuale che aumentata in modalità stereoscopica.

Con Circo Maximo Experience diventano tre i progetti di valorizzazione del patrimonio archeologico attraverso esperienze immersive e multimediali, promossi da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e realizzati con la collaborazione di Zètema Progetto Cultura. Si aggiunge infatti al progetto “Viaggi nell’antica Roma”, partito nel 2014 con il Foro di Augusto e ampliato nel 2015 con il Foro di Cesare, e al racconto in realtà aumentata e virtuale “L’Ara com’era” partito nel 2016 al Museo dell’Ara Pacis.

Il percorso di visita è itinerante e articolato in 8 tappe. L’esperienza immersiva inizia con la presentazione della Valle Murcia, l’area situata tra il colle Palatino e il colle Aventino. La valle è sempre stata luogo d’incontro e scambio tra le popolazioni, nonché sede di moltissimi culti, tra i quali quelli dedicati alla dea Murcia, alla dea Cerere e al dio Consus, celebrati con feste e gare equestri. Qui si svolgevano riti propiziatori per la fertilità dei campi. La Valle Murcia è un luogo fortemente legato alle origini della città eterna: è qui che ha avuto luogo il famoso Ratto delle Sabine. In età règia, la valle subì alcune trasformazioni, soprattutto a opera degli ultimi re di Roma, i Tarquini, che allestirono l’intera area con le prime file di sedili in legno. Con lo sviluppo della città e la maggiore importanza acquisita dalle manifestazioni pubbliche, lo spazio delle corse si arricchì di elementi funzionali come i Càrceres, cioè gli stalli di partenza dei carri, e gli spalti che andarono gradualmente a espandersi, dando vita a quello che diventerà, in seguito, il più imponente edificio di spettacoli mai costruito, il Circo Massimo.

Il viaggio prosegue poi rivivendo le trasformazioni del Circo dal I secolo a.C. al I secolo d.C. Sia Giulio Cesare che Augusto, per la prima volta concepirono il Circo come struttura monumentale e separata dagli altri edifici della Valle, dando il via alla costruzione di un complesso unico nel suo genere. Nel corso del I secolo d.C., il Circo fu oggetto di vari interventi voluti da tutti gli Imperatori che si succedettero. Internamente era suddiviso in tre settori: quello inferiore in muratura e gli altri due in legno. La presenza di sedili in legno in gran parte delle gradinate favorì spesso il divampare di incendi devastanti, come quello del 64 d.C. all’epoca di Nerone, che ebbe origine proprio da uno dei negozi che si trovavano nel Circo. All’inizio del I secolo, Traiano ricostruì l’edificio interamente in muratura. A questa fase appartengono le strutture ancora visibili.

Si passa poi a vedere il Circo Massimo di età imperiale, quando raggiunse l’apice del suo splendore. L’edificio, infatti, nel corso di un lungo periodo, si arricchì di vari elementi carichi di simbologie e significati religiosi legati alle festività agrarie delle origini e al ciclo delle stagioni. Oltre alle corse dei carri, che erano gli eventi più importanti e più frequenti che si svolgevano nel Circo, era possibile anche assistere ad altri tipi di spettacolo, come ad esempio le battute di caccia con animali esotici. Il Circo presentava su un lato i Càrceres (gli stalli di partenza dei carri), mentre gli altri tre lati costituivano la Càvea, le gradinate. Gli spettatori prendevano posto in differenti settori in base alla classe sociale di appartenenza. Con la sua struttura articolata, il Circo era certamente un monumento unico nel suo genere, un’immensa macchina scenica creata per stupire.

Si potrà poi ammirare in tutto il suo antico splendore l’imponente Arco di Tito, dedicato nell’81 d.C. dal Senato e dal Popolo romano all’imperatore Flavio per celebrare la conquista di Gerusalemme del 70 d.C. L’attraversamento dell’arco era parte fondamentale dei cortei trionfali in onore dei generali e degli imperatori vittoriosi. La processione aveva inizio dal Campo Marzio, entrava in parata nel Circo Massimo e, passando poi sotto l’Arco, si dirigeva al tempio di Giove Capitolino, sul Campidoglio. Alto circa 20 metri e a tre fornici, l’Arco era sormontato da una grande quadriga bronzea guidata dall’imperatore, simbolo di trionfo e vittoria.

Nella fascia esterna del Circo si trovavano diverse botteghe dette tabernae, luoghi molto frequentati non solo in occasione degli spettacoli. In esse si svolgevano varie attività commerciali per soddisfare ogni necessità dei visitatori e dove era possibile trovare le merci più disparate.

La penultima tappa del viaggio consentirà allo spettatore di immergersi nelle trasformazioni che interessarono l’area del Circo Massimo dal medioevo alla prima metà del Novecento. Le ultime gare nel Circo si svolsero infatti nella prima metà del VI secolo d.C., poi l’area si riempì di sedimenti e a partire dall’VIII secolo fu attraversata da diversi corsi d’acqua. Al XII secolo risale invece la costruzione della Torre della Moletta, edificio difensivo medievale. Nel ’600, le pendici del colle Aventino furono poi occupate dal Cimitero degli Ebrei, i cui cipressi, ancor oggi, ne indicano l’antica localizzazione. In seguito, nel 1854, la Compagnia Anglo-Romana dell’Illuminazione a Gas realizzò il primo impianto di produzione del gas per l’illuminazione pubblica. La fabbrica occupava circa due terzi dell’area. Nei primi decenni del ’900, i Gazometri furono trasferiti e l’intera zona fu bonificata: tra il 1928 e il 1936 furono scavati, e in parte restaurati, alcuni settori dell’antico Circo, ma la presenza dell’acqua di falda non permise il completamento dell’opera. A partire dal 1936, l’area del Circo Massimo fu concessa al Partito Nazionale Fascista, che iniziò a utilizzarla come spazio espositivo, costruendovi imponenti padiglioni e realizzando anche un vero e proprio stabilimento balneare costituito da tre piscine. Nel 1940, con l’inizio della guerra, queste costruzioni furono smantellate.

Infine, nell’ultima tappa di visita, Un giorno al Circo, si potrà assistere a una emozionante corsa di quadrighe tra urla di incitamento del pubblico e capovolgimenti di carri.

Negli ultimi decenni e fino ai giorni nostri si è cercato di restituire al Circo la sua antica dignità; l’area è stata risistemata e nuove indagini archeologiche hanno permesso di ottenere una conoscenza sempre più approfondita della storia di questo incredibile monumento, che, per secoli, è stato l’emblema della grandezza di Roma.

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